Oltre la
salita da Santa Maria Hoè a San Genesio, ho
fatto un giro prendendo al ritorno a Cagliano il
bivio per Giovenzana proseguo per Nav
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Salita
in dettaglio
Una
chiesetta sulla strada di avvicinamento a Santa
Maria Hoè
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Si, parte!
ho trovato un parcheggio vicino all'inizio della
salita, che si vede a dx della ruota della bici
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l'inizio
della salita, è proprio di fronte ad un
parcheggio di una azienda, che nei giorni festivi
è frequentato da chi pratica il Down
Hill.
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Il furgone
e due persone appena tornate da una discesa.
In pratica per fare il Down Hill alcune persone si
raggruppano per poter gestire questo sport
alternativo, in genere individuano un punto di
partenza in quota che sia raggiungibile con mezzi
come appunto dei furgoni, e che vi siano tracciati
di discesa nel bosco che arrivino sino al punto di
partenza.
Questo
perchè le bici adatte a questa pratica sono
bici molto robuste che debbono sopportare forti
stress. Infatti scendono a tutta con salti anche
notevoli se trovano dei dossi, per cui il telaio
pesa parecchio e pensare di fare la salita è
impensabile.
Oltre a
questo l'abbigliamento è piu' consono a
pratiche di motocross o enduro quindi hanno robuste
scarpe, parastinchi para ginocchia, pargomiti e
spalle, casco protettivo con mascherina anteriore
guanti protettivi e taluni anche tuta in
pelle.
Del resto
nonostante queste protezioni non sono infrequenti
infortuni a chi pratica questo sport
estremo.
Quindi si
organizzano a turno per portarsi in quota dopo di
che l'autista torna e aspetta a valle i compagni
per poi scambiarsi i ruoli.
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In mezzo
alla forcella dell'albero si intravede Montevecchia
in cima alla collinetta
Questa
salita è il primo "balcone " verso la
pianura padana che sale verso i 900m. come si
inizia a salire si vedono le prime collinette della
Brianza.
Ho iniziato
la salita in una giornata che si è rilevata
caldissima in raffronto alle temperature medie
avute fino a ieri, di fatti i ragazzi scesi facendo
Down Hill mi hanno consigliato di alleggerirmi con
gli indumenti.
In questa
sosta dove ho scattato la foto, ho tolto un
indumento e i guanti anche perchè: pronti,
via si sale, le pendenze si sono fatte subito
sentire, e partire a freddo su un 8% - 10-12% la
temperatura corporea complice il caldo esterno
incomincia a salire rapidamente.
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Ecco
la bici attrezzata per la salita
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Dopo 5
tornanti arrivo al sesto dove trovo questa
chiesetta detta Pau', fra gli alberi sulla dx
intravedo San Genesio in cima alla
collina.
Fino ad ora
ho già superato tratti del 9-16-12-13%
almeno stando al grafico, sono salite che sono il
doppio delle pendenze che fino ad ora ho dovuto
affrontare nelle mie imprese, e nonostante abbia la
bici con qualche chilo in meno e le ruote da 26"
invece delle 28" ho dovuto comunque mettere il
rapporto piu corto disponibile e ridurre la
velocita anche a 5km/h
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Sia per il
fatto che avevo il sole in fronte e che per la
salita che si faceva sempre piu' impegnativa ho
desistito da fare ulteriori foto.
Lasciata la
chiesetta, per un paio di km la salita si fa dura,
sono costretto a ridurre la velocita anche a
4,5km/h ad un tornante dopo l'uscita ho dato un
colpo più forte di pedale e mi sono trovato
con la ruota anteriore che si librava nell'aria!
Atterrando subito dopo per poi impennarsi di nuovo
alla succesiva pedalta, ho capito che ero al limite
e dovevo per forza ridurre l'impegno se non volevo
viaggiare su una monoruota! Non chiedete che
pendenza fosse!
A circa
3,5km l'asfalto termina ed incomincia lo sterrato a
tratti sconnesso, e pendenze anche del 17% almeno
dicono, solo che come sull'asfalto qui mi trovavo
con frequenti perdite di aderenza
all'anteriore.
Ora ho
anche il vantaggio di avere una forcella piu'
rigida che in salita effettua meno rimbalzi quando
si pigia forte sui pedali e non è cosa da
poco per l'aumento dell'efficienza nelle salite,
quando con forcelle morbide si disperde una buona
parte dell'energia sulla forcella. E' per questo
motivo che le forcelle di buona levatura dispongono
dei blocchi anche rinviati al manubrio per renderle
rigide.
Le mie
hanno anche delle regolazioni sugli steli per
indurirle ulteriormente.
Io non
voglio entrare in merito alla salita e ai numeri di
percentuale della pendenza, so solo che per quanto
mi riguarda è una delle piu' toste
affrontate fino ad ora e il fatto che mi sia
ritrovato con la ruota anteriore sollevata non puo'
che farmi pensare che sono quasi al limite delle
leggi della fisica per affrontare una salita ancora
piu' impegnativa ma per fortuna sono solo pochi
brevi tratti.
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Mi ci
è voluta un'ora per raggiungere quota 836m
dell'Eremo
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In
prossimita dell'eremo si arriva sotto una folta
pineta e a sx si puo vedre in cima alla collina un
struttura che si chiama Ristoro Alpino.
