La
Mappa di Google Earth
Ci si trova
in Valmalenco, l'obiettivo iniziale era quello di
raggiungere il Rifugio Bosio per poi scendere verso
Piasci sul versante opposto della valle, invece
alla fine abbiamo scelto di scendere ancora dallo
stesso versante.
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L'altimetria
del percorso rivela una lunga e costante salita con
punte anche sopra il 20%
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Come
arrivarci
Si imbocca
la Valtellina sino a Sondrio per poi prendere la
deviazione per la Valmalenco, Torre di Santa
Maria.
Il
percorso
Sono 16,5
km di salita continua che alterna tratti asfaltati,
cementati e sterrati.
Alcuni tratti cementati sono fatti su due 'binari'
in rilievo dal suolo con l'interasse adatto ai
fuoristrada. Questi sono posti su tratti abbastanza
ripidi ed occorre fare parecchia attenzione a
restare in equilibrio vista anche la bassa
velocità con cui si riuscirebbe a
salire.
Bici
consigliata
E'
preferibile una MTB con buona sospensione
anteriore, meglio ancora una biammortizzata, un
adeguato cambio con rapporti corti e soprattutto
buoni freni in ordine.
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Valmalenco
Avevo
pianificato il punto di partenza ed arrivo a Torre
di Santa Maria essendo il punto ideale per il giro
ad anello che mi ero prefissato. A metà
tappa si trovava il Rifugio Bosio dove avremmo
fatto sosta pranzo, ma per ogni evenienza ci siamo
fermati subito dopo la partenza nel primo negozio
per farci fare dei panini con la bresaola. Sempre
meglio averli che trovarsi su una salita in crisi
di fame!
Il fatto di
partire da Torre di Santa Maria era anche ideale
per incominciare a scaldare i muscoli raggiungendo
Chiesa in Valmalenco.
Se fossimo partiti direttamente da Chiesa in
Valmalenco le salite sarebbero state lì
già dalla prima pedalata e non sarebbe stata
una cosa ideale.
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Da Torre di
Santa Maria ho preferito scegliere la strada a
mezza costa che conduce a Chiesa in Valmalenco che
risulta essere meno frequentata e più
panoramica di quella posta a fondo valle. L'aria
era fresca ma già i primi raggi di sole ci
hanno ben presto fatto togliere alcuni
indumenti.
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Poco prima
avevo parlato con Sergio che è nella foto, e
per un attimo non ho visto sul GPS la deviazione
che dovevamo prendere finendo così un poco
più avanti.
In pratica
un duecento metri prima dovevamo svoltare a sx
sulla strada in salita verso Primolo.
Proseguendo
da qui saremmo arrivati in centro al paese.
Il bivio da
prendere si trovava a circa 3,8 km dal nostro punto
di partenza ed avevamo già superato 192 m di
dislivello al 5%
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Dal bivio
dopo 950 m e 60 m di dislivello si arriva al bivio
a sx per Primolo
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La strada
sempre in salita incominciava ad offrire visioni
dall'alto. Questa è la vista verso il
fondovalle sullo sfondo le Orobie della
Valtellina
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Sotto i
tetti di Chiesa in Valmalenco e dietro il comune di
Caspoggio. La punta a sx è la cima del Pizzo
Scalino, alla sua dx le creste del Monte Cavaglia
ed in fine il Monte Pallino
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Dal
precedente bivio dopo 950 m al primo tornante si
svolterà a sx in direzione Alpe
Lago
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Al bivio
dopo 6,38 km dalla partenza e 326m di dislivello,
il sole incomincia a scaldare l'aria, occorre
alleggerirsi con gli indumenti e provvedere a
spalmarsi la crema solare protettiva. Si sale a
2000 m e lì i raggi UV sono ancora
più intensi e pericolosi per la nostra
pelle, meglio proteggersi.
Alle sue
spalle la cima più alta è il Monte
Motta, mentre in secondo piano a dx è il
Monte Spondascia.
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Inutile
dire che la strada è panoramica ed immersa
nella vegetazione ed ogni tanto quando si dirada
offre viste sulla valle.
Ancora le
vette citate sopra, da sx: Il Monte Motta, Monte
Spondascia, Pizzo Scalino.
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Un
riconoscimento a bellitaliainbici con il simbolico
alzo della sbarra. Da questo punto salgono solo i
veicoli dei residenti autorizzati. Ovvio che chi va
a piedi o in bici può transitare.
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Dimenticavo
... gli accompagnatori di oggi sono tre: qui
è la dr.ssa Debora e...
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... e a
seguire l'Ing. Sergio a sx e Giordano di spalle,
vecchio accompagnatore di
bellitaliainbici
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Una bella
vista dal punto in cui ci eravamo
fermati
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Il centro
di Chiesa in Valmalenco
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Ci eravamo
fermati per un consulto sul punto dove ci
trovavamo. Un confronto fra GPS e la cartografia
cartacea dell'Ing. Sergio
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Dai che si
riparte! C'è ancora un po' di strada da fare
! Li stavo spronando per arrivare ad un orario
decente per il pranzo.
