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Salita da Dongo ai Passi del Giovo e San Iorio (CO) |
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Ci si trova
a a nord nel lago di Como sulla sponda ovest. La
salita verso il passo di San Iorio parte da Dongo.
Al termine della salita ad un centinaio di metri si
arriva al confine Svizzero. La
mappa del percorso. Se vi dovessero uscire le
indicazioni in "Miglia" è possibile
convertirle in Km nelle preferenze di accesso al
sito Garmin Connect una volta che si è
registrati e scaricare la relativa traccia per il
GPS. Per accedere al sito, selezionare "View
Details", se si vuole registrarsi al sito,
selezionare "Accedi". Si
parte da Dongo che si trova sulla sponda nord-ovest
del lago di Como. Si tratta di una salita
abbastanza lunga e con tratti molto pendenti nei
primi e ultimi km. Oltre a questo ci sono da
affrontare gli ultimi 10km in sterrato. Ovvio che
un percorso come questo va affrontato se si
è ben allenati altrimenti si paga "pegno"
Ci
si trova in montagna in zone ricche di acque per
cui le fontane sono molto diffuse. Se ci si
limita al tratto asfaltato fino alla Bocchetta di
Germasino a quota 1239m qualsiasi bici può
andare bene, ovvio dotata di buon cambio e freni,
viste le pendenze.
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Per
comodità abbiamo posteggiato nell'ampio
parcheggio dell'Ospedale di Gravedona ed Uniti,
vedi mappa sopra. Lasciato il
parcheggio ci si dirige sulla strada statale
Regina, in direzione Como e giunti a Dongo alla
vista dei cartelli che indicano Stazzona - San
Iorio si svolta a dx. Vi aspettano 26km di
salita. Nella foto
uno sguardo dalla strada che sale verso Stazzona,
in primo piano la periferia di Dongo, il lago di
Como e sull'altra sponda la zona verso Piona con
alle spalle il Legnoncino e il Legnone La strada
in salita parte subito da Dongo, ora uno sguardo
verso il lago e la Valtellina e guardando
verso sud, altra vista sul lago di Como, invaso da
una leggera velatura sulle cime della Valsassina
Si arriva
verso Stazzona e la salita impegna subito, tanto
che ci togliamo i giubbini per non
sudare. Germasino
è dietro la curva dopo 8km dalla
partenza Si è
sempre in salita e come in quasi tutti i piccoli
paesi di montagna, la strada vi passa in
mezzo. Si procede
verso Garzeno e sulla sx dovrebbe esserci il monte
Tabor Più
saliamo e le visuali cambiano, si vede meglio la
zona di Piona, Legnone e Legnoncino Lasciato
Garzeno ci si inoltra nel bosco, il mio amico Dino
che mi accompagnerà nella salita si ferma ad
aspettarmi, visto che di frequente mi fermo per
scattare le foto. Lo
raggiungo ed ovviamente la strada è sempre
in salita, abbiamo davanti ancora 8 tornanti da
affrontare per arrivare a circa 1200m
s.l.m. Vieni
c'è una casa nel bosco! Concentrati a salire
quasi non la si vedeva fra gli alberi. A 12,5km e
924,5m s.l.m. si arriva alla chiesa di Sant'Anna
sotto il comune di Germasino Il
complesso ha sul frontale un portico con 5 archi e
4 colonne frontali e si trova in una radura nel
bosco. A pochi
passi dalla chiesa, risalendo verso la strada, si
trovano una capanna e una piccola baita. Anche le
baite e le case hanno strutture simili con sviluppo
in verticale, su due piani più
solaio. Forse
questo punto è l'unico che riesce a
restituire una vista sulla foce del fiume Adda
verso il lago di Como e l'imbocco della
Valtellina Usciamo dal
bosco e si aprono altri panorami Dino era un
po' che mancava a farmi compagnia nei miei report e
lo stavo mettendo sotto con questa bella e lunga
salita. Sopra alcune casette in posizione
panoramica sul lago di Como
Arriviamo
alla località monte Grum, un po' di case
sparse sulla montagna Da Monte
Grum si gode un'ottima vista sul lago Che ne
dite? Niente male come balcone
panoramico. Un altra
capanna o baita che dir si voglia, identica come
strutture alle altre viste più
sotto. Qui finisce
l'asfalto e si passa alla parte sterrata che
proseguirà sino alla vetta del Passo San
iorio a circa 10km Il percorso
su sterrato costringe a salire a basse
