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Valvestino e Cima Rest (BS) |
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La zona
esplorata della Valvestino si trova fra il Lago
d'Idro e il Lago di Garda, si devia poi a nord
verso Cima Rest e concludere l'anello salendo a
Capovalle e ritorno verso Navazzo al punto di
partenza.
Il percorso
si svolge su strada a viabilità ordinaria ed
escluso il tratto da Navazzo al Molino di Bollone,
in cui il traffico turistico può essere
presente, negli altri tratti è quasi
assente. Il
tracciato è quanto di più vario si
possa trovare, con scarsi rettilinei ed invece
moltissime curve che fanno cambiare il paesaggio ad
ogni curva. E' il massimo che si possa pretendere
da un percorso da farsi in bici.
Le
salite non mancano, per cui occorre essere allenati
Percorso
adatto anche alle bici da corsa Navazzo si
raggiunge salendo da Gargnano nella sponda
occidentale del Lago di Garda A Navazzo
in via Valvestino o altri parcheggi
liberi |
Se avete
osservato l'orografia del territorio nella mappa di
Google Earth, vi sarete resi conto che il percorso
non è per nulla lineare e di fatti è
un susseguirsi di curve con scarsi rettilinei.
Questo fa si che è un perfetto percorso per
i mezzi a due ruote! Dopo circa
5km di falsopiano in discesa arriviamo nei pressi
della diga di Ponte Cola. Da qui una breve salita
di 1,2km con 40m di dislivello porta sulla strada
che costeggia il lago. Nei pressi
della diga un paio di edicole illustrano il
territorio della Valvestino e danno indicazioni
sulla diga e il lago Diga ed
invaso del Lago artificiale di Valvestino.
Giudicando la linea della vegetazione sull'invaso
mancano diversi milioni di metri cubi
d'acqua Meno male
che quest'anno di acqua ne è scesa
parecchia, ma a quanto pare qua ce n'è ben
poca, a meno che non abbiano ridotto il livello per
questioni di sicurezza sul manufatto della
diga. Il lago ha
alcune valli laterali, a sx di questa un tracciato
fuoristrada porta alla frazione di Costa 760m
s.l.m. che si trova a circa 2,5 Km a sx dell'invaso
nella foto. Costa è raggiungibile anche da
Navazzo, per cui è possibile ricavarne un
anello. Non
chiedetemi però se questi 2,5 km sono
difficili o meno, o se c'è da spingere la
bici! Il
tormentato profilo dell'invaso. In fondo per il
basso livello ora è visibile una
costruzione Per me
è una novità, visto che una
precedente visita al lago con il livello ben
più elevato non me l'aveva fatta
vedere. Immaginatevi
la presenza d'acqua sin alla vegetazione presente
vicino all'inizio dell'arco del ponte e potete
pensare a quanta acqua manca ora Attraversiamo
il ponte e lasciamo l'invaso in secca, con il cielo
che non vuole aprirsi al sole ... e al di
là il corso incassato del Torrente
Toscolano. Da notare che il bacino idrografico
della Valvestino è ricco di corsi d'acqua
che sbucano da ogni parte. Anche le rocce a fianco
della strada rivelano piccoli ruscelli o acque che
colano lungo le pareti Dopo 8,7 km
si arriva ai Molini di Bollone. Dove si trova un
Bar - Ristorante Circa 1km
dopo i Molini di Bollone si arriva a questo bivio
dove noi prenderemo per Cima Rest. Curioso è
il fatto che ci siano doppie indicazioni per
raggiungere IDRO. Se osservate la mappa all'inizio
vedrete che ambedue le strade arrivano a
Capovalle. La prima sx
è la più breve ma di fatto taglia
fuori Turano- Persone e Moerna a livello turistico
e direi anche paesaggistico. Risaliamo
quindi la valle a fianco del Torrente
Toscolano In alto si
trova Turano, il centro delle frazioni e dove si
trova la sede del Municipio. La mia gregaria si
trova già sul ponte L'ambiente
è molto bello, la strada poco o per niente
trafficata ci permette di prestare più
attenzione al territorio circostante Se non mi
sbaglio il campanile che si intravede dovrebbe
essere quello della Chiesa di San Giovanni
Battista. Poco avanti ad una rotatoria a circa 11km
dalla partenza, svoltiamo a dx direzione
Magasa
Salendo ora
si apre una panoramica sulla valle con al centro il
Comune di Turano mentre in alto a dx c'è la
frazione di Moerna La strada
segue ovviamente la costa della valle e qualche
lavoro per fare passare la strada si è
dovuto fare Curva dopo
curva ci avviciniamo a Magasa che ora appare in
alto a sx La strada
passa sotto Magasa, ma per andare a Cima Rest
occorre comunque passarci accanto Peccato che
ci sia foschia, ma il paesaggio attorno resta
comunque bello con fitti boschi ovunque si guardi,
oltre a sentire lo scroscio delle acque che
scendono dalle montagne mano a mano che si avanza
sulla strada. Ed anche
Magasa è stata raggiunta, dopo 16,5km e 456m
di dislivello, qui siamo a quota 927m
s.l.m. Dove a dx
si vede il segnale stradale a triangolo, parte la
strada per Cima Rest Non ci si
può sbagliare, i cartelli ci sono e lei si
è già portata avanti Una serie
di cascate attira la nostra attenzione La velatura
nel cielo persiste e non ci fa godere il panorama
come si deve
La strada
prosegue scavata nella roccia con un bel panorama
sulla valle sottostante e le montagne
attorno Giriamo
l'angolo e appare finalmente Cima Rest, donando la
visione a sx di una delle tipiche costruzioni con i
tetti di paglia. La
chiesetta degli Alpini, dove sotto il campanile
è ubicata una webcam che riprende Cima
Rest
Proseguiamo
diritti verso il borgo di Cima Rest 1170m s.l.m.