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Si riparte
con spunti di pendenza impegnativi come al solito
contraddistinti dalle cementate.
Come sempre in montagna i tratti di carrabile
più difficili vengono cementati per poter
garantire una trazione ai fuoristrada anche in
presenza di piogge. Se ci fosse lo sterrato, ben
presto i fuoristrada potrebbero erodere facilmente
il fondo creando delle buche.
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Sergio era
impegnato a ripartire in pendenza dopo un controllo
alla bici.
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Un torrente
scorreva fra le piante lasciando intravedere in
fondo una piana. Questo era il segno che Alpe Lago
doveva essere poco distante. Questi quindi era il
Torrente Alpe Lago
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Si pensava
che il tratto più difficile fosse terminato,
invece...
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... In
effetti sbucati ad Alpe Lago, a proposito del Lago
non v'è traccia, forse durante il disgelo in
primavera.
L'idea era che si sarebbe proceduti con pendenze
meno impegnative. Invece abbiamo dovuto superare la
cresta in centro alla foto e non è stato per
nulla uno scherzo, anzi, le pendenze sono aumentate
sensibilmente e abbiamo dovuto fare gli
equilibristi sui tratti di binari cementati
costruiti per l'interasse delle ruote dei
fuoristrada.
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Una
occhiata all'Alpe e si riparte. Sembrano tutte
salite da niente a vederle così, in
realtà le cose stanno in modo
differente.
Sino a qui
erano 11 km dalla partenza con 818 m D+
superati.
Ci
restavano 5,75 km e 476 m di D+ da
superare.
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L'Alpe Lago
è una bella area disboscata punteggiata da
diverse malghe e abitazioni.
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Vecchie
baite in pietra con parti costruite in legno che in
genere vengono adottati per i fienili o il ricovero
del bestiame
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A sx si
vede la rampa tracciata ai piedi della montagna,
ecco quello era uno dei primi tratti più
impegnativi dove smettere di pedalare non era
considerata per nulla una buona cosa!
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Non avendo
fatto delle foto perché poi avrei avuto
difficoltà nel ripartire, per spiegare
meglio mi è venuta in aiuto una foto di un
vecchio report.
I binari
sono fatti così solo che sono presenti
maggiori incavi ai lati dei binari e una volta
messo il piede a terra vi ritrovereste fortemente
squilibrati su una ripida pendenza. Ripartire non
sarebbe per nulla facile ma anche mantenere
l'equilibrio su queste strisce non lo è,
c'è solo da provare!
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Potrebbero
giocarci anche a Golf quasi quasi!
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Le malghe
mostrano un misto di tetti in lamiera ai classici
tetti in lastre di ardesia
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Come sempre
accade in montagna le chiesette sono costruite sui
punti più visibili da tutti e di conseguenza
più panoramici.
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In pratica
quasi tutta la salita era stata fatta di un fiato e
la chiesetta oramai era lontana.
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L'identica
inquadratura dei monti che avevo fatto a quote
più basse ora riproposta da sopra l'Alpe
Lago
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Affiancati
da svettanti ed alti pini si riprende la marcia per
il rifugio
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Giordano
con il suo destriero arrancava sulla salita con a
fianco uno stupendo panorama, solo che lui non lo
poteva vedere in quei frangenti.
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Intanto
Debora la più leggera del gruppo si
avantaggiava nella salita portandosi
avanti.
Io mi ero
zavorrato con un nuovo capiente zaino che alla fine
me lo sono ritrovato pesante come non so che cosa,
ma anche Sergio non scherzava e alla fine
soppesandoli ambedue mi sa che eravamo "piombati"
in modo eguale.
Giordano in
questa partita era un outsider per cui non
rientrava nella classifica dei più
leggeri
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Giordano
sotto pressione dalla salita intanto ci vedeva
triplo o non ci vedeva più dalla
fame
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Avevo
appena superato un tratto roccioso e mi ero accorto
che sulla sx c'era un varco nella
vegetazione
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Più
sotto era l'imbocco con la Valmalenco mentre sullo
sfondo era il profilo delle Orobie
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Sembrava
che qui avessero fatto dei recenti lavori di messa
in sicurezza probabilmente a causa di una
frana.
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L'unica
fontanella incontrata lungo il percorso non poteva
fare altro che farci fermare per rimpinguare le
nostre scorte idriche.
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Ancora
salita e si sfocia in un altro ambiente montano che
incomincia a far intravedere la testa della valle
con i boschi che lasciano il loro posto alle rocce
oltre i duemila metri
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In centro
sbuca la cima dei Corni Bruciati a 3114 m s.l.m.
