Salita
Ballabio - Pian dei Resinelli
(LC)
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Questo non è proprio un percorso ciclabile, ma fatto in alcuni periodi dell'anno è come se lo fosse visto lo scarso traffico automobilistico.

Il percorso è stato compiuto utilizzando una City bike modificata con l'aggiunta di un Kit con un motore elettrico di tipo Hub brushless montato all'anteriore.


Pian dei Resinelli



Le altimetrie

Ballabio (m. 673) - Pian dei Resinelli (m. 1278) km 7,38 - Dislivello 605m

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il tracciato visualizzato su Google Earth

 

 


La bici trasformata in e-bike utilizzata per la salita

Un Nine fra le nuvole e la neve

Chi avesse letto i miei vecchi post sul forum https://www.jobike.it, avrà letto che piu' volte ho accennato al fatto che era mia convinzione di poter affrontare una salita anche impegnativa facendo uso di poca potenza fornita da un motore elettrico.

La mia semplice supposizione era basata sul fatto che se con una muscolare riuscivo ad affrontare una salita anche se a velocità ridotta a maggior ragione sarebbe stato sufficiente un piccolo apporto per sentirsi alleggeriti nella pedalata.

Fin qui tante teorie, in verità qualche breve salita di qualche centinaio di metri l'avevo fatta e le premesse c'erano per poter affrontare una vera salita.

All'appello però mancava ancora un ingrediente: una bici con gli opportuni rapporti per andare in montagna.

Visto due giorni prima avevo montato un kit sulla City bike di mia moglie, approfittando di una giornata che si prevedeva di sole, ho preso la palla al balzo.

La sera prima però preventivamente ho dovuto attrezzare la bici con un electronic cruise control (regolatore di velocità a corrente costante) e l'aggiunta del freno elettrodinamico. Per intenderci la stessa tecnologia che poi la Ferrari sperimentò nel 2009 in F1 con l'acronimo di KERS.


Ballabio il parcheggio punto di partenza a fianco dell'ufficio turistico

 

Proveniendo da Lecco, all'uscita del tunnel del nuovo collegamento, ci si trova ad una rotonda, proprio di fronte c'è il parcheggio. Nella foto sopra si vede la galleria che sbuca dalla montagna.

Scelta del percorso

Ero indeciso se salire sul Monte Barro, perchè ci ero già stato qualche volta, oppure fare un'altra salita sempre in zona, alla fine ho optato per la mitica Ballabio-Pian dei Resinelli sopra Lecco (vedi anche i mezzi di allora) , mitica perchè negli anni 70 si tenevano delle gare di crono scalata con le moto e visto che non ci ero mai salito....

Partendo da casa il tempo non prometteva bene, il cielo non si vedeva ed era calata anche un po di nebbia, ma confidavo sulle previsione che davano sole sopra Lecco.

Infatti sbucato dalla nuova galleria che ti porta direttamente in Valsassina è apparso il sole, mentre a Lecco c'era foschia ed anche un po' di nebbia.

In tarda mattinata ero pronto per la elettro-muscolare bici scalata.

Scaricata la bici, messe al loro posto le batterie e effettuate le connessioni al Wattmetro, non rimaneva che azzerare il contachilometri ed accendere il GPS e dare inizio al mio esperimento.

Come altro supporto tecnico mi ero portato una chiave del 22, per l'eventuale smontaggio dellla ruota motorizzata una bomboletta anti foratura, un paio di camera d'aria, una mini pompa in alluminio, acqua, succhi di frutta, cioccolato, frutta e due tranci di pizza, visto che era quasi mezzogiorno e l'appetito viene pedalando!

Stavo partendo quando incrociando un signore che era del posto gli ho chiesto come era la strada, mi rispose: il primo pezzo è impegnativo e poi aggiunse: ma con che cosa sale? Con quella bici li? Gli dissi di si, lui mi disse: ma ne è proprio sicuro di farcela? Scosse un po' il capo e disse: mmmm... non so se ce la farà, guardi che sono una decina di km tutti in salita!

