Costruirsi un manometro
per regolare le basse pressioni
dei pneumatici FAT

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Questione di pressioni


In ogni mezzo di locomozione che utilizzi dei pneumatici per lo scorrimento, si deve sempre prestare massima attenzione sia al loro stato di usura ma soprattutto alla loro corretta pressione di esercizio. Ma c'é un mezzo che rimane molto sensibile alle variazioni di pressione ed è la Fat bike, ovvero le bici che montano pneumatici con misure che vanno da 3,8" sino a 5"






Non che le altre dimensioni di pneumatici che utilizzano le bici non risentano della pressione non corretta, ma nel caso delle Fat bike stiamo parlando di un range di utilizzo che può variare da 0,5 a 1 atm. Logico che in un range di 5 decimi di atmosfera per poter fare una regolazione corretta e precisa occorre avere alcune accortezze ed uno strumento più o meno affidabile e preciso.


Per cui che si fa?

Le strade sono due o cerchi qualcosa sul mercato che sia adatto allo scopo oppure ricorri al fai da te.

Prima però occorre anche preoccuparsi di quale pompa sia meglio utilizzare con questo tipo di pneumatici che richiedono un grande volume d'aria al loro interno. Pompa che poi verrà utilizzata maggiormente sui percorsi, quindi lontano da casa dove qualcuno potrebbe avere anche un compressore a disposizione con relativo manometro.



La mia scelta è ricaduta su questo modello ad alto volume della LEZYNE. Una robusta pompa in alluminio da utilizzarsi a terra come se fosse una tradizionale pompa da ciclista solo in scala ridotta.

Il terminale è bivalente potendo avvitarsi sia sulle valvole Presta che sulle Shrader.

Ne esistono due varianti del modello HV quella a sx senza manometro ed un'altra con manometro inserito nel tubo di gomma.

Io ho acquistato quella a sx senza manometro, il perché è motivato dal fatto che il manometro come potete vedere è graduato a partire da 20 psi che corrispondono a 1,4 atm per cui fuori range di utilizzo per una FAT bike, mentre potrebbe andare bene per le normali bici.




Come costruirsi un misuratore e regolatore di bassa pressione

Alle volte aprendo un cassetto ti accorgi di aver tenuto per decenni qualche cosa senza averla mai utilizzata perché inadatta alle tue esigenze ma poi viene il momento che una nuova esigenza ti faccia scattare la molla ricordandoti che forse quell'oggetto ora potrebbe diventare utile.



Così aprendo il cassetto salta fuori un piccolo manometro tarato in Kp/cm2 e PSI dove 1bar corrisponderebbe a 1,02 kp/cm2 e 0,987 atm. Ora queste piccole differenze centesimali non è che possano cambiare la vita ad una persona, l'importante è avere la scala graduata affidabile con un range di pressioni che ricada nell'utilizzo dei pneumatici di bici FAT, MTB e trekking.


Naturalmente il manometro da solo sarebbe servito a ben poco senza un adattatore che potesse interfacciarsi con la valvola della camera d'aria. Come sempre il mercato offre differenti standard ma quelle che vanno per la maggiore e quelle presenti sul parco bici che utilizzo sono le due raffigurate sopra.

A sx è la valvola Presta che guarda caso è quella impiegata sulla mia FAT e MTB mentre a dx è la valvola Schrader per intenderci quella di tipo automobilistico che è impiegata nel mio caso su una MTB che non necessita di una accurata regolazione di pressione degli pneumatici.

Per questo motivo mi sono concentrato sulla valvola Presta.

Questo tipo di valvola ha la caratteristica di avere il meccanismo di ritegno della pressione che non si può togliere dal corpo valvola come accade per la valvola Schrader o la vecchia valvola Italiana modello Regina. Questa comporta il fatto che mentre si inserisce o si disinserisce una normale pompa sulla valvola, questa lasci uscire più o meno pressione dalla camera d'aria, tutto dipende quanto siamo scaltri nell'effettuare questa operazione.

Oltre a questo piccolo inconveniente se uscite senza pompa e volete approfittare di un distributore di benzina vi servirebbe anche l'adattatore che non sempre la stazione di servizio potrebbe avere.



Per ovviare a questi due inconvenienti tempo fa avevo acquistato questo tipo di adattatore che a sx nella parte filettata si interfaccia come se fosse una valvola di tipo Schrader mentre a dx un filetto interno permette di raccordarsi alla valvola di tipo Presta.

