La
Mappa di Google Earth
Il percorso
si snoda sulla sponda Bergamasca del lago d'Iseo,
con partenza da Sarnico.
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L'altimetria
del percorso rivela una salita solo nella prima
parte. Se la salita è abbastanza impegnativa
attenzione perché la discesa lo è
ancora di più!
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Come
arrivarci
Sarnico
è raggiungibile uscendo dai caselli
autostradali della A4 di Castelli Calepio o
Palazzolo. Un comodo parcheggio lo si trova a
Sarnico lungo la statale in corrispondenza della
rotonda che scende in Via Foppe.
Il
percorso
Partendo da
Sarnico ci sono da affrontare 10,5 km di salita
abbastanza impegnativa con 773 m di dislivello. I
primi 6,8 km sono su asfalto, poi i restanti 3,7 km
alternano tratti cementati a sterrati con pendenza
media al 10% e punte oltre il 20%. La discesa
è la parte più ostica con tratti di
fondo molto smosso e ripido da non farsi appena
piovuto. Gli ultimi tratti asfaltati hanno pendenze
che superano il 35%. Raccomando freni
efficientissimi e gomme con un buon
grip!
Il resto
sul lago è normale asfalto senza alcun
problema, tranne un paio di lunghe gallerie in cui
occorre avere l'illuminazione a bordo o giubbino
rifrangente come da C.d.s.
Bici
consigliata
MTB con
ottime sospensioni, meglio full, un adeguato cambio
e soprattutto buoni freni in ordine e per la
discesa gomme non consumate. Non dimenticate anche
un buon paio di scarpe con un buon grip nel caso
dobbiate scendere dalla sella in
discesa.
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Dal
parcheggio si prende la direzione per Viadanica
prendendo la via Cerro che vi farà
accorciare il percorso ed evitare il traffico della
statale. La stretta via passa in costa alla collina
fra ville e giardini.
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Superato un
ponte sul torrente Guerna, in fondo troverete un
semaforo dove svolterete a dx.
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La strada
affianca il torrente Guerna solo per un 600 m dopo
di che si svolterà a dx direzione
Viadanica
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Viadanica
con le sue case in parte con pietre a
vista.
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La
parrocchiale di San Giovanni Battista e Sant'
Alessandro
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Costantemente
in salita si prosegue in un ambiente ben curato e
tenuto in ordine anche con l'aiuto ....
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... delle
pecore! Spesso pecore, caprette e asini sono
utilizzati per mantenere i terreni con l'erba
rasata al punto giusto dal loro ininterrotto
appetito, risparmiando così la fatica di
tagliare l'erba!
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Queste sono
valli che in tempi passati erano vocate
all'agricoltura, all'allevamento di alcuni capi e
al taglio del bosco, cose che con il tempo sono
state abbandonate. Il tutto richiedeva mano d'opera
e là in fondo è l'esempio di un ampio
cascinale
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Un
cascinale montano strutturato per avere a
disposizione ampi portici coperti esposti a sud
dove si potessero esporre al sole i raccolti
destinati ad essere essiccati, e visto che in
montagna poteva anche piovere spesso ecco che i
portici venivano in aiuto.
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Dopo 7 Km
in località Lerano, a 600 m s.l.m. la strada
asfaltata termina, lasciando il posto a tratti
cementati o sterrati
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In centro
la strada da cui si è arrivati nella foto a
sx è la strada da prendere, mentre a dx
è quella che porta alla chiesa e alla sede
degli Alpini. Preparatevi a proseguire con un
rapporto bello corto! Il mio software dice pendenze
con tratti al 38% ma non ci credo, di certo
senz'altro un po' superiori al 20%
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Questa
è la salita dopo il primo ripido tratto,
sullo sfondo il monte Bronzone.
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Per
mostrare meglio com'è la pendenza basta
lasciare la bici nello stesso punto e salire a
piedi una decina di metri facendo uno scatto, ecco
forse si rende meglio l'idea.
Comunque al
di là dei puri numeri sappiate che sono
ripide
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Il tratto
scoperto fa vedere meglio la cima del Bronzone a
sx, cima da cui si dovrebbero vedere dei bei
panorami sull'area del Sebino.