La premessa non era confortante, ma dalla mia avevo il fatto che era tutta salita per cui se le batterie mi avessero piantato "in asso" al limite avrei fatto dietro front.


L'inizio della salita subito dopo aver lascito il parcheggio

Come affrontare la salita

Penso che più o meno, salvo chi abita in pianura, prima o poi nella vita gli sia capitato di dover affrontare una salitella, magari anche solo un cavalcavia ed è chiaro il concetto che ad un certo punto per salire più agevolmente occorra scalare il rapporto, come del resto lo si fa anche con un veicolo se non è molto potente, fino a qui il concetto è elementare.

Spostiamoci ora a come affrontare una salita di cui non conosciamo il suo profilo altimetrico ma abbiamo solo i dati di dislivello da affrontare oltre alla lunghezza del percorso.

Qui i concetti cambiano radicalmente non è più la salita corta che la puoi fare a tutta, qui siamo di fronte ad una decina di Km, altre salite sono lunghe anche il doppio, più o meno ripide, ma il concetto è sempre lo stesso, occorre arrivare in cima non sfiniti.

Allora ci si chiede come debbo affrontare una lunga salita? La prima cosa istintiva che viene da fare è quella di alleggerire lo sforzo scalando i rapporti. Occorre incominciare a spingere gradualmente cercando un passo che non appesantisca la gamba e nemmeno un rapporto corto all'inverosimile che ci vedrebbe frullare le gambe all'impazzata.
Un altro parametro è il fiato o l'affanno, occorre sapere misurare lo sforzo in modo di restare sempre sulla soglia del respiro leggero in modo aerobico.

Quando si dovesse avvertire l'appesantirsi del respiro rallentare o cambiare rapporto, non si deve sentire il battito cardiaco che cresce di continuo fino a sentire le pulsazioni, probabilmente staremmo andando fuori soglia e poco dopo scoppieremmo. Si deve pensare che si è solo ai primi km ed occorre gestirsi per salirne altri 10 o oltre!

Quindi occorre salire del proprio passo, cercare un'armonia nella pedalata, scoprire il ritmo giusto e se siete in compagnia assolutamente la cosa da non fare è quella di salire con i rapporti o con il passo del compagno che va più veloce è la cosa più sbagliata che ci sia per non arrivare in cima!

Ogni salita va affrontata con il proprio passo e con le condizioni fisiche del momento, cercando di "sentire" ciò che ci suggerisce il nostro corpo.

La bici trasformata in E-bike utilizzata per la salita. A sx sul manubrio si vede il pulsante rosso che serve ad attivare il freno elettrodinamico, mentre sotto c'è la rotella che aziona l'electronic cruise control, ovvero il regolatore di velocità.

Lo scatolino verde Kriptonite è il Wattmetro-Voltmetro-Amperometro, sotto il GPS

L'abbigliamento

Durante la salita si suda indipendentemente dalla stagione, per questo il consiglio è di adottare vestiario tecnico traspirante e vestirsi a strati. Bere! dare sempre spazio ad un piccolo sorso, non aspettate il senso di sete sarebbe già tardi.

A contatto pelle è importante una maglia traspirante che non trattenga il sudore, in questo caso ci sentiremo sempre asciutti, a seguire poi sempre un capo traspirante che faccia la funzione termica e l'ultimo strato con un giubbino antivento sempre traspirante per evacuare il sudore.

In fine se poi ci si dovesse trattenere a lungo in quota o per la successiva discesa, aggiungere un altro capo leggero tipo un pile da inserire sotto il giubbino antivento.

Suggerirei in climi freddi anche una "gorgiera" o scaldacollo è un semplice tubo fatto di pile che protegge la zona del collo e specie nelle discese è molto utile perchè lo si può calzare fino al naso.

Altro must un berrettino leggero in pile che vi copra fino al collo e le orecchie che sono le parti più esposte al freddo.

Per i guanti ci sono i guanti tecnici antivento misto pile, che durante la salita con la temperatura corporea che sale si inumidiranno per bene, mentre in discesa è meglio calzare sopra altri guanti per non trovarvi le mani ghiacciate.

