La Val
Nure
Sono
partito da Mareto, proprio davanti al piazzale
della chiesa. Per un disguido tecnico la macchina
fotografica non ha salvato la foto della
chiesa.
Pronti via, subito una serie di piccole salite sul
pendio est del Monte Aserei.
Nella foto un aerogeneratore. Sono molto frequenti
in queste zone, molto ventose soprattutto in
altitudine (siamo a circa 1000
m.s.l.m.).
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Uscendo da
Mareto avevo incontrato numerosi trattori che
trasportavano le balle di fieno, da campi come
quello della foto. Sullo sfondo il monte San
Martino sotto il quale scorre il Nure.
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Sono
arrivato a Nicelli (1063 m.s.l.m.) come recita il
cartello. Sono sceso sulla strada a sx, a valle del
piccolo abitato. Ogni casa ha la sua catasta di
legna per l'inverno, sempre rigido.
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Alla fine
del paese ho proseguito diritto. La strada
inizialmente sembrava in discesa, ma subito dopo la
curva uno strappo mi ha trovato impreparato,
soprattutto con il cambio duro.
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Finalmente
in piano. Ho notato che ogni spazio di verde
è sfruttato per accumulare fieno, per il
bestiame. Sullo sfondo il monte
Albareto.
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Dal piano,
alle mie spalle, il monte Osero svetta sul borgo di
Nicelli.
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Si prosegue
per un po' in falso piano, al termine del quale
inizia la salita verso lo scollinamento. Il primo
tratto è un bosco di noccioli
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... poi
salendo quasi a 1200m s.l.m. diventa un bosco di
abeti, che impregnavano l'aria di un profumo
intenso di resina. La strada è stretta, non
certo in ottime condizioni
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L'asfalto
in gran parte rovinato mi obbligava a prendere
traiettorie strane, e dopo una curva si è
visto lo scollinamento
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Sulla
sinistra pascoli sul monte Albareto.
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Dopo 3,5 km
dalla partenza mi trovavo nel punto più alto
del giro, a quota 1178m s.l.m. con 220m D+
superati.
Uno sguardo verso Monte della Guardia, dove, (a
circa un terzo della foto da sx) nell'avvallamento
del profilo del monte si trova il passo del
Mercatello, passo che mette in comunicazione la Val
Nure con la Val Trebbia
Inizia la
discesa verso Ferriere passando prima da Solaro. La
strada è stretta e ci sono molte curve
spesso cieche, quindi le dita erano sempre pronte a
frenare.
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Nella foto
in primo piano il profilo del monte Albareto. Alla
fine si intravede Ferriere. Sullo sfondo da
sinistra, il monte S. Martino, il monte Megna e il
monte Rocchetta.
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Dopo 5,5km
dalla partenza, superata la località di
Solaro a circa 1020m. s.l.m., ritorna l'ombra degli
alberi e si è sempre in discesa.
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Il tratto
di forte pendenza (anche 15%) termina e incrocia la
SP50 che a destra conduce al passo del Mercatello e
quindi in Val Trebbia. Svolto a sx verso Ferriere.
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In primo
piano i tetti di Cerreto, appena sopra Ferriere. A
sinistra ritroviamo il monte Castellaro, al centro
la Val Nure. Sullo sfondo il Monte Zovallo sul
quale si trova l'omonimo passo che conduce alle
Cinque Terre.
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In
località Pareto, la chiesa dedicata ai santi
Nazario e Celso. Nelle foto la torre campanaria e
l'interno della chiesa
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Numerosi
motociclisti mi sorpassavano mentre mi accingevo ad
entrare in Ferriere. Da ponte sul Nure uno sguardo
sulla chiesa San Giovanni Battista
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Il
monumento dedicato alla fiorente, antica
attività mineraria nella piazza delle
Miniere. Tappa utile per rifornire la borraccia
ormai carente. Nonostante non facesse
eccessivamente caldo è sempre utile bere
costantemente.
Ferriere si
trova a 12,6km dalla partenza e 9km dal punto
più elevato del precedente scollinamento e
che ha permesso una veloce discesa sulla pendenza
media al 6%
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Ritornato
all'inizio del paese e superato il ponte ho
svoltato a destra in direzione Centenaro Castello.
La lieve salita lunga 4km con 162m D+ mi ha portato
sulle pendici est del monte Albareto
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a
A 3,5km da
Ferriere il piccolo abitato di Cassano avvolto dal
bosco a circa 800m s.l.m.
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Balle di
fieno stavano seccando al sole delle 13, quando
stavo per raggiungere Centenaro
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Vista l'ora
di pranzo ho deciso di mangiare qualcosa, ed ho
colto l'occasione di questo spiazzo all'ombra, poco
prima di giungere a Centeraro
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Nelle foto
l'esterno e l'interno della Pieve di San Pietro,
nel paese di Centenaro
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Dalla Pieve
mi sono fiondato giù per l'ultimo tratto
della discesa, 6,8km al 7% medio con 274 D-. La
strada è larga e l'asfalto intatto mi ha
condotto all'incontro con la SS654. Svoltato a sx
verso Farini e per pochi km sono rimasto sulla
statale.
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Nonostante
tutto, il traffico non è molto. Superato il
ponte sul Nure ho proseguito verso Moline (in
effetti sarebbe in direzione Groppallo, ma non
c'è il cartello) In sostanza si svolta a
dx!