velocità, cercando sempre la miglior
traiettoria fra i sassi. Il bosco che si attraverso
è molto bello. Ora, usciti
per un tratto allo scoperto, si può
osservare dietro di noi la zona da dove si è
saliti, i monti in centro dovrebbero essere quelli
che si trovano all'imbocco della
Valchiavenna Ancora un
po' di bosco, poi si uscirà allo scoperto
sino alla vetta. Le montagne
che avevo indicate come quelle della Valchiavenna
sono proprio loro. Ora riconosco essendo più
in alto: l'ingresso alla Valtellina e sullo sfondo
dovrebbero essere l'Adamello e la
Presanella Visto che
non ci correva dietro nessuno ed eravamo in tabella
di marcia, qualche sosta contemplativa ce la siamo
concessa. Qui Dino stava guardando qualche malga
posta verso nord. Sopra la sua testa si vedono i
fili di un elettrodotto che proviene dalla
Svizzera. Ecco cosa
stava osservando Dino, una mulattiera che saliva ad
una malga nella montagna difronte La nostra
meta non si vede ancora, sarebbe l'ultima montagna
che si vede sullo sfondo, ma il rifugio e il passo
sono coperti dalla montagna davanti. Nel
frattempo che eravamo fermi ci raggiungono un
gruppetto di tre persone, dotate di bici
biammortizzate, senza dubbio più adatte a
questi sterrati, non tanto per la salita ma per la
successiva discesa, dove noi si paga dazio con 10km
di fuorisella! Fintanto
che una casa costruttrice o un distributore non mi
affida una biammortizzata per questi report
offroad, continuo l'ascesa con le mie Alpine con le
quali per l'Italia hanno dato tanto. In questo
tratto le pendenze si fanno meno accentuate,
attorno al 6%, un ultimo tornante per poi
scollinare verso il passo del Giovo a quota 1714m.
s.l.m. Peccato per la velatura sullo sfondo della
Valtellina, del resto la catena di monti che la
chiude in fondo si trova a 100km da qui. Passiamo di
nuovo sotto l'elettrodotto e sulla sx intravediamo
il passo del Giovo ed il Rifugio, mentre in alto a
dx sulla montagna ora possiamo scorgere anche il
Rifugio San Iorio Ancora uno
sguardo dietro di noi, con la strada intagliata
nella montagna Dopo 25km
dalla partenza arriviamo alla prima meta. Questo
è l'ultimo tratto dove le auto possono
percorrere questa carrabile. Il resto del tracciato
per arrivare al rifugio è riservato a loro
per il rifornimento. Tra l'altro gli ultimi 3km
sono il tratto più impegnativo dell'intero
percorso. Il Rifugio
il Giovo è chiuso e pare che sia stato
trasformato in solo bivacco. Il rifugio
in pratica è situato su una cresta del monte
Giovo. Nella foto, a dx del Rifugio, si apre la
valle Albano, dall'omonimo torrente o detta anche
Valle Dongana, in quanto il torrente Albano sfocia
nel lago di Como a Dongo. Noi invece siamo saliti
sul versante che dà sulla Valle del
Liro Il primo
tratto verso il rifugio è sterrato, poi si
passa al lastricato. Dietro al rifugio si vede la
Cima di Cugn 2237m., mentre a dx il crinale sale
verso il Monte Marmontana 2316m. Al passo
Giovo, che ormai è laggiù sul crinale
del Monte Giovo, avevamo raggiunto i tre che
stavano salendo con le biammortizzate. Ora ognuno
di noi sta salendo con il proprio passo. Sullo
sfondo le Orobie. Si dice che
le vie per l'inferno sono lastricate di buoni
propositi. Qui invece occorre stringere i denti,
lingua in fuori e pedalare! Dino
l'avevo visto essere prossimo al Rifugio, intanto
mentre faccio le foto mi sfila uno dei tre con la
biammortizzata. Sulla cresta della montagna sx
intravedo la chiesetta di Sant'Iorio Ancora un
paio di tornanti e ci sono anch'io, mentre vedo
Dino essere a pochi metri dal Rifugio
Mi fermo
ancora una volta per guardarmi indietro. Sotto, a
circa 2km in linea d'aria, si vede il Rifugio Giovo
posto sulla cresta e la traccia della carrabile che
abbiamo fatto nel salire. La mia bici
è l'unica dotata di cavalletto e la sistemo
sotto il pennone delle bandiere Italiane ed
Europea. Dino si mette subito in posizione a
tavola. Chi arriva
quassù suda "sette camicie" per cui tutti
tolgono la maglietta per metterla ad asciugare e si
cambiano per il pranzo mettendo un indumento di
ricambio.
