In questo
territorio vi sono molti resti storico-religiosi
derivati dal passaggio di varie diramazioni della
via Francigena, su cui si basa parte di questo
percorso
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Come
già scritto in precedenza, il percorso
è ad anello per cui è possibile
partire da qualunque punto. Nel mio caso sono
partito dalla località Cappelletta,
raggiungibile da Farini (val Nure).
Nella foto
la Cappelletta, da cui prende il nome la
località
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Partendo
dalla Cappelletta proseguire a sinistra. Il primo
tratto è su asfalto in falso piano,
attraverso un bosco di castagni in cui non mancano
ottimi funghi prataioli. Anche in estate le
temperature non superano i 20-22°C e sotto il
bosco il fresco è amplificato
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All'incrocio
proseguo sulla destra verso Campagna, costeggiando
un prato di foraggio. L'allevamento e il turismo
rappresentano una risorsa per questa porzione di
Appennino
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Sulla
sinistra si apre la visuale sul versante est del
monte Aserei 1432 m s.l.m.
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Nuvole
lontane, sole a picco sul versante che volge alla
Val Nure. Sotto il bosco a sinistra si trova
Mareto
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Dopo pochi
chilometri in lieve salita svolto a sinistra,
attendendo che il trattore con una balla di fieno
mi liberi la strada
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Il tratto
è in salita e reso molto difficile per via
dello sterrato irregolare con sassi sporgenti e
traiettorie poco pulite
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Sulla
destra, tra gli alberi, si intravede la valle del
Perino, e sullo sfondo la pianura Padana
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Il sole
è alto, è meglio rinnovare la crema
solare. Accanto a me un bellissimo Cichorium
Intybus. Questa specie perde il fiore di notte e lo
rigenera durante il giorno
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Il tratto
in salita termina con una pendenza maggiore e uno
sterrato ancora più irregolare. Cerco di
percorrerlo tutto, ma gli ultimi 3-4 metri mi
arrendo perché la ruota anteriore ha perso
di nuovo aderenza lasciandomi a piedi.
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Spingo la
bici fino al bivio. Bevo. Salgo sulla bici e giro a
destra
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Lo sterrato
diventa regolare con traiettorie più pulite
e alternanza di Sali e scendi molto
piacevole
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Bellissime
Dactylorhiza incarnata (orchiedee) fanno da cornice
al percorso
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Il monte
Capra sulla sinistra, la valle del Perino al centro
e sullo sfondo, oltre le montagne Piacenza e la
pianura Padana
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Il monte
Aserei, ai cui piedi pascola una mandria di
mucche
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Arrivo al
passo, occasione buona per bere e assaporarmi una
pesca saturnina
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A questo
bivio prendo la direzione Pradovera
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Dopo pochi
metri arrivo allo scollinamento dopo il quale mi
aspetta una bella discesa. Consiglio molta prudenza
per le curve e soprattutto per le buche presenti
sulla strada
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Alla fine
della discesa, dopo una curva stretta verso destra,
arrivo al passo Santa Barbara. Svolto a
sinistra
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La discesa
è ripida e fra gli alberi il panorama ne
risente. All'improvviso sulla destra compare il
versante ovest del monte Capra
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Un piccolo
strappo in salita, e poi giù verso un
santuario di Sant'Agostino
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L'ora e lo
stomaco però mi chiedono di fermarmi a
pranzare. Approfitto della discesa per mangiare un
panino marmellata e ricotta.
Il giro
è impegnativo con i suoi continui sali e
scendi ed occorre dosare l'alimentazione
distribuendola lungo tutto il percorso, sia per non
sovraccaricare lo stomaco che per non creare
inutili picchi glicemici.
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Dalla
strada un bel panorama. A sinistra sotto la nuvola
il monte Aserei, oltre le montagne sul fondo la
Liguria
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Dopo poco
sulla sinistra compare anche il paese di Coli, giro
di boa del percorso di oggi.
Coli
è posto a 638m s.l.m. e si trova
nell'Appennino Ligure di cui fa parte anche parte
dell'Appennino Piacentino
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Mentre sto
fotografando un fiore del genere Cirsium, vi si
posa sopra una bellissima farfalla
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Proseguendo
fra curve strette arrivo all'incrocio della foto,
giro a sinistra. La cartellonistica è
mancante di indicazioni, come accade spesso sulle
strade Italiane. A destra dell'incrocio c'è
una fontanella
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Incontro le
prime case di Coli tra cui, sulla sinistra, compare
un albergo ristorante
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Al centro
della foto Bobbio, a fondo valle. Vi rammento che
è possibile salire anche da Bobbio per
iniziare questo giro. Nel punto più basso
del giro uno sguardo alla Val Trebbia.
Il monte a sx è il famoso Monte Penice 1460m
s.l.m. una delle montagne più alte
dell'Appennino Ligure. Molti di voi lo ricorderanno
per il fatto che durante le prime trasmissioni
televisive della RAI su questo monte erano piazzati
i ricetrasmettitori, mentre le antenne delle nostre
TV andavano orientate verso di esso, per chi era in
alcune zone del Piemonte, Lombardia ed
Emilia.
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Proseguo
senza deviazioni e sulla strada incontro un
ciclista proveniente da Coli. È l'occasione
per fare un mini-break. Il ciclista si era fermato
per contemplare le meravigliose ginestre che
incorniciano la collinetta
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Poco prima
di salutarlo, un'altra farfalla decide di farsi
fotografare
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Superata la
curva si vede il paese di Coli. Per raggiungerlo,
all'incrocio si gira a destra
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Davanti
alla chiesa parrocchiale San Vito di Coli, mangio
un pezzo del panino iniziato poco fa, energia
pronto uso per la salita. Ovviamente non esagero
per evitare problemi digestivi.