Per le gambe una calzamaglia in tessuto elasticizzato e un pantalone in pile leggero o in alternativa il solito capo tecnico antivento traspirante che può essere un pantalone o una salopette.

Personalmente utilizzo capi che uso per praticare lo sci da fondo che sono mutuabili perfettamente anche nello sport ciclistico.

La meccanica della bici

Vediamo la parte Hardware della bici, ci si deve subito chiedere se abbiamo i rapporti giusti per affrontare il percorso. Se dovessimo limitarci alla pura e semplice muscolare i parametri nella scelta dei rapporti potrebbero essere differenti in base alla condizione fisica dell'atleta. Scontato che ormai anche il non professionista non di rado ha bici ultra leggere che ben si sposano ad affrontare le salite, perchè proprio nella salita meno peso si ha e meno sforzo si farà ad arrivare in cima.

Qui invece nell'ambito elettro-muscolare i parametri cambiano di molto e se sopra abbiamo visto che c'è un certo margine di manovra nella scelta della rapportatura, qui a mio avviso esiste solo un dictat: montare i rapporti più corti che ci sono sulla faccia della terra!

Chiarisco il concetto:

Una bici da corsa muscolare o una MTB di buon livello sono al di sotto dei 10kg. Una bici elettrificata in genere parte da 20kg in su escluse batterie. La bici in oggetto ad esempio pesa 15,8 kg in origine senza alcuna modifica a cui vanno aggiunti 6 kg del kit di trasformazione ed in fine 6,6 kg di batterie

Poi c'è da aggiungere che un elettro-ciclo-escursionista non è che sale in sella solo con la tutina, ma in genere si porta appresso un po' di tutto. Quindi aggiunge borse varie, strumenti, attrezzature fortografiche e chi più ne ha più ne metta. Se dovessimo salire sulla bilancia suppongo che allegramente si potrebbe arrivare verso i 30kg e oltre! Se poi fa freddo aggiungiamo anche abbigliamento pesante tipo scarponcini, giacche o pantaloni semi imbottiti.

Come abbiamo visto sto estremizzando poi ogni uno parte con la sua zavorra più o meno pesante ma alla fine il concetto base è che i chili di differenza fra una muscolare e il nostro veicolo ellettro-muscolare sono una cifra ragguardevole.

Ora vien da sé che ritornando a quanto ho scritto sopra è da ribadire il concetto:

Occorre montare i rapporti più corti che ci sono sulla faccia della terra!

Qui apro una parentesi perchè i sostenitori delle E-bike tutta potenza avrebbero da obiettare!

Il mio concetto base che è stata la mia filosofia iniziale nell'affrontare l'argomento bici+motore elettrico è che il ciclista comunque sia deve partire dal concetto che nell'affrontare una salita si deve chiedere se riuscirebbe a farla con una muscolare con gli stessi rapporti che sta utilizzando con la sua E-bike.

Dubito che molte delle bici vendute dispongano di queste caratteristiche anche se sono dichiarate delle scalatrici, questo indipendentemente dal fatto che dispongano o meno del motore centrale che sfrutta il cambio. Io mi sto limitando alla pura analisi della bici nella parte meccanica, quindi la domanda che occorre farsi è: La mia bici usata con i soli muscoli sarebbe adatta ad affrontare le salite? Ha i rapporti corretti?

Nelle foto a lato potete vedere lo specchietto dello sviluppo metrico dei rapporti e gli stessi rapporti. Come potete osservare il rapporto più piccolo della guarnitura anteriore è di diametro inferiore al Megarange sul pacco pignoni.

Chiariti questi concetti veniamo alla riunione che occorre fare prima di partire:

Da una parte il ciclista, poi a seguire le batterie ed in fine il motore. In modo allegorico tutti i partecipanti mettono sul piatto della bilancia le loro risorse; le batterie al PB gel non da trazione dichiarano 36V e 7Ah, il motore i suoi 250W ed io ciò che ho nelle gambe.

Come prima cosa serve stabilire quanta potenza max erogare di continuo per poter arrivare in cima.