Ed ecco il
nostro tavolo, se andate a rileggervi
l'intestazione di apertura di questo report,
leggerete della ricorrenza del numero 2, ora
nemmeno a farlo apposta osservando la foto eravamo
al tavolo nº 2, quando si dice la
coincidenza! Vi piace
come location per un pranzetto? Cosa volere di
più, avevamo anche l'ombrellone a 2000m.
Dopo un
meritato pranzo, posiamo per la foto ricordo con la
bandiera ufficiale di bellitaliainbici e con lo
sfondo delle Orobie con le cime del Pizzo dei Tre
Signori, Legnone, Legnoncino e della Grigna
Come
preannunciato, dopo pranzo saliamo verso il
confine, un ripido e sconnesso sentiero ci
consiglia di salire a piedi, vista anche la breve
distanza, circa 10min. Salire in
bici, come potete vedere, non sarebbe il massimo
della trazione con tutte le pietre
smosse Ed ecco la
chiesetta di San Iorio, posta a 2010m s.l.m. sulla
cresta di confine, dietro di essa la
Svizzera. L'interno
della chiesa, si vedono tracce di antichi
affreschi Dino
è già in Svizzera e osserva sotto, la
Valle Morobbia, mentre sullo sfondo appare a 100km
di distanza la catena del Monte Rosa
Un
dettaglio della vista sul versante Italiano. Si
vede la traccia della carrabile che abbiamo
percorso e che scende passando davanti al Rifugio
Giovo e a fianco del M. Giovo.
Ecco il
versante Svizzero sulla valle Morobbia che scende
verso Bellinzona. In centro alla foto il lago
Maggiore e dietro di esso Locarno.
Dalla
Svizzera all'Italia, si, perché dal confine
Italiano si vede la Svizzera e poi di nuovo la
nostra Italia con la catena del Monte Rosa. Non
capita tutti i giorni di potersi godere una vista
da 100km In questa
inquadratura con il Monte Rosa sullo sfondo, si
contano ben 6 ordini di valli successive Dino posa
per la foto di rito con sfondo Svizzero.
Mi aggiungo
anch'io sul versante Italiano Sopra la
chiesa, la Cima di Cugn 2237m., mentre a dx il
crinale sale verso il Monte Marmontana
2316m. Tutte le
Orobie davanti a noi fino all'Adamello, peccato che
ci sia una leggera foschia. Dal confine
si vede sotto il Rifugio e i sentieri che partono
verso il Monte Marmontana. Arrivare al
Rifugio San Iorio o Jorio, può avere un
duplice scopo, avere una soddisfazione personale
per aver raggiunto la meta ed una ulteriore per
fare del bene. Quindi
avete un motivo in più per consumare un
pasto che farà del bene. E' ora di
scendere di nuovo al rifugio ma la bici che avevo
lasciata sola ora è attorniata da altre
bici. Sembra il
gioco dei tutti giù per terra o l'adorazione
dei sudditi verso la loro regina, molto più
semplicemente la mia bici è l'unica con il
cavalletto. Siccome
quando siamo saliti alla chiesetta lo strudel era
in forno e doveva raffreddarsi prima di essere
consumato, al nostro ritorno abbiamo pensato bene
di approfittarne per una ulteriore dose di dolce e
conseguente donazione. Qui eravamo
in alto nel paradiso ed ora ci attende il
lastricato verso l'inferno. Qui una
bella full ci vorrebbe proprio per le nostre
vecchie vertebre schiacciate dal peso degli anni,
per ora c'è una sola cosa da fare, alzarsi
sui pedali! Un ultimo
sguardo sulla via del ritorno, poi strada facendo
occhi bassi per 10km a schivare sassi e pietre che
non ci daranno certo molto spazio per ammirare i
bei panorami.
buone pedalate a tutti, Outside |
pagina creata:29-09-2013 ultimo aggiornamento: 23-07-2015 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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