La
Mappa di Google Earth
Giusto a
metà fra Colico e Sondrio, in Valtellina si
trova la Val Masino ed una sua laterale; la Valle
di Sasso Bisolo che sale sino a Predarossa. Da
lì prosegue la Valle di Predarossa che
termina ai piedi del Monte Disgrazia
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L'altimetria
del percorso rivela una lunga e costante
salita
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Come
arrivarci
Si imbocca
la Valtellina sino ad Ardenno dove si parcheggia.
Da lì si sale sino a Cataeggio per poi
deviare verso la Valle di Sasso Bisolo e a seguire
a Predarossa.
Il
percorso
Sono 24 km
di continua salita asfaltata al 9,8% con due brevi
tratti sterrati. Logico che occorre essere allenati
per fare distanze simili di continua salita, mi
sembra anche inutile scriverlo.
Strada
molto ampia con diversi tornanti. Fare attenzione
alla breve galleria che dovrebbe avere
l'illuminazione, ma provando ad accenderla non ha
funzionato. Occorre una torcia ben potente per
vedere qualche cosa.
Bici
consigliata
E'
preferibile una MTB, un adeguato cambio e
soprattutto buoni freni in ordine.
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Effettivamente
non ricordo nemmeno la prima volta in cui mi ero
proposto di recarmi in Val Masino, finalmente era
arrivata l'occasione.
Parcheggiato
ad Ardenno abbiamo preso la strada per la Val
Masino.
Mi
aspettavo una solita valle montana ed invece ho
dovuto ricredermi per la fitta presenza di
boschi.
Quello che
mi è piaciuto di meno è stato il
traffico abbastanza frequente fra Ardenno e
Cataeggio, forse dovuto al periodo di
ferie
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Già
all'inizio della strada si sale subito con una
serie di tornanti
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Guardando
indietro, sotto si scorge una centrale
idroelettrica che sfrutta le acque del Torrente
Masino
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A bordo
strada una vecchia edicola votiva, mentre sullo
sfondo le pareti verticali della Val Di
Mello
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Mi
accompagnava Giordano. Quel giorno l'ho distolto
dalla zappa, almeno sono riuscito a far riposare le
piantine stressate del suo orto!
Qui avevamo fatto una deviazione in cerca di
qualche panino, avevo già fame essendomi
alzato all'alba per rispettare l'appuntamento con
Giordano.
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Dal ponte
una vista sul letto del torrente Masino che si fa
strada fra grossi massi.
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Quella in
fondo dovrebbe essere la Cima d'Arcanzo, sempre che
non mi sbagli
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Dopo una
decina di km e 500 m di dislivello siamo arrivati a
Cataeggio, punto di svolta verso la Valle Sasso
Bisolo e Val Pedrarossa
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Finalmente
a Cataeggio ero riuscito a trovare un negozio di
alimentari facendo rifornimento di un paio di
francesini appena sfornati che ho fatto riempire
con prosciutto crudo e salame di fegato.
Io avevo addentato subito quello con il crudo e a
mio avviso mai mangiato un panino così
buono! Giordano si era premunito da casa con un bel
sfilatino. Del resto dopo 5 ore dalla colazione e
una pedalata in salita è impossibile non
avere fame!
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Per chi
avesse la borraccia già vuota qui potrete
trovare della buona acqua. Un'altra fontana la si
trova a circa metà salita.
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L'orologio
del campanile segnava le 11:25 era ora di
affrontare la Valle di Sasso Bisolo
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Superati un
paio di tornanti si arriva a Filorera dove un
chiaro cartello indica la strada per Sasso Bisolo e
Predarossa
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Eravamo
partiti con previsioni di sole a picco e cielo
sgombro da nubi, invece di nubi ne abbiamo trovate,
eccome!
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A Filorera
si prende per Predarossa con il caratteristico
storico ponte in pietra, ovvio la strada non passa
da lì, ma ...
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...Giordano
si è dedicato subito a fare
l'esploratore!
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Il ponte
scavalca il Torrente Masino, questa è la
vista verso monte. Le montagne in fondo alla valle
a dx sono quelle della Val Mello e a sx la
prosecuzione della Val Masino.
Oltre il
ponte sul torrente Masino, sulla sx troverete una
colonnina per il pagamento del pedaggio per chi
volesse salire in auto sino a Predarossa. Mi pare
ci vogliano 5 Euro, con lo scontrino da mettere ben
in vista sul parabrezza.