Stando a precedenti stime fatte in pianura, dove riuscivo a percorrere 40 e passa km con consumi medi di 50-70 Wh, ho deciso di mantenere gli stessi parametri.

Questo per mantenere un margine di sicurezza dovuto anche alle temperature basse che in quota oltre i mille metri non potevo sapere come fossero. E' noto che le batterie al piombo diminuiscono di molto l'energia fornita al scendere della temperatura.

 
 

 

 

Finalmente si parte!

La strada era perfetta quasi assenti le buche o i rappezzamenti con sede stradale pulita, come aveva detto il signore all'inizio. La strada inizia subito a salire e visto che dopo aver scaricato la bici stavo affrontando una decina di chilometri senza alcun riscaldamento, ho scalato subito i rapporti salendo in seconda, incominciando ad agire sulla rotella del mio electronic cruise control

25-30-40-55 Watt, ho fissato la potenza a quel livello. Il mio era un procedere lento, attorno ai 6 km/h però stavo salendo senza alcun affanno.

Si parte dai 670m di Ballabio per arrivare in quota a 1278m ai Piani dei Resinelli.

Le ultime case dell'abitato di Ballabio si stavano diradando e la strada incominciava a lambire il fianco della montagna fra i primi alberi. Meno male che il sole ha fatto capolino. Proseguivo con il mio ritmo in alcuni brevi tratti potevo mettere la terza e aumentare di poco la velocità attorno agli 8-9 km/h per poi subito scalare, ma questo non era bello perchè ti rompeva il ritmo e ad ogni cambio andava reimpostato il valore del cruise control.

 

 

Come si scalava in prima occorreva allo stesso modo rimodulare la potenza fornita dal motore per cui mi mantenevo attorno ai 70-80 Watt cercando di centrare al meglio le mie prestazioni muscolari.

I tornanti si susseguivano e non sapendo a priori quanti ce ne fossero in un certo modo uno la domada se la poneva: Ma quanti sono?

Dopo 3,5 km il fiato si è rotto, per lo meno in gergo si dice così è quando avverti che ti regolarizzi con il respiro e sai gestirti meglio.

Prima sosta tecnica fisica, bere e un pezzetto di barretta al cioccolato, ormai si avvicinava mezzo giorno e un po' di fame si faceva sentire, stavo bevendo quando un rumore che proveniva dal vicino bosco mi ha fatto girare. Ho cercato con le orecchie e con gli occhi di capire da dove provenisse il rumore di fogliame secco calpestato e a fatica ho scorto con sorpresa una coppia di giovani camosci, che a mala pena si distinguevano fra gli arbusti del bosco. Stavo per estrarre la macchina fotografica quando l'improvviso l'arrivo di un fuoristrada ha fatto allontanare i due esemplari, peccato! Come sempre il motore non è gradito alla natura.

 

 

Come ho detto il percorso è scandito dai tornanti e dai sui cartelli che ne indicano il numero. Ho provato ad alzare la potenza del motore e in un attimo si andava oltre i 200 Watt ma poi alla fine ti ritrovavi ad una andatura che le batterie si sarebbero rifiutate di sostenere, se non per poche centinaia di metri, per cui andando più a miti consigli procedevo con i miei soliti 50-70-80 Watt.

Era bello nel silenzio rotto solo dal lieve brusio del motore vedersi dipanare il paesaggio che via via apparivab curva dopo curva fino ad arrivare alle prime quote di neve.

Finalmente la neve a fare da contorno all'impresa. In un certo senso mi rincuorava il fatto di essere quasi arrivato, ma anche il fatto che guardando il Wattmetro e il poco consumo ciò mi stava dando ulteriore fiducia sia nel mezzo che nelle mie capacità.

Devo dire che la scelta del "All in front "ovvero tutto nel cestino anteriore, in un certo senso non mi è dispiaciuto avere a disposizione una piattaforma su dove posizionare gli strumenti e ancora dello spazio per guanti aggiuntivi e altri ammenicoli e poi c'era un altro fattore:

il peso all'anteriore durante la salita non disturbava minimamente e nemmeno quasi si sentiva, dando comunque la sensazione di avere in mano una bici solida ed ancorata sul terreno specie quando la strada si inerpicava.

