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LAGO MAGGIORE
Salite Al Pianascio e Lago Delio

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Sul Lago Maggiore due salite: una in territorio Elvetico sopra i Monti di Gerra in località Al Pianascio ed un'altra questa volta in territorio Italiano, da Maccagno al Lago Delio. Salite che offrono ampie visuali sul Lago Maggiore.


Lago Delio o (D'Elio)

Salita al lago Delio - Lago Delio - Maccagno
 

 

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
62 km
1612 m
Asfalto
Stradale
9,6 % - 17 %
✩✩✩✩
✩✩
✩✩
✩✩✩✩

  

 

 

 

 

Il tracciato si snoda sulla sponda est del Lago Maggiore sconfinando anche in territorio Elvetico

 

 
IL PERCORSO

Ideato come giro ad anello partendo da Maccagno per poi sconfinare in Svizzera, proseguire verso il valico di Alpe di Neggia e al valico doganale di Indemini per poi far ritorno in Italia passando dal Lago Delio. Alla fine per vari eventi il giro si è tramutato in questo percorso con una prima salita in terriotrio Svizzero in località Al Pianascio e poi a ritroso con la salita da Maccagno al Lago Delio. Ambedue sono salite che offrono viste panoramiche sul Lago Maggiore e sulle montagne attorno.

Rifornimenti idrici

Sulla salita per il lago Delio dopo Campagnano a fianco della Chiesa San Rocco

Quale bici usare

Qualsiasi bici purchè dotata di rapporti per le scalate e ottimi freni per le relative discese.


Sull'alto lago Maggiore

 


Giunti a Maccagno ci siamo diretti nella zona parcheggi vicino agli impianti sportivi.

Dino era pronto per la partenza

 

Dal parcheggio occorre ritornare sulla SS349 svoltare a sx e prendere la direzione per il confine Svizzero

Sempre a Maccagno dopo soli 800 m dalla partenza si arriva a questo bivio, a sx sarà la strada che si prenderà, mentre a dx dove si vede la macchina è la strada che sale al Lago Delio

 

Leggendo i cartelli si può vedere che sono indicati due confini ambedue verso la Svizzera.
Nelle mie intenzioni c'era di entrare nel confine di Zenna e poi rientrare con un giro ad anello dal confine di Indemini, cosa che poi come leggerete più avanti non si è verificata.


Usciti da Maccagno s'incontrano un paio di gallerie




Alcune viste panoramiche sul lago mi hanno fatto soffermare per scattare alcune foto e qui sono iniziate le disavventure della giornata.

Estratta la fotocamera digitale, all'uscita dell'obiettivo una prima messa a fuoco sballata dello stesso e poi l'obiettivo non ne ha voluto più sapere di rientrare nel corpo della fotocamera.

Mi sono dovuto rassegnare a metterla nello zaino facendo attenzione a non rovinare l'obbiettivo che già una volta ho dovuto sostituire con una spesa per niente contenuta!



Non è rimasto altro da fare che utilizzare lo smartphone.

Nella foto sopra una vista verso Cannobio mentre in quella seguente, in lontananza nel lago si vedono i Castelli di Cannero.

Si prosegue ma qualche cosa non va, mi accorgo che il GPS con la traccia che avevo caricato dà letteralmente i numeri!


La strada segue fedelmente la sponda del lago. Dopo 10 km dalla partenza si arriva alla dogana del Valico di Zenna

Si prosegue attraversando la Dogana Dirinella


Per la prima volta le ruote di bellitaliainbici sconfinano in territorio Elvetico!


Il percorso lungo il lago non è sempre piano e si affrontano spesso dei sali scendi.


Talvolta con qualche strappo più impegnativo


Dopo 13 km dalla partenza arrivati a Gambarogno dovevamo svoltare a dx superato questo ponte

La mia idea era quella di lasciare la strada statale sul lago per evitare il traffico, almeno questa era l'idea quando ho ideato il giro a "tavolino" . Quindi da qui avrei scelto di arrivare alla strada per Indemini passando a mezza costa attraverso alcune località residenziali.

A dire il vero il traffico lungo la statale del lago era molto scarso se non inesistente, la strada molto larga per cui avremmo potuto tranquillamente proseguire sino alla deviazione che saliva al passo, ma così non è stato!


Se la scelta di abbandonare la statale era stata sbagliata, proseguendo ed arrivando in questo punto abbiamo dato il colpo decisivo alla non riuscita del giro che avevo preventivato.

Il GPS stava dando di nuovo i numeri e non sapevo dove mi trovavo, non avevo portato cartine topografiche della zona, gli smartphone non funzionavano, non c'era in giro anima viva, i cartelli stradali non davano indicazioni utili, ci trovavamo ad un bivio con la strada che saliva a dx con alcuni cartelli turistici di località che mi dicevano poco o nulla.

Sapevo solo che dovevamo salire e così abbiamo deciso di prendere quella strada pensando che poi avremmo trovato la strada giusta.