Il vantaggio che offre questo semplice adattatore è quello di poter utilizzare una qualsiasi pistola con manometro in dotazione ai compressori ed in seconda battuta il foro filettato è dotato di un O-ring che permette una perfetta tenuta della pressione sia in fase di gonfiaggio sia quando l'adattatore viene tolto dalla valvola Presta.



In questa foto si vede in fondo l'O-ring di tenuta e come è in origine questo adattatore. Nella foto precedente a dx si intravede invece la modifica che ho fatto restringendo una porzione del diametro interno.

La modifica in questione si è resa necessaria per un semplice motivo: La valvola Presta quando si svita la parte superiore del corpo valvola la rende libera, solo che la pressione interna della camera d'aria la fa rimanere in chiusura. Pertanto se voi collegaste un manometro attraverso il suddetto adattatore non misurereste nulla!

Quindi per questo motivo ho fatto la modifica in modo tale che quando l'adattatore viene avvitato a fondo sulla valvola, negli ultimi giri l'estremità della valvola viene spinta verso il basso lasciando la valvola libera di sfogare la pressione che si trova all'interno della camera d'aria.

Una piccola modifica realizzata semplicemente con due gocce di stagno saldate all'interno dell'adattatore e disposte a 180°

In un primo momento mi sono accontentato di utilizzare il manometro per verificare la pressione, solo che poi l'eventuale regolazione aveva del macchinoso perché costringeva a continui togli e metti, non certo una cosa per nulla pratica!

Sostanzialmente per rendere completo questo sistema occorreva applicare una valvola che permettesse una regolazione fine della pressione ne più ne meno come comunemente è dotata qualsiasi pistola con manometro in uso sui compressori.

Ho lasciato sedimentare la cosa per un po' di tempo sino a che ho pensato su cosa poter utilizzare ed adattare a questo scopo fra le cose che si hanno in casa.

E la soluzione alla fine è stata abbastanza semplice, una vecchia valvola di camera d'aria Italiana del tipo Regina, seghetto, trapano, lima, pasta disossidante, stagno, saldatore.

Nella realizzazione pratica ho segato il corpo valvola eliminando la parte in eccesso lasciando circa 3 mm di spazio dal fondo della valvola con la valvola lasciata tutta svitata.

Poi ho arrotondato con una lima il fondo della valvola per adattarlo al diametro del porta gomma sul quale ho praticato un foro del diametro di 1,5 mm.

Dopo aver ravvivato con una lima le parti da porre in contatto fra loro, ho applicato della pasta disossidante e saldato le parti con un saldatore a stagno essendo i pezzi costruiti in ottone.

Alla fine il lavoro che ne è uscito è stato questo, tutto sommato abbastanza semplice ma soprattutto funzionale perchè con la valvola Regina adottata è molto semplice e precisa la regolazione della pressione del pneumatico. Infatti se si svita poco il coperchio della valvola, poi premendolo è possibile far uscire una minima quantità d'aria alla volta ottenendo una precisa regolazione anche di 1/2 decimo di atm.


Qui rappresentato uno pneumatico 4.0 chiodato gonfiato a 0,6 atm con la bici scarica


Qui lo stesso pneumatico ma con carico di 70 kg. Come si può notare l'impronta a terra è cambiata e siamo di fronte ad una deformazione ottimale per terreni molto scivolosi come lo sono la presenza di neve e ghiaccio, terreni per cui questo pneumatico è stato costruito. Il limite inferiore potrebbe essere uno 0,5 atm oltre il quale si rischierebbe di stallonare nel mio caso per il mio cerchio posteriore, tutto dipende dal profilo del cerchio adottato e della gomma.

Attenzione: perché come è noto la corretta pressione di un pneumatico dipende fondamentalmente dalla massa che grava sull'asse della ruota, oltre al tipo di mescola impiegata nello pneumatico, dal suo coefficiente di durezza, alla presenza o meno della camera d'aria e del suo spessore, della temperatura esterna, tutti fattori che sommati, alla fine daranno un risultato differente.

Esemplificando: Se si possiede una bella FAT in carbonio, con cerchi in carbonio, viteria in titanio etc per renderla il più leggera possibile poniamo ad esempio senza esagerare un 10 Kg e chi la guida pesasse 65 kg per una massa totale di 75 Kg e ponessimo a confronto un FAT E-bike da 25 Kg e il suo proprietario di 80 Kg, la massa totale farebbe 105 KG e la differenza fra i due sarebbe di ben 30 Kg! A questo punto capite bene che mentre nel primo caso ipoteticamente si potrebbe scendere anche a 0,2 atm, nel secondo caso quella massa di 30 Kg in più non lo permetterebbe.