A fianco
del ristoro si trovano alcuni tavoli con panche per
un ristoro all'aria aperta vicino alla
pineta
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Mi sarei
aspettato una volta in cima che vi fosse stato
qualche varco panoramico, inveci il sito è
attorniato da boscaglia che in questa stagione con
gli alberi spogli permette ancora di intravedere
fra i rami il paesaggio sottostante ma che immagino
tutto cio' verrà precluso in primavere ed in
estate.
Per
ottenere viste panoramiche occorre proseguire oltre
andando in direzione del monte Crocione che pur
essendo in mezzacosta richiede una passeggiata di
circa mezz'ora.
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Dall'alto
del Ristoro, la pineta ed in fondo il vialetto che
porta all'eremo di San Genesio
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Sul
piazzale si trova la mappa dei sentieri sul monte
Crocione e dintorni
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In giallo
il percorso della salita a San Genesio
In rosso
sono segnati i sentieri che probabilmente vengono
praticati da chi fa Down Hill, o se no sono quelli
probabilmente sono in quella zona.
Per chi
abita in Lombardia nella zona ad est di Milano
vorrei far notare che in questo luogo nasce il
torrente Molgora.
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Sopra una
vista verso la Bergamasca, in mezzo alla foto,
l'Adda nei pressi di Brivio
Dopo aver
ripristinato le calorie bruciate nella salita, ho
imboccato di nuovo la strada per il ritorno,
incrociando qualche MTB muscolare
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Ecco un
tratto della strada sterrata che porta all'eremo,
con il tornantino in fondo.
Nelle foto
è difficile dare la sensazione delle
pendenze, non vi resta che andarci di persona, la
strada è li che vi aspetta!
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Ridisceso a
Cagliano c'è un bivio: a sx si scende per la
strada affrontata per la salita, mentre a dx
c'è una strada che porta verso Giovenzana e
Nave Colle Brianza e volendo fino a
Lecco.
Al bivio si
trova anche una fontana per il rifornimento
idrico.
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La strada
procede in costa, nei pressi di Giovenzana si apre
un panorama sulla Brianza.
La strada
è molto panoramica e i continui saliscendi
aprono viste verso Ovest; immagino che in giornate
limpidissime si riesca a vedere molto
lontano.
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Ora la
strada girando permette la vista su Montevecchia,
il primo colle che domina la pianura verso
Milano
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Dopo
qualche saliscendi finalmente mi si para davanti un
panorama bellissimo che da verso Nord Ovest, si
vede incorniciato sullo sfondo il gruppo del Monte
Rosa.
Se
c'è una cosa che apprezzo dell'andare in
bici è il potersi fermare in ogni dove per
poter ammirare i panorami e scattare delle foto
senza per questo creare intralcio alla
circolazione.
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Lo sguardo
in questo punto si perde all'orizzonte fra le
catene del Monte Rosa, i contrafforti delle
montagne del triangolo lariano e il sottostante
lago di Annone
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Uno scorcio
di un campanile in cima alla collina
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Ora la
strada sta scollinando verso colle Brianza ed ecco
che appaiono i Corni di Canzo, è la montagna
con le due sporgenze che si trova fra le due
case.
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Sono nei
pressi di Colle Brianza e i panorami si
susseguono.
Ogni tanto
do un'occhiata alle ville alle mie spalle ed
invidio i proprietari per il fatto che possano
aprire le finestre al mattino e godersi questi
panorami e al tramonto vedere il sole tramontare
all'orizzonte!
A mio
parere questi luoghi della Brianza si possono
considerare fra quelli paesaggisticamente piu'
belli ed incantevoli.
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Sono i
primi giorni di Marzo, gli alberi sono ancora
spogli, fino a ieri faceva freddo, ma oggi il
termometro è impazzito con temperature di
quasi 24°C e già si possono vedere i
primi germogli sui cespugli,sarà sufficiente
una pioggerella primaverile per far risvegliare la
natura dal letargo invernale.
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Un cartello
mi porge il saluto dandomi l'arrivederci a Colle
Brianza, per chi è della zona sa che questa
strada è una delle piu' frequentate dai
ciclisti cicloamatori, e come dargli torto, certo
si fa fatica ad arrivare qui ma poi si è
ripagati dai panorami stupendi.
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Scendo dal
Colle Brianza e mi appare il lago di Annone formato
da due laghi separati da un una lingua di terra che
in un punto si apre.
Se
osservate in centro alla foto è visibile il
canale, mentre in alto sulla dx i famosi Corni di
Canzo.
Ho deciso
che era il momento di girare la bici e ritornare
alla base, qualche salitella ancora e poi tutta
discesa come si vede dal grafico iniziale, come
sempre quando si fa fatica a salire poi si viene
ripagati nella successiva discesa!
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Per finire
una foto panoramica che spazia dal Monte Rosa ai
Corni di Canzo e sotto dai Laghi di Alserio,
Pusiano e Annone
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Conclusioni
Il giro ora
si è concluso, 19km di bel vedere, un'ora e
mezza in sella e un'ora e un quarto di soste per
pranzo e scatti fotografici.
E' un giro
che consiglio, certo la salità fino
all'eremo di San Genesio va affrontata solo da chi
non ha problemi fisici perchè è molto
impegnativa, volendo se volete risparmiarvi la
fatica potete arrivare fino al bivio di Cagliano
che è già comunque un bell'impegno e
svoltare a sx per Giovenzana e Nava
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