Mai scelta si è rivelata così sbagliata, si continuava a salire con il GPS che diceva: Non seguitemi, mi sono perso!

Del resto la strada stretta in mezzo ai boschi senza alcun transito per una strada che doveva essere una comunicazione fra due stati mi ha lasciato il dubbio subito dai primi chilometri, ma oramai ci eravamo "imbarcati" in questa avventura e pedalata dopo pedalata ....


... Siamo arrivati in questo punto dove abbiamo incontrato una coppia di ciclisti Svizzeri dotati anche di una mappa.

Fu così che i miei forti dubbi si sono tramutati in profonde certezze, eravamo letteralmente fuori strada! Non solo; per tornare sulla strada giusta avremmo dovuto scendere di nuovo al lago quindi fare 700m di dislivello in discesa in 7 km, vale a dire pendenze del 10%, poi fare altri 5km di lungo lago per poi affrontare la salita all'Alpe di Neggia 12,5 km 1165 m D+ e al confine di Indemini 3,6 km 330m D+.

Alla fine sarebbero stati 2200 m D+ da fare se sommati a quelli già fatti, il tutto per 75km.

Qui eravamo arrivati in località Monti di Gerra




Già che eravamo in quella situazione abbiamo deciso di salire ulteriormente sino al termine della strada dove gli Svizzeri ci hanno detto che si poteva avere una vista panoramica sul lago



Infatti già iniziando a salire di nuovo, si stava uscendo dal bosco


Gli alberi erano più radi verso il lago

&

Strada facendo fra me e me pensavo che con una giornata così con una alzataccia per arrivare sino a qui e poi esserci infilati in un cosiddetto "cul de sac" ciò mi stava rodendo un po', ma ogni tanto la vita riserva sorprese per cui andava accettata anche questa che poi tutto sommato non era una tragedia. Qui stavamo arrivando alla meta se così si poteva chiamare!

Spuntavano dei tetti


Mentre io chiacchieravo con gli Svizzeri, Dino era già arrivato, alle sue spalle una fattoria e il lago. La strada terminava qui davanti a questa fattoria, eravamo arrivati alla località Al Pianascio.


Quello che si poteva scorgere era il lato Svizzero del Lago Maggiore e lo specchi d'acqua con a fianco la città di Ascona e dopo gli alberi a dx una parte di Locarno. Di fatto le due città sono divise dal corso del torrente Maggia.

Da quassù avevamo preso una decisione, saremmo tornati a Maccagno valutando poi se salire o meno al Lago Delio che era un po' la meta del giro che mi ero proposto e che stava nel cassetto da diversi anni.

Salutati i ciclisti Svizzeri abbiamo fatto il percorso a ritroso con la giornata splendida che offriva continui panorami sul lago.

Uno sguardo a sx e ho scorto un pezzo d'Italia, spuntava l'inconfondibile sagoma di una Ferrari!

 

Qui bene o male si ha una certa fiducia verso il prossimo e non sempre le proprietà risultano cintate come del resto molti box o tettoie di ricovero senza pareti che custodiscono auto di lusso o costose motociclette alla portata di tutti, cosa che da noi diciamocela tutta, sarebbe un po' improponibile!


Parcheggio privato in bellavista verso Ascona e Locarno

 

Sotto, Gerra (Gambarogno) e sull'altra sponda Ascona e a dx un pezzo di Locarno

 

Come da ultima decisione presa ci siamo rifatti tutto il percorso sino a Maccagno giungendo al bivio per il lago Delio

Una breve sosta, tra l'altro era già tardi e dovevamo ancora pranzare e ci aspettava di fare la salita al lago che sarebbero stati 13 km per 800 m D+

La decisione l'avevamo presa e saremmo saliti!


Dino era rimasto senz'acqua e approfittando di una breve sosta in questo punto panoramico dopo Campagnano, a fianco della chiesa di San Rocco abbiamo trovato una fontanella


Per fortuna, perché se la giornata era iniziata con una fresca temperatura, dopo mezzogiorno la temperatura si era alzata notevolmente e assolutamente ci serviva dell'acqua per affrontare la salita

Dalla fontanella una panoramica sul lago Maggiore verso nord


Una panoramica verso Cannobio


Panoramica verso il sud del Lago Maggiore, sotto si vede Maccagno il nostro punto di partenza. A dx si scorgono i due isolotti dei Castelli di Cannero, mentre sulla sponda sx è la zona verso Luino.

Alla fine nonostante il caldo, dopo 52 km e 1607 m D+ siamo arrivati comunque alla meta che mi ero prefissato. Il lago Delio era stato raggiunto!