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Senza
soluzione di continuità la strada sale e ben
presto ci si trova a guardare la valle
dall'alto
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La strada
sale a tratti a fianco del Torrente di Val di
Predarossa. Anche qui sono presenti massi di
notevoli dimensioni. Il primo tratto della valle
però è denominato: Valle di Sasso
Bisolo
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A giudicare
dai massi mi verrebbe da pensare che qui i
ghiacciai ci sono stati per molto tempo effettuando
poi un disgelo tardivo ma veloce tanto da avere la
potenza di trascinare a valle questi grossi massi
senza per altro avere il tempo per levigarli e
ridurli a dimensioni più piccole, ma siccome
non sono un geologo sono mie semplici
deduzioni!
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Come si
può ben vedere gli alberi in queste valli
sono ovunque e ben fitti. Giordano era stato in Val
Masino ma non qui, per cui era una cosa nuova anche
per lui
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Sotto,
verso la valle si vedevano i tornanti già
percorsi per salire quassù
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Quando i
fianchi della montagna sono ripidi e la distanza
per salire in quota non è molta per forza di
cose si ricorre ai tornanti che, se pur allungano
la strada, nel contempo riescono a mantenere una
pendenza più moderata
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Dopo
decenni di isolamento della valle a causa delle
frane sulla strada si sono decisi a costruire
questa che, si trova sul versante opposto di quella
franata.
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Sapendo
dell'esistenza di una galleria lungo il percorso mi
ero attrezzato con una luce, non certo potente come
quella che avevo impiegato nel report del
Tracciolino
dove le gallerie erano ben più lunghe.
Qui Giordano ha tentato di accendere la luce
più volte senza alcun risultato, per cui
abbiamo dovuto ricorrere alle nostre luci.
Naturalmente
ci eravamo tolti gli occhiali da sole prima di
entrare ma, vi assicuro che le nostre luci
praticamente erano inservibili da tanto c'era buio!
Il discorso delle gallerie è sempre il
solito; se si dipingessero di bianco le pareti,
anche una scarsa luce ne trarrebbe
vantaggio.
Per
orientarci dovevamo procedere a piedi vicino alla
parete illuminandola. Illuminare il terreno non
sarebbe servito assolutamente a nulla.
Anche
questa galleria è stata costruita a causa
delle frane sull'altro versante.
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Quindi vi
ho avvisato, portatevi una torcia bella potente se
volete vedere qualche cosa. Per fortuna non
è molto lunga altrimenti sarebbe stato un
incubo! Il fatto è che in questa galleria si
vede l'uscita solo dopo aver superato la
curva!
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Ad un certo
punto della strada, superando di nuovo il torrente,
sono riuscito a scorgere le prime pietre rosse
sparse nel greto del torrente. A dire il vero
più che pietre le definirei "massi" per le
loro dimensioni
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Ecco,
questa è la seconda possibilità di
approvvigionamento d'acqua che avevo menzionato
all'inizio. A quanto pare un'opera fresca di
realizzazione fatta l'anno scorso.
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Salendo
incontriamo altri massi con colorazione
rossastra
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A 1500 m
s.l.m. incontriamo la località "Alpe Sasso
Bissolo" anche qui non saprei cosa dire visto che
quasi tutti, ed anche le mappe, chiamano questa
località: Sasso Bisolo e non
Bissolo.
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Poco
più avanti dei maiali letteralmente nel
fango sino a metà zampe, contenti
loro....
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Di fronte
un cartello indica "Cascina Codazzi" con la vendita
di alcuni loro prodotti.
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All'Alpe di
Sasso Bisolo incontriamo il Rifugio Scotti, la cui
storia pare sia stata assai travagliata per molti
anni da quando era sorto ai giorni nostri. Tenetene
conto se dovrete pranzare.
Dalla
nostra partenza sono 17,6 km e 1169 m D+
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Ai margini
del bosco in località Sasso Bisolo delle
figure intagliate nel legno
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Intorno
all'Alpe alcune vecchie malghe in pietra oramai
diroccate. Quest'alpe è stata soggetta a
diversi anni di isolamento dovuto a frane che hanno
interrotto la viabilità e a farne le spese
è stato anche il Rifugio Scotti
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Gli alpeggi
servono a loro, per fornirgli i pascoli necessari
per produrre del buon latte da cui ricavare i
formaggi. In genere ogni alpeggio può in
gergo "caricare" un numero ben definito di capi di
bestiame in modo da avere per ognuno erba a
sufficienza per alimentarsi
correttamente.