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All'inizio
ho affiancato il Torrente Nure, poi un suo
affluente: il torrente Lavaiana. Presso la
località Boli svoltare in direzione
Branzolo
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Il torrente
Lavaiana dal ponte in località
Boli.
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La salita
inizia lieve, con sprazzi di ombra, mentre il cielo
incominciava ad annuvolarsi.
Sono circa
9km di salita da affrontare con 468m D+ da
superare, pendenza media 5%
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All'incrocio
successivo svoltare a sx in direzione Centopecore.
Dalla foto si percepisce che la salita inizia a
farsi decisamente più impegnativa. Il
passaggio è netto dai 3-4% agli
8-9%.
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Il
leitmotiv del percorso: balle di fieno prati e
boschi ricoprono i pendii.
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Alle spalle
una vista della valle solcata dal torrente
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Poco prima
della località Centopecore, dopo una curva
il mio sguardo si è fermato su una coppia di
giovani caprioli. Gli "elfi del bosco", così
sono chiamati, si sono accorti immediatamente della
mia presenza, rizzando le orecchie, rifugiandosi
poco dopo nella boscaglia.
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Contento
dell'avvistamento, ne ho approfittato della breve
sosta per bere. Le nuvole avevano ricoperto il
sole, tuttavia non sembravano minacciare pioggia.
La fortuna è stata che l'ultimo tratto
è stato senza sole. Nella foto si intravede
sulla cima del monte la chiesa di Groppallo, da cui
ero sceso poco prima.
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All'ingresso
del paese mi accoglie il cartello della via
Francigena, promemoria della storia di cui è
intrisa questa . Cliccare sull'immagine per la sua
lettura.
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All'incrocio
svolto a dx verso il monumento dei caduti. Oltre
alla storia legata ai pellegrini diretti a Roma,
c'è molta storia legata alle due guerre che
hanno coinvolto queste zone, crocevia di importanza
notevole.
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Ho
Imboccato la strada in salita (attorno a 10%) a sx
rispetto al monumento. Conduce all'imponente chiesa
di Santa Maria Assunta, interamente in pietra.
L'edificio attuale, edificato nel XX secolo sorge
sulla struttura antica di cui sono stati trovati
documenti risalenti al 1599. Nelle foto la facciata
e l'interno.
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Ritornato
in paese e proseguito in direzione Farini. La
discesa si rivela poco interessante per il
panorama, ostacolato dalla vegetazione e per il
cielo che era molto scuro. Inoltre, l'aria fresca
non preannunciava niente di buono. Ho deciso di
scendere senza soste fino a Farini.
La strada ampia, a due corsie, l'asfalto in buone
condizioni e curve larghe addolciscono la mancanza
di paesaggio. Una discesa piacevole, lunga 8,6km
con 536m D- in cui la bici scorreva facilmente
verso valle.
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Ho
Incrociato nuovamente sul fondovalle la SS654
svoltando a dx in direzione Piacenza. Arrivato a
Farini e prima del ponte sul Nure ho scattato
questa foto. Questo scorcio si trova spesso in
internet cercando "Farini", ed è ancora
più emblematico dopo l'alluvione che ha
provocato distruzione e morte il 14 settembre
2015.
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Subito dopo
il ponte sul Nure svolto a sx e proseguo in
direzione Mareto. Inizia la lunga (11km) e ripida
salita al termine di questo percorso. Per chi
volesse fare l'altro giro ad anello
https://www.bellitaliainbici.it/farini.htm ,
all'incrocio deve andare a dx in direzione
Pradovera.
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Le nuvole
alle mie spalle si stanno schiarendo e il pericolo
pioggia è scongiurato. Nella foto la chiesa
di Groppallo, da cui sono sceso poco fa.
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Chi abita
in queste zone si prepara per il duro inverno
accatastando la legna per la stufa. Nella foto, al
centro l'incontro fra il Nure che proviene
dall'omonima valle a destra e il torrente Lavaiana
che proviene da sinistra.
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In alcuni
punti la vegetazione copre la visuale, ma copre
anche dal sole e l'ombra in salita è sempre
un toccasana
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Il monte
Osero a sx e il monte Cogno a dx, sotto la frazione
Pellacini.
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Prima di
entrare a San Savino, sulla destra, incastonata
nella roccia una statuetta della Vergine
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Il paese
prende il nome del Santo a cui è dedicata la
chiesa. San Savino era amico di Sant'Ambrogio ed
è stato vescovo di Piacenza nel IV sec.
Della chiesa sono emerse notizie in documenti
risalenti al 1191. Nella foto la torre
campanaria.
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Una vista
del paesino arroccato sulla sporgenza della
montagna.
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I
successivi 5 km sono in falso piano e non offrono
spunti paesaggistici, inoltre nuovamente il cielo
minacciava pioggia. Così senza pause mi sono
affretto a tornare a Mareto.
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CONCLUSIONE
I continui
sali scendi che caratterizzano questo giro e le
parti in sterrato, impongono che chi lo faccia sia
sufficientemente allenato. Il rovescio della
medaglia come sempre sono i panorami e le belle
zone dove si passa.
Consiglio
di portare sempre un giubbino antivento per le
temperature fresche (anche quando in pianura ci
sono 30°C.
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