Come si suol dire letteralmente; non ci vedevamo più dalla fame! Per cui mettere sotto le gambe al tavolo è stata la nostra prima preoccupazione! Superato il Lago in località Monti di Bassano ci siamo fermati all'Albergo ristorante Diana


Abbiamo pranzato in terrazza con tanto di visuale panoramica sul Lago Maggiore verso Ascona e Locarno


Finalmente soddisfatti per il buon pranzo, nonostante le vicissitudini della giornata abbiamo preso la strada del ritorno, non prima di esserci soffermati con un ciclista del luogo. Anche lui ci ha confermato che il giro che all'inizio mi ero preposto di fare era senza dubbio un bel giro da farsi, alche gli abbiamo risposto: Allora alla prossima!

Tutto sommato nonostante gli imprevisti è stato un bel giro panoramico ed anche impegnativo dopo tutto e se non altro almeno il Lago Delio siamo riusciti a vederlo!


Con la pancia piena e coperti ci aspettava una tranquilla discesa verso Maccagno ...

... ma le sorprese della giornata evidentemente non erano finite! Arrivando nei pressi di una curva in penombra ho scorto una moto ed un'auto parcheggiate e una persona in mezzo alla strada.

Subito ho frenato vedendo la scena e capendo che era successo un incidente, ho scorto una freccia a terra e subito dopo ...

... ho realizzato in una frazione di secondo cosa fosse successo e la causa. Una profonda e larga buca era proprio in mezzo alla carreggiata sulla traiettoria di qualsiasi che fosse transitato con un mezzo a due ruote e non solo; era praticamente mimetizzata dalle ombre create dalle piante.

Ho dovuto frenare ulteriormente e scansare la buca, buca che subito dopo era segnalata con un altro segno o freccia di colore verde.


La persona in mezzo alla strada era il motociclista che si era fermato e si stava attivando a chiedere i soccorsi




La prima cosa che abbiamo fatto è stata fermarci immediatamente verificare lo stato del ferito e assicurarci che fossero stati avvisati i soccorsi, cosa che appunto era stata fatta.
Visibilmente il volto era insanguinato ma per fortuna era vigile pur accusando varie contusioni.


Dopo aver chiesto se serviva qualche aiuto, abbiamo ripreso la discesa

Non conoscendo bene il posto l'unico riferimento che ho potuto dare erano la presenza dei tralicci dell'alta tensione.

Più sotto abbiamo visto che si era attivato anche l'elisoccorso, visibile in alto a dx

Elisoccorso che poteva usufruire dell'area di atterraggio predisposta alla Chiesa di San Rocco poco distante.


Incontrando anche i Carabinieri li ho informati del luogo dell'accaduto e la causa dell'incidente, provocato dalla profonda buca a cui occorreva immediatamente provvedere per metterla in sicurezza, visto che io stesso l'avevo evitata solo perchè era appena successo ad un altro.


Maccagno era ormai vicina

Si poteva scorgere l'impianto sportivo dove avevamo parcheggiato

Una panoramica su Maccagno

Giunti a Maccagno ho scorto un'auto della Polizia Locale. Ho preso la palla al balzo per informare dell'accaduto l'agente che era a bordo e di cui non era stato ancora informato.

Ho chiesto quindi se la strada dove era accaduto l'incidente fosse sotto responsabilità del Comune di Maccagno. Dietro risposta affermativa ho sollecitato il fatto di dover mettere immediatamente in sicurezza quella buca per evitare ulteriori incidenti.

CONSIDERAZIONI

Come avrete visto dalle foto la buca era stata oggetto di sopralluogo da qualche tecnico che l'ha segnalata con delle frecce colorate.

A mio avviso colui che l'ha segnalata doveva valutando la sua pericolosità provvedere immediatamente a far intervenire del personale per metterla in sicurezza. Se non avesse avuto i mezzi per farlo o non fosse stato un suo compito avrebbe dovuto presidiare il luogo avvisando della pericolosità chi vi passasse e nel contempo far intervenire subito del personale preposto a questi interventi di manutenzione.

Non averlo fatto ha provocato questo incidente con danni alla persona e le relative conseguenze, ma anche un costo alla collettività mettendo in atto la macchina dei soccorsi, fra ambulanza, Carabinieri, elisoccorso, Polizia locale e costi ospedalieri.

Accertare la presenza di una buca pericolosa e non mettere in atto immediatamente la sua messa in sicurezza, equivale a mio avviso ad essere responsabili del danno causato e mi vengono in mente gli Art. 40-41 del C.P.


  • Vista la bella giornata al nostro rientro al parcheggio lo abbiamo trovato al completo

 

traccia GPX



CONCLUSIONI

Una giornata inusuale dove ci sono state una concatenazione di eventi, fino allo spiacevole evento finale che si sarebbe potuto evitare, un po' come per il Ponte Morandi a Genova, tutti sapevano che era ammalorato ma nessuno è intervenuto nell'immediato per la sua chiusura.

A parte questo si è trattato di un giro anche se ridotto nei termini degli obiettivi che mi ero preposto, ma che tutto sommato ha offerto comunque un buon percorso panoramico e soddisfacente sotto il profilo ciclistico.



 

 

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2018
pagina creata:25-08-2018
ultimo aggiornamento: 26-08-2018
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