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Qui le
motoseghe sembrava che si fossero date da fare a
sfoltire il bosco
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Nel vedere
i tronchi chissà perché mi è
venuto a mente il filmato di Ugo Tognazzi e
Raimondo Vianello in cui Raimondo vedendo Ugo nelle
vesti di un intagliatore di legno gli chiese a cosa
stesse lavorando con il tronco d'albero e lui gli
rispose:
Stuzzicadenti! Allora Raimondo ribatté : Ah!
Chissà quanti ne usciranno da un tronco
d'albero! Ugo candidamente gli rispose: Uno! Uno
solo, ... sempre che non si rompa!
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Sempre
parlando di frane, a sx una frana recente ha
divelto il muro di contenimento a sx scaraventando
massi sulla strada e poi a valle
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Questa
è la frana scesa a valle. Giusto fra le
fronde degli alberi è visibile la strada
sottostante che avevamo appena passato !
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Quando si
vedono enormi massi sui pendii delle montagne e le
stesse tutte sgretolate, questo ti fa pensare a
cosa sa produrre la natura nel corso dei
millenni
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Uno sguardo
alle nostre spalle mostra quelle che potrebbero
essere a sx la Cima Arcanxo e a dx la Cima degli
Alli, ma mi potrei anche sbagliare. Oltre quelle
cime invece dovrebbe esserci la Val Di Mello e su
questo ne avrei più certezza!
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La strada
procede fra enormi massi, peccato che le nubi basse
non hanno permesso una vista verso la testa della
valle
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Finalmente
dopo 22,5 km e 1634 m D+ siamo arrivati a
Predarossa! Peccato solo per le nubi basse che
celavano la vista sul monte Disgrazia, di cui si
vede solo una lingua di neve
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Salito sin
dove terminava la strada, si poteva apprezzare da
quassù il pianoro di Predarossa disseminato
da grossi massi.
Qui sul
pianoro termina la Val di Sasso Bisolo ed inizia
verso il Monte Disgrazia la Val di
Pedrarossa.
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Senza
nuvole il tutto sarebbe stato molto più
bello! Una volta ogni tanto mi sono dovuto
accontentare di quello che ho trovato! Pazienza, se
voglio vedere il Monte Disgrazia; o vedo la foto di
qualche altra persona oppure mi rivedo il report
della Valmalenco
anche se il versante è quello opposto, visto
da Chiareggio
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In pratica
questo è il pianoro di Predarossa, dove al
centro si trova un laghetto formato dal Torrente di
Valle di Predarossa e da un piccolo sbarramento
posto in prossimità della costruzione che si
vede a dx.
Da questo punto dove la strada termina, gli
appassionati escursionisti partono con gli zaini in
spalla alla volta del Rifugio Ponti a 2560 m s.l.m.
o per altre mete.
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Il piccolo
invaso creato dallo sbarramento a dx.
Il poter
raggiungere questo ameno luogo comodamente in auto
lo si deve all'ENEL che anni addietro voleva creare
un invaso artificiale proprio qui.
Per questo motivo costruì la strada e allo
stesso momento nacque anche il Rifugio Scotti che
all'inizio sarebbe servito come punto di ristoro
per le maestranze dell'ENEL.
Ma non avevano fatto i conti con l'insurrezione
popolare degli ambientalisti che manifestarono
contro questo progetto tanto che dopo fu
abbandonato.
Ovvio che la strada rimase, però a
più riprese subì delle frane tanto da
rendersi necessario un bypass delle frane
costruendo un tracciato nuovo sull'altro versante
della valle, compresa la galleria, opere che sono
state pagate da un privato e realizzate non molti
anni fa.
Mi pare che ora la strada sia stata acquistata
dalla Comunità montana della Val
Masino.