 

Fino a quel momento se dovevo avere dubbi sulla riuscita dell'impresa, questi dubbi si erano sciolti come la neve al sole che avevo accanto! E una certa punta di orgoglio è prevalsa, se non altro per avere azzeccato le mie idee a proposito e che ormai andavo da tempo spiegando agli amici del forum Jobike.




Oramai la meta era vicina, la strada pur senza smettere di inerpicarsi accennava a un leggero spianamento e le prime costruzioni erano visibili e a portata di qualche chilometro.


Finalmente io e il nine c'è l'avevamo fatta! Immaginavo che fosse la prima City E-bike ad essere arrivata in cima!

 

Dopo un ora esatta di moto e 7,36 km percorsi, ero ai 1278 m. dei Piani dei Resinelli, non male per una E-bike approntata il giorno prima! Veniamo ai consumi: 62,4Wh e giudicando la salita posso dire non male anche perchè in fin dei conti non sono arrivato in cima con il fiato in gola.

Con questo non voglio dire che tutti debbano fare come me, io ho voluto solo confermare la mia teoria, però vista l'esperienza, penso che già solo spingendo di più con il motore che sottolineo ce la fa a salire anche con più potenza, a quel punto sarebbero servite delle buone batterie mentre i consumi si attesterebbero ad almeno 4 volte tanto se non di più sentendo come alcuni utenti affrontano le salite.

A questo punto però penso finisca l'idea dell'aiuto e che subentri di più lo spirito della sostituita.

La mia filosofia è quella della salita con l'aiuto di quel tanto che basta ad aiutare le mie prestazioni. Se non ce la faccio a salire di mio ho due strade: O cambio salita e riduco la pendenza o mi prendo a quel punto un motorino!

Al di là di queste considerazioni una volta arrivato in cima ho voluto fare il periplo dell'abitato del Pian dei Resinelli e per fare ciò ho dovuto affrontare un tratto in discesa, e qui viene il bello, è entrato in scena il "pulsante rosso" associato al freno elettrodinamico.

A differenza della sensazione che si ha quando si frena in cui si sente il rallentamento dovuto allo sfregamento dei pattini e se si vuole rallentare ulteriormente occorre premere con più forza sulle leve dei freni, per poi come si allenta un attimo il freno sentire subito che la bici schizza via e aumenta progressivamente la velocità, azionando il bottone rosso entra in funzione il freno dinamico e si avverte subito una frenata diversa. Un progressivo rallentamento che lo senti dentro la bici un pastoso freno che ti rallenta e secondo le discese più o meno ripide ti permette di gestire velocità attorno ai venti km/h.

Devo dire che è una bellissima sensazione poter usufruire del terzo freno e una sicurezza psicologica in più che altrimenti non si avrebbe con un veicolo che di suo ha in aggiunta un bel po' di kg in più da arrestare e quando si prende velocità vi assicuro che non è uno scherzo, nonostante che la mia bici abbia freni di tutto rispetto e funzionali.


Un "Eco Mostro" a 1287m, cosa ci fa li un palazzo di 13 piani?

In effetti qualche anno fa mi trovavo dall'altra parte del Lago di Lecco al rifugio vicino ai Corni di Canzo e da là vedevo un palazzone in cima alla montagna. Mi sono sempre chiesto cosa fosse, ieri ho avuto la risposta!

Direi che delle case come quelle sullo sfondo si addicono di più al conteso paesaggistico!

Prova trazione Integrale

Vista la presenza della neve non potevo esimermi da fare una breve prova sulla neve. Seppur le mie coperture da City non fossero il meglio ho avvertito che la trazione su due ruote non mi faceva slittare anche in leggera salita. In discesa invece per rallentare subentrava ancora l'ormai insustituibile freno motore di cui hai la certezza che non ti bloccherà mai come il freno normale a pattino!