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In piazza
c'è la cartina dei percorsi della via
Fancigena che passano attraverso queste zone.
L'escursionismo è un'attività
turistica importante per l'economia della zona. Una
delle mete più quotate è l'eremo di
San Michele, raggiungibile a piedi attraverso il
sentiero sterrato Cai n. 8216.
Se cliccate
sull'immagine avrete la visione
ingrandita
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Ritorno
sulla strada principale e all'incrocio svolto a
destra, sulla via del ritorno. Inizia la lunga
salita verso il passo Sella dei Generali. Uno
sguardo alla meta e hop! Sui pedali! Foto verso il
Passo che si trova sulla seconda sella a dx a
partire dal centro della foto
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Uno sguardo
in alto, oltre la gola centrale c'è il passo
Santa Barbara da cui sono sceso stamane. Sopra la
mia testa volteggiano delle poiane, spero di non
essere nel loro menù.
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A destra si
vede la chiesa di San Medardo, prossima meta, che
si trova fra Coli e Sella dei Generali
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Arrivo al
bivio per Baratti e prendo la strada in discesa.
A
metà della discesa c'è una
fontanella, dove riempio la borraccia, ormai
vuota.
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Alla
fontana qualcuno ha lasciato un bicchiere. Talvolta
non è infrequente che vicini alle fonti i
locali lascino anche dei bicchieri di vetro a
disposizione per i viandanti.
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e
dopo la discesa, mi aspetta uno strappo di salita
non indifferente. Al termine della salita passo
accanto al cimitero e arrivo alla chiesa
Parrocchiale di S. Medardo Martire XII sec. nella
frazione di Peli.
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Il posto
offre un'ottima visuale e un ampio spazio con un
tavolo, delle panche sotto un pino e una
fontanella. La chiesa è stata poi
ricostruita nel XVII sec. ed appartiene al
Monastero di S.Paolo di Mezzano.
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Mi rimetto
sui pedali e invece di ritornare dalla strada
percorsa prima, dopo il cimitero, proseguo diritto.
La salita è molto impegnativa con pendenza
media del 12%.
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Arrivato in
località Agnelli e superate le case mi trovo
di fronte ad un bivio. Giro a destra, direzione
Cornaro.
Dopo
qualche centinaio di metri mantengo la destra e in
prossimità di una piccola chiesetta
c'è il cartello che indica Faraneto a
destra. La strada è stretta e mista di sali
e scendi per un primo tratto, poi tutta discesa
fino al castello di Faraneto
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La chiesa
di S. Medardo e sul versante opposto la
provinciale
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L'edificio
che nel XIII secolo era un castello, poi
trasformato in palazzo signorile nel XVI secolo ora
appare come un cascinale. Acquistato da un privato
di Coli é in ristrutturazione e ospita
un'azienda agricola.
Senza
più deviazioni, ritorno al bivio e mi
inerpico direzione monte Aserei.
Si sale
subito e senza fronzoli la pendenza media è
di circa il 13% con punte del 20%. Il sole a picco
non aiuta, nonostante la temperatura sia sempre
attorno ai 22°C
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Nella foto,
al centro, il bivio e le case di Agnelli, sulla
destra a metà della montagna Faraneto e la
chiesa di S. Medardo. Sullo sfondo le montagne che
mi separano dalla Liguria
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La strada
è stretta, ma la pendenza è
più lieve rispetto a prima. Ovunque mi giro
vedo prati verdi, molti dei quali diventeranno
foraggio per mucche. Di fronte a me l'agognata
cima, oltre la collinetta.
Dopo un
altro tratto di salita rieccomi al passo dei
Generali. Ora mi aspetta una lunga discesa, quindi
colgo l'occasione di mangiarmi un altro panino. Nel
frattempo giungono sul passo due centauri, marito e
moglie. Mi chiedono di fargli una foto con le moto
e ripartono. Anche per me è giunta l'ora di
ripartire di nuovo verso passo S. Barbara. Mi metto
il giubbetto e giù!
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Arrivato al
passo, stavolta giro a destra, verso Pradovera. I
cartelli anche in questo caso sono carenti e mal
posizionati
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Subito dopo
la curva, la strada dissestata entra in un bosco.
L'aria è molto fresca nonostante sia
pomeriggio inoltrato. Le curve cieche e la strada
stretta impongono prudenza
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Finito il
tratto sotto gli alberi, a destra si apre il
panorama sulla montagna da cui sono partito In
fondo a sinistra, appena sotto la montagna
all'orizzonte, c'è la Cappelletta
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Arrivato a
Pradovera, mi rinfresco a una fontanella che si
trova a sinistra. Poco più avanti la chiesa
intitolata a Santa Maria Assunta
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Sull'altro
lato della strada rispetto alla chiesa un residuo
bellico, risalente alla I Guerra Mondiale.
Dopo le
foto riprendo la discesa molto divertente ma senza
spunti paesaggistici interessanti.
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A
discesa finita inizia l'ultima salita che mi
conduce al punto di partenza. Alcuni tratti sono
fortunatamente sotto l'ombra.
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Uno sguardo
verso Pradovera, al centro della foto
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Tra
vegetazione e tornanti sono ritornato alla
Cappelletta, punto di partenza di questo "otto"
Appenninico Ligure-Piacentino
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CONCLUSIONE
I continui
sali scendi che caratterizzano questo giro e le
parti in sterrato, impongono che chi lo faccia sia
sufficientemente allenato. Il rovescio della
medaglia come sempre sono i panorami e le belle
zone dove si passa.
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