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Il nostro
cane molecolare era sguinzagliato in avanscoperta
per scoprire tracce di fumante polenta taragna
uscire dai camini del rifugio
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A dx Alpe
Airale ed in alto i Corni di Airale 2841
m
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Qui
iniziava un tratto in singletrack per cui il
rifugio era oramai molto vicino
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A sx sotto
la cresta del Monte Caldenno il tetto del Rifugio
Bosio, non rimaneva che lo slalom fra gli enormi
macigni
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Si gioca a
nascondino fra i massi
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Avvistiamo
il fumo uscire dal camino, forse la polenta era
pronta! Fra i massi il Torrente Torreggio crea dei
piccoli laghetti
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Sbucati dai
massi si è aperto uno spettacolo sulla conca
della Val Torreggio
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Eravamo
arrivati nell'Eden! Debora si apprestava al
superamento della passerella in legno sul Torrente
Torreggio
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Ancora una
volta siamo giunti in una location fantastica in
una giornata altrettanto stupenda
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Era un
peccato lasciare questo fantastico posto, ma era
forse il caso di andare a pranzo, la polenta
taragna con brasato ci attendeva!
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A quota
2066 m avevamo messo le ruote e posteggiate le bici
davanti al Rifugio Bosio
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Giordano si
è prodigato subito nel fare qualche scatto
con la benevolenza dei fondatori del rifugio che lo
osservavano benevolmente dall'alto delle loro
bronzee effigi
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La nostra
sistemazione pranzo, stavamo attendendo di essere
serviti
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Un po' di
fatica a raggiungere la meta a dire il vero
l'abbiamo fatta, ma con una giornata così e
un posto di questa bellezza ne era valsa la
pena.
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Il rifugio
era quasi pieno, almeno nei tavoli
all'esterno
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Certo che
venire quassù ed incontrare una lettrice di
bellitaliainbici con tanto di vassoio di torte non
capita tutti i giorni!
Così,
spiegate le nostre intenzioni per proseguire il
giro scendendo dal versante dx della Val Torreggio,
la sua risposta è stata: E' un po' ostico
con diversi tratti da accompagnare la bici a
piedi.
Viste le
cose abbiamo scelto di ritornare sui nostri passi e
rifare il percorso dell'andata.
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Quale
gustare per prima? Erano ambedue favolose e non
c'è voluto molto per farle sparire,
difficile del resto resistere a simili
tentazioni!
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Nell'attesa
del caffè due passi attorno al rifugio. Una
piccola cappelletta poco distante.
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Una vista
da dietro il rifugio e pensare che io e Giordano
qualche settimana prima avevamo fatto una
escursione
proprio dietro quelle montagne in Valle di Preda
Rossa
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Il
retro del Rifugio Bosio
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La
temperatura non era disprezzabile, ma dopo pranzo
ed in discesa una copertura in più non fa
mai male
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Ultimo
sguardo da mettere nei ricordi e si parte di nuovo
verso il punto di partenza a Torre di Santa Maria.
Il Lago di Arcoglio dovrà attendere una
prossima spedizione e pensare che era dal 2009 che
mi ero proposto di andarci!
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Metà
missione compiuta non per questo è stata una
delusione, anzi!
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Allineati e
coperti in fila indiana fra i massi
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Giordano fa
di nuovo scorta di acqua fresca visto che a tavola
come tutti noi eccetto Debora si era pranzato
bevendo vino, tanto poi c'era la discesa
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E qui
Giordano ne fa un'altra delle sue, giunti All'Alpe
Lago noi abbiamo proseguito per la strada
dell'andata mentre lui ha deviato giù verso
le case per poi sbucare sulla strada in mezzo ai
campi così da accorciare il percorso, salvo
poi dirci che c'erano un po' di ortiche
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Per noi
stessa strada ma facendola all'inverso abbiamo
visto nuovi panorami verso la Valmalenco e le
montagne dietro
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Intanto
cercavamo di scrutare a che punto fosse arrivato
Giordano
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A parte i
panorami che si potrebbero apprezzare scendendo, la
maggior parte del tempo la si deve mettere nel
guardare bene dove piazzare le ruote e quale
traiettoria sia meglio fare oltre a frenare in
continuazione per rallentare la corsa che
altrimenti diverrebbe poi incontrollabile.
Se la
salita ha i suoi perché, la discesa non
è da meno, almeno quando si sta parlando di
discese su fondo sconnesso e parecchio
ripido.
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Ed ecco
fatto ritorno a Torre di Santa Maria da dove
eravamo partiti al mattino con in mente un giro
completo che poi si è tramutato in un
metà giro, ma averne di percorsi
simili!
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Traccia
GPX
Conclusioni
Penso che
ancora una volta le foto possono parlare da sole.
Gli ambienti sono molto belli, si va in montagna e
come sempre c'è da mettere in conto la
fatica per raggiungere la meta, si, ma che
meta!
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