Brevissima sosta perché proseguiamo in
discesa verso Cadria. Torneremo qui, per
pranzo. La discesa
per Cadria é molto bella, si perdono 260m di
dislivello in 3km, per cui dopo occorre tenerne
conto per risalire al borgo di Cima
Rest!
In genere i
Crocus li ho trovati a quote più elevate,
qui invece siamo a soli 900m s.l.m.
Gli insetti
non mancano a far visita a questi fiori che offrono
il loro banchetto gratuito Mi metto in
posa in veste Blues Brothers! Lei mi
attende per il giro esplorativo a Cadria Le case non
sono molte e quasi tutte sono
ristrutturate Nonostante
sia ora di pranzo di case con imposte aperte ve ne
sono ben poche, segno che sono destinate più
che altro ai fine settimana o periodi
festivi Qui del
resto la strada termina e si è abbastanza
distanti da qualche centro abitato che possa
fornire qualche opportunità di lavoro ed
inoltre la strada non è certo una
passeggiata se da farsi tutti i giorni è
anche per questo motivo che le montagne nei posti
sperduti vengono abbandonate per una residenza
stabile. Tra l'altro qui di esercizi commerciali
non ve ne sono. Incontriamo
un giovane che fa ritorno alla sua casa seguito dai
suoi cani, dicendo: non abbiate paura non fanno
nulla!
Naturalmente
non vi sono solo case ristrutturate Da queste
parti l'acqua non manca di certo, ne approfittiamo
per un rifornimento Già,
non ci si deve scordare che in queste zone c'era il
confine Italo-Austro-Ungarico Una edicola
posta all'ingresso del borgo dà spiegazioni
sulle sue origini Terminata
la perlustrazione a Cadria risaliamo verso Cima
Rest, ormai è ora di pranzo e ci fermiamo al
Ristorante ricavato da una Tradizionale
Stalla-Fienile Parcheggiamo
le bici nell'apposito spazio a loro dedicato con
tanto di portabici La vista
dai tavoli all'esterno è
panoramica Sul retro
si gode di un'ampia visuale Non
dimentichiamoci che qui siamo in territorio
Bresciano e francamente per quanto abbia potuto
girare io in Lombardia, questo tipo di costruzione
è la prima che mi è capitato di
vedere e non fa parte della nostra cultura
costruttiva. Le idee sulle loro origini sono
differenti c'è chi dice attorno al 600 d.c.
da parte dei Longobardi di origine Ungherese o
addirittura di epoca Romana. L'unica certezza
è un documento scritto del 1613 in cui
vengono citati. Noi
prendiamo posto all'esterno e ci gustiamo un buon
pranzo. Ed ecco
l'interno, ma a detta dei proprietari in origine
era più corto ed è stato allungato
per accrescere lo spazio. Forse
abbiamo ecceduto un po' nel pranzo, avremmo voluto
restare ancora un po' ma c'era ancora un po' di
strada da fare per terminare il giro che mi ero
preposto di fare. Prima di
lasciare il borgo una breve visita fra i fienili,
questo è quello riservato al Museo
Etnografico E questo
è il retro del Museo. In genere questi
fienili erano suddivisi in tre locali al piano
terreno. Uno adibito ad abitazione uno a stalla e
uno a magazzino. La parte superiore coperta dal
tetto a paglia era il deposito del fieno sorretto
da un pavimento in legno che poggiava sulla
struttura muraria. La
costruzione con le spesse mura e l'ampio spazio
sotto il tetto riempito di fieno, garantiva un buon
isolamento termico per l'inverno, a cui contribuiva
anche la copertura in paglia del tetto. Alcuni di
questi fienili sono stati ristrutturati ed adibiti
per ospitare i turisti. Con il
progressivo abbandono della montagna e
dell'agricoltura è venuta a mancare in loco
la materia prima per la copertura dei tetti. Per
questo motivo alcune coperture sono state
rimpiazzate dalle lamiere, che di certo non fanno
una bella figura, oltre a non garantire per nulla
lo stesso isolamento termico del fieno! Lasciato il
borgo mi dirigo verso la carrabile che sale sulla
montagna di fronte alla chiesa degli Alpini. Anche
qui trovo i tetti in lamiera Giù
in fondo alla carrabile si trova la chiesa degli
Alpini e a sx il borgo Non rimane
che scendere. Sulla dx si scorgono i pascoli sopra
Magasa Ultima foto
ricordo di Cima Rest. Ora ci separano 3km e 300m di
dislivello per scendere a Magasa Un'unica
breve strada carrabile entra nel Comune Magasa non
ha voluto stare assieme alla Valvestino e di fatto
fa Comune a se stante Il
campanile con il motto affrescato sotto l'orologio
che segna dieci minuti alle 3, è ora di