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Vista la
giornata molto calda, giù in valle qualcuno
ha pensato bene di salire quassù per un po'
di refrigerio accanto alle fresche acque del
torrente
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Giordano
intanto era in fase perlustrativa alla ricerca di
un posto per pranzare
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Suggestivo
questo posto, questa è una vista verso
valle
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Pur essendo
a 2000 m s.l.m. quel giorno eravamo con una
temperatura attorno ai 32°C e le fresche acque
erano assai invitanti, tanto che qualcuno fra i
sassi aveva piazzato un bel cocomero a
refrigerarsi
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A monte,
intanto, il torrente si faceva spazio fra i massi e
le rocce
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Giordano
intanto aveva trovato un passaggio per scavalcare
il torrente
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Saremmo
andati a pranzare al sacco oltre il
ponte
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Dunque:
quando in simili situazioni dovete passare con la
bici a fianco, non fate come Giordano nella foto
sopra, dove è rimasto esposto dalla parte
senza la staccionata.
Basterebbe
una perdita di equilibrio per finire nell'acqua e
questo vale anche su sentieri esposti verso valle
dove è sempre raccomandabile esporre la bici
verso valle e non noi!
Una bici la
si può sempre aggiustare o ricomprare, per
noi le cose si fanno un tantino più
complicate!
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Raggiunta
la nostra zona per il picnic e piazzata la
"marmotta" a sentinella, potevo assaporarmi il
gustoso panino imbottito di salame di fegato. Mi
era stato consigliato dalla signora del negozio e
mai scelta fu più felice, era
spaziale!
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Giordano
era assorto, forse stava pensando alle zucchine,
melanzane ed altri ortaggi che quel giorno aveva
abbandonato nel suo orto!
Lui si che ha il pollice verde, non come me che al
massimo diventerebbe verde solo se dipingessi
qualche cosa di verde!
Con me,
difficilmente una pianta potrebbe sopravvivere,
finirebbe o rinsecchita o annegata e con una
denuncia a mio carico per soppressione di piante
indifese!
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Assolto il
compito dell'alimentazione, abbiamo voluto risalire
il corso del torrente di Val Predarossa e dopo un
primo tratto roccioso siamo arrivati ad un bel
tappeto erboso
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Con quadri
così belli uno resterebbe lì sino al
calar della sera....
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... ma dopo
aver tentato di proseguire fra grossi massi ed
alzando il capo al cielo con grigie nubi sopra di
noi, abbiamo salutato l'ameno luogo di Pedrarossa,
girate le bici e scesi verso valle. Non si sa mai,
per precauzione sempre meglio evitare!
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Ripassati
alla fontana ci siamo fermati a riempire le
borracce, mano a mano che scendavamo di quota, si
faceva sentire sempre più il caldo e l'acqua
ci sarebbe servita
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Arrivati
sulla strada del fondovalle, Giordano ha voluto
portarmi a vedere il Sasso Remenno, uno dei massi
erratici più grande d'Europa. Così
abbiamo svoltato a dx direzione San Martino. Sullo
sfondo, a dx, le montagne della Val di Mello. La
casupola in legno è la sede del soccorso
Alpino della Val Masino
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Visido di
Dentro, una piccola località posta fra
ciclopici massi
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Questa
è la zona dei massi erratici, utilizzati
dagli arrampicatori come palestre all'aperto dove
esercitarsi. In fondo, dopo la curva si trova il
masso più grande d'Europa
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Eccolo qua,
questa è una porzione del Sasso
Remenno
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Un altro
pezzetto del Sasso Remenno e sotto di esso una
coppia intenta ad iniziare una arrampicata. Pareti
che offrono ogni grado di
difficoltà.
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Verso San
Martino, la Val Masino stupisce sempre per il suo
verde e le severe cime
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San Martino
è in pratica il bivio dove a dx si va in Val
di Mello e a sx si prosegue ai Bagni di
Masino
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Questa
è la vista sulla Val di Mello
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Sosta al
bar, una birretta fresca ci voleva e poi ritorno
alla nostra base di partenza ad Ardenno
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Traccia
GPX
Conclusioni
L'ambiente
della Val Masino e le attigue Val Sasso Bisolo e
Val di Predarossa mi hanno stupito per le loro
bellezze che si trovano con una scarsa
antropizzazione del territorio e come avrete visto,
fittamente ricoperto da rigogliosi boschi. La lunga
e ampia strada per raggiungere Predarossa poi,
durante la discesa per il rientro, ripaga le
energie spese per la salita. Naturalmente i
panorami offerti non sono cose da poco specie se
incapperete in una giornata priva di nubi
all'orizzonte!
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buone pedalate a
tutti, Outside
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