La paura di stallonare a basse pressioni

Molti esagerano a ridurre la pressione degli pneumatici probabilmente andando dietro a valori suggeriti da altre persone che hanno differenti condizioni fra mezzo e pilota come quelle che ho evidenziato poco sopra! Ma oltre a questo una certa importanza va riposta anche nel tipo di pneumatico adottato.

Sul mercato vi sono pneumatici di tutti i tipi, più o meno leggeri, più o meno rinforzati sulle spalle, Foldable o Wired (che si possono piegare o con il ferro inserito nel tallone).

In generale se si confrontano i tipi Foldable con i Wired ci accorgeremmo subito che preso in mano il Wired e appoggiato verticalmente a terra se ne sta eretto con una minima deformazione. Al contrario un Foldable nelle stesse condizioni è già buono se si riuscisse a farlo stare nella sua forma a cerchio senza collassare su se stesso.

Oltre a questo vi accorgerete che quando li monterete sul cerchio il Wired offrirà molta più resistenza nell'imporgli una deformazione sulla spalla per farlo incanalare sul cerchio, cosa invece relativamente più facile con il Foldable.

Ora immaginate questi due pneumatici una volta montati e gonfiati ad esempio a 0,2 atm, sarà logico pensare che i coefficienti di deformazione dei due pneumatici per forza di cose saranno differenti perchè la costante sarà il valore della pressione di gonfiaggio ma la variabile iniziale di resistenza alla deformazione rimarrà inalterata fra i due. Sotto questa logica va da sé che un pneumatico debole di spalla come lo è un Foldable a parità di bassa pressione in confronto ad un Wired potrebbe stallonare prima.

Per queste ragioni non è possibile fare una tabella di riferimento, ogni caso è differente, per cui meglio fare un po' di prove sul campo con il manometro e saprete quale pressione è meglio adottare per il vostro setting.

La guida a bassa pressione

Chi ha provato la guida di una FAT bike con pressioni basse si sarà accorto che più si scende di pressione se da un lato si ha un miglior comfort ed aumenta la trazione, per contro la guida diventa imprecisa, difficoltosa nei cambi di direzione e più faticosa nel mantenere la bici dove vorremmo che andasse.

Tutto questo è sempre a causa della deformazione laterale del pneumatico, più la spalla è cedevole e più si avvertirà questo effetto.




Qui sopra ho creato una semplice animazione dove nel primo fotogramma si ha la forma di un pneumatico ideale in posizione verticale.

Nel secondo fotogramma lo stesso pneumatico ideale in piega, assumendo il fatto che sia idealmente gonfiato ad una pressione tale da renderlo indeformabile (cosa ovviamente impossibile, ma qui sto estremizzando) è logico che in questo caso quando si piegherà la bici, il cambio di direzione avverrà in modo preciso come se ci fosse una cerniera all'estremità del pneumatico che appoggia sul terreno.

Nel terzo fotogramma la bici sempre in piega questa volta con lo pneumatico a bassa pressione. A questo punto si avrà una notevole deformazione con un aumento della superficie di contatto a terra ma con una evidente deformazione laterale in senso opposto alla direzione in cui si vorrebbe andare.

Questo si tradurrà nella sensazione di dover forzare per indirizzare la bici a sx mentre la cedevolezza della spalla della gomma tenderà a deformarsi e fare andare la bici nel senso opposto a cui vorremmo che andasse sino a che si arriverà al limite di deformazione della gomma e a quel punto si riuscirà a far cambiare direzione al mezzo.

Una guida in queste condizioni diventa problematica nei cambi rapidi e continui di direzione ad esempio in situazioni di equilibrio precario a basse velocità.

Conclusione

Su una Fat bike poter regolare anche un decimo di atm fa avvertire un netto cambiamento della conduzione della bici sia per la trazione sia per l'assorbimento delle asperità. Una volta fatti un po' di test su varie situazioni di fondo dei percorsi, sarà facile memorizzare quale pressione si giusta adottare nelle varie situazioni che in futuro si potranno presentare.

  

 

 

 

Cadore designer © 2018
pagina creata:05-01-2018
ultimo aggiornamento: 07-01-2018
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