Da quel momento sulla neve sui tratti bagnati e con la neve ho utilizzato solo quello.

 

Sembra la pubblicità di Apple che utilizza le siluette

Il piazzale con la biglietteria per il museo minerario

Qualche panorama non mancava, peccato per la giornata non proprio limpida.

Una foto di rito a giustificare l'impresa

Prova salita estrema

A fianco della chiesa parte una stradina che porta a dei rifugi, non so quantificare la pendenza la si vede nella foto, so solo che ho inserito la prima e il GPS segnava 3 km/h procedendo con l'aggiunta di 70 Watt, ho provato a dare più potenza al motore ma dando un occhiata agli assorbimenti e non essendo sadico di naura, non ho voluto infierire sulle batterie, che fino a quel momento avevano retto.

La bella chiesetta in pietra

 

Poco dopo mi sono portato a 1321m e complice l'uscita del sole mi sono concesso lo spuntino di due tranci di pizza, che in fondo il mio stomaco stava già reclamando da tempo!

Ed ecco il nine fra le nuvole brillare al sole sopra l'abitato di Pian dei Resinelli

La discesa

Forse uno non si rende conto di quanto è salito fino a che non si volta per affrontare la discesa!

Allora il panorama cambia e soprattutto la strada cambia ed il tempo che prima si dilatava nella lenta salita ora si comprime in un attimo.

Basta allentare i freni e ti ritrovi il tachimetro che supera allegramente i 30km/h ed inizi a sentire il vento in faccia cosa che in salita manco te lo sogni a 10km/h e qui viene il bello!

Visto che l'ultimo tratto fatto era abbastanza ripido ho azionato subito il freno dinamico, ma nonostante tutto scendevo anche a 25 km/h e per rallentare ulteriormente in vista dello stop è stato gioco forza azionare i freni .

Abbandonato Pian dei Resinelli e risalutato un signore che se ne era venuto su a piedi da Mandello del Lario, ho intrapreso la mia discesa verso Ballabio.

 

Come ho scritto sopra il famoso bottoncino rosso è stato l'artefice di tutta la discesa e costantemente sono disceso utilizzando esclusivamente il freno dinamico, solo in alcuni tratti dove ho volutamente lasciato correre la bici allora sono intervenuto anche con i freni normali meccanici.

Per farla breve la discesa di 9,38km (a proposito durante la sosta pranzo ho risolto il problema al captatore del contachilometri), l'ho percorsa in 30 minuti alla media di 18,48 km/h con una velocità max voluta di 44km/h. Naturalmente a motore spento ma centralina attiva, se non avessi frenato probabilmente avrei superato tranquillamente i 70km/h salvo dopo fare i conti con i tornanti, ho perso il conto ma mi pare fossero attorno a una quindicina.

Anche per la discesa a freno dinamico occorre prestare attenzione al Wattmetro e più precisamente al Voltmetro, cercando di evitare che la tensione sulle batterie salga troppo ed è per questo che è meglio mantenere una velocità di discesa moderata che comunque ti permette di ammirare e apprezzare il panorama.

Per quanto riguarda il peso tutto avanti anche in questo caso la bici sembra acquisti piu aderenza all'anteriore, certo se si prende una buca sarebbe meglio una bella forcella ammortizzata. Nel complesso comunque non ho avuto problemi di sorta. Anche il cruise control nella salita mi ha liberato l'incombenza di dover continuamente dare un'occhio al Wattmetro e tenere rigido il polso se avessi utilizzato la manopola originale.

Sopra si possono vedere i dati finali del percorso andata e ritorno, e i relativi consumi in Wh e Ah

Conclusioni, il bilancio complessivo è stato ottimo e soprattutto ha confermato a pieno le mie aspettative, ora posso semmai guardare a prospettive future con dati certi tali da potermi fare pianificare al meglio altre imprese simili a queste e anche di gettata più lunga, sempre batterie permettendo.

 

 

 

 

 

 

Un foto racconto di Cadore designer © 2008
pagina creata:31-01-2008
ultimo aggiornamento: 31-01-2018
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