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Si apre uno
spiraglio per una veduta sula valle sottostante da
dove si sale con i paesi che si sono passati come
Lerano, Colognola e Viadanica
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La maggior
parte di questo tratto finale è immerso nei
boschi per cui se non altro si è
all'ombra.
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In alto
svetta una bandiera dell'Italia. Non sembra, ma di
case sparse quassù se ne trovano diverse a
dispetto delle ripide salite da affrontare, certo
che con un 4x4 le cose cambiano un po'!
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Lasciati i
tratti cementati si prosegue su sterrato. Viste le
numerose possibili deviazioni che si possono
incontrare lungo il percorso é meglio
seguire la traccia con un GPS e vi sarà
senza dubbio meno difficoltoso. Troverete anche un
paio di sbarre dove passarci sotto.
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La vista
della croce in ferro mi ha fatto capire di essere
quasi arrivato alla meta.
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Si sale a
fianco del tetto della cascina e subito il lago
d'Iseo appare sulla sx. La macchia bianca
sull'acqua sono ancora i residui della passerella
galleggiante di Christo in attesa di essere
smantellati e riciclati. Passerella che ha
caratterizzato l'evento mondiale nell'unire la
sponda di Montisola alla terraferma anche se
è stato un evento di effimera
durata.
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Finalmente
ecco la Cima del Corno Buco posto a 966 m s.l.m. e
da cui si dovrebbe avere una buona visuale sul lago
d'Iseo. Sulla dx c'era un rapace che
volteggiava.
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Prima di
salire in cima sulla sx si trova la croce in ferro
con l'altare
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La croce
è posta in bella vista sul lago
sottostante
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Sotto di
essa si farebbe un bel salto nel vuoto. Sotto si
vede Predore e di fronte sull'altra sponda Clusane,
famosa per la tinca ripiena. A sx invece è
la zona umida delle torbiere d'Iseo, a dx invece
è la cima del Monte Alto 650 m
s.l.m.
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Un
dettaglio ingrandito di Clusane
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Sempre
dallo stesso punto una panoramica che da sx parte
da Iseo per terminare a dx a Paratico. Se ci fosse
stato più limpido si sarebbe potuto vedere
anche una buona parte della pianura
padana
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Un
particolare delle Torbiere d'Iseo
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Sempre
dallo stesso punto una vista verso est con un'altra
porzione di lago d'Iseo visibile in corrispondenza
della sella.
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Lasciata la
croce e salito al Corno Buco, ecco una vista verso
ovest. A dx è la valle da cui sono salito
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Ingrandendo
fra la sella delle montagne in mezzo spunta il
corso del fiume Oglio all'uscita del Lago
d'Iseo
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Il palo
indica la cima del Corno Buco
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Da
quassù i panorami sono quasi identici solo
un po' più allargati essendo più in
alto. Sotto in centro alla foto è dove
è posizionata la croce.
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La
passerella di Christo, ciò che ne
rimane
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Senza
dubbio occorrerebbe venire quassù con una
bella limpida giornata per trarne una ottima
visuale.
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Direi
soddisfatto delle panoramiche offerte da questa
cima del Corno Buco
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Non
rimaneva che fare downhill e riguadagnare la via
per la discesa
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Discesa
dove in cima erano in sosta delle mucche
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In un certo
senso beate loro che se ne stanno in zone
panoramiche
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La scelta
Ad un punto
della discesa arriverete a questo bivio dove sulla
vs. sx troverete la pozza e alla vs dx una
carrabile in discesa, nella foto dietro alla bici.
(Nota: questa è la vista verso la strada da
cui si scende)
Qui occorre
fare una scelta ben precisa:
La strada
che avete fatto in salita la conoscete bene
perché l'avete già fatta, per quanto
riguarda la discesa è giusto che vi metta in
guardia che non è proprio tutto rose e
fiori!
Le pendenze in discesa in alcuni tratti sono ancora
più accentuate di quelle affrontate fino ad
ora in salita. Il fondo è molto sconnesso,
soprattutto da evitare se appena
piovuto.
L'ultimo
tratto sebbene cementato/asfaltato è molto
ripido oltre il 35% per cui se avete una buona bici
perfettamente in ordine come freni, ammortizzatori,
gomme ecc. e voi siete abituati a simili tracciati,
ok, per gli altri il mio consiglio è quello
di scendere da dove siete saliti.