proseguire Chissà
se il varco è stato aperto a colpi di
scalpello e martello, un vago sospetto ci
può anche stare! Giunti alla
rotonda già passata nell'andata, qui
troviamo le indicazioni per le frazioni di
Valvestino, l'unica che non presenta le distanze
chilometriche è Persone e visto che non ci
ha pensato chi di dovere ve lo dico io, sono 3,5 km
con un dislivello di 282 m Poco avanti
un'area picnic accoglie i visitatori della valle
che si mostra meno aspra della precedente essendo
anche più aperta. La prima
deviazione che si incontra è quella di
Turano, il capofila delle frazioni che formano il
comune di Valvestino. Nell'edicola viene proposto
il "biglietto da visita" di Turano Prossima
frazione è quella di Persone, poco avanti il
cartello d'attenzione indica pendenza del
10% La strada
è molto più ampia rispetto a quella
per Cima Rest e Magasa e come potete vedere il
paesaggio cambia in modo accentuato dando
più respiro alla scena che si ha
davanti. L'immancabile
fontana in pietra con tanto di stemma della
Valvestino, segno che si tratta di un manufatto
moderno in quanto lo stemma è stato concesso
da Giorgio Napolitano nel 2007 Il contesto
in cui è ubicato l'abitato di
Persone Proseguiamo
verso Moerna, l'ultima frazione prima di arrivare a
Capovalle. Sulla Montagana a sx è situata la
chiesa di San Rocco posta in una zona molto
panoramica da cui si gode un panorama a
360° Sono 44 km
dalla partenza e già superati 1445m di
dislivello manca ancora poco per arrivare a
scollinare. Moerna si rivela un bel posticino
panoramico Da Moerna
in poco meno di un paio di chilometri si arriva con
20m di dislivello al Passo a 984m di quota che
determina la fine delle salite della
giornata E siccome
la nostra attenzione verso il territorio
attraversato è abbastanza vigile, non vi
facciamo mancare questa vecchia dogana con tanto di
targa, anche se recente, a ricordarlo. L'unica
cosa che stride rispetto ai dati rilevati dal mio
GPS sono i metri sul livello del mare visto che il
mio segnava 984m s.l.m. e qui si era leggermente
più in basso. Poco sotto,
delle voraci pecore con fame atavica erano intente
a brucare a più non posso ed in modo
frenetico. Poteva anche darsi che fino a qualche
momento prima fossero state rinchiuse in un recinto
o in una stalla, fatto sta che non ho mai visto
delle pecore così affamate! Sono quasi
le 16,30 quando arriviamo in vista di Capovalle con
il sole che sta già calando alle sue spalle,
ormai siamo in autunno e le giornate si stanno
accorciando. Appena
scesi da Capovalle ci aspetta una deliziosa discesa
di 6,5 km sino al bivio di Bollone con una perdita
di 400m di dislivello. E' una discesa che ripaga
tutti gli sforzi fatti nelle salite precedenti.
Questa
è un'altra chicca, dopo essere usciti dalla
galleria dei Mulini di Bollone ed oltrepassato il
lungo ponte, guardate sulla vostra sx e sulla
parete troverete questa targa del Vecchio Confine
Italo-Austro-Ungarico Il sole sta
calando ed il lago è già in ombra,
faccio questo scatto per un semplice motivo,
ricordo che a casa conservo una foto che ho
scattato nel 1986 e voglio fare un
confronto...
Che
differenze notate con la foto sopra? Vi aiuto,
osservate dove arriva l'acqua sotto l'arcata del
ponte, sono semplicemente milioni di metri cubi di
acqua che ora mancano all'appello! Sono 60km
che stiamo salendo su e giù per le valli e
la signora incomincia ad essere un po'
stanca Un ultimo
raggio di sole illumina il fiordo mostrando le
scoscese pareti Il pallido
sole si cela dietro qualche inconsistente nube
donando i riflessi sul lago La diga
mostra la secca del lago è ora di rientrare,
domani ci aspetta un altro giro alla scoperta di
cinque laghi. Un
bellissimo percorso lacustre e montano alla
scoperta di zone un tempo remote e poco
accessibili. La strada
stessa ed i panorami che si potranno ammirare se
trovate una bella giornata ripagheranno dalle
fatiche spese sui pedali. Ovvio non è un
giro per tutti, ma non è detto che lo potete
spezzettare in base alle vostre capacità ed
allenamento. |
buone pedalate a tutti, Outside |
pagina creata: 30-09-2014 ultimo aggiornamento: 25-09-2021 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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