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Per chi
sceglie di scendere secondo il mio tracciato questo
è l'inizio apparentemente comodo. A seguito
delle difficoltà di rimanere in equilibrio
non ho fatto foto!
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Qui un
tornantino sufficientemente piano mi ha permesso
uno scatto
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Finalmente
si esce dal bosco .... verso la civiltà,
visto che sopra non c'è nulla!
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Si lascia
alle spalle il bosco. A dire il vero non avrei idea
di chi voglia passare da queste parti o ne abbia
necessità di farlo in quanto non mi risulta
che vi siano delle baite su questo versante,
l'unica che c'è è quella in
prossimità della croce.
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Scendendo
verso Predore non aspettatevi che le pendenze si
attenuino, anzi aumentano! Tanto che un incrocio
con un'auto che saliva sulla stretta strada mi ha
obbligato ad una frenata per lasciarla passare,
dove mi sono trovato con la ruota posteriore
sollevata da terra!
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Questa
è la zona dove si trova il santuario che
domina dall'alto Predore
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Qui chi ha
realizzato queste strade non si è certo
curato delle pendenze, le ha fatte e
basta.
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La foto
come al solito non rende la pendenza, comunque sia
qui troverete anche una fontanella oltre alla vista
panoramica sul lago.
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La striscia
azzurra per delimitare un percorso pedonale per me
non è una novità, già ripresa
in un vecchio report
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Scesi a
Predore se vi voltate indietro scorgerete in alto,
in questo caso sopra il tetto del municipio, la
chiesa della Madonna della Neve
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Già
che c'ero uno sguardo diretto al lago d'Iseo che si
trova ad un centinaio di metri dalla strada
statale.
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Dalla
piazzetta vicino al lago ancora una vista sulla
chiesa della Madonna delle Nevi
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Essendo
relativamente presto ed una giornata soleggiata ho
deciso di costeggiare la sponda del lago in
direzione Lovere, qui in una sosta
spuntino.
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Accanto una
fila di Tassodi con le radici immerse nelle acque
del lago
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Ci sarebbe
anche una nuova ciclabile a fianco del lago in
prossimità della prima galleria in una delle
zone più belle e suggestive del lago,
purtroppo è chiusa già dal
2011
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Uscito
dalla galleria la visione su Montisola.
Se non
avete il giubbino o delle luci sulla bici vi
suggerisco di non fare la galleria, anche se ho
trovato incoscienti con bici da corsa senza luci ne
giubbino rifrangente!
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La strada
è abbastanza larga ed il traffico non
è così stressante, salvo i TIR che
dalla cava di Tavernola Bergamasca percorrono
questa strada.
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Altro
scorcio sul lago in prossimità di una
seconda galleria
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Si esce con
una vista verso Riva di Solto e il lago verso
Lovere
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Riva
di Solto, il lungo lago
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Anche
questo un antico borgo di cui ne conserva tracce
con costruzioni in pietra
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Le cime del
Corna Trentapassi
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Una vista
verso Montisola al centro del lago, ricordando che
si tratta dell'isola lacustre più grande
d'Europa.
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Un veloce
ritorno verso Sarnico non prima di concedermi un
gelato sulla passeggiata lungo il fiume Oglio
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Qui inizia
il corso del fiume che uscendo dal lago termina poi
la sua corsa nel fiume Po.
Vi rammento che esiste una ciclabile
che
percorre tutto il corso del fiume Oglio
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Una colonia
di cigni attendono come sempre l'elargizione di
bocconi di pane, di certo non previsti dal piano
nutrizionale della natura!
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Era ora di
andare a recuperare il mezzo di trasporto
percorrendo tutto il lungo lago di Sarnico, come se
ancora non mi fossero bastate le belle visuali di
questa bella giornata!
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Traccia
GPX
Conclusioni
Un giro in
parte impegnativo che però sa offrire una
via di fuga evitando la difficile discesa per poi
rilassarsi sul lungo lago della sponda Bergamasca.
Sta a voi decidere se siete in grado di
affrontarlo.
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buone pedalate a
tutti, Outside
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