La
Mappa di Google Earth
Ci si trova
in alta Valtellina nelle zone attorno a Bormio, il
percorso parte dalla Valdisotto per terminare a
Santa Caterina Valfurva. Come si vede il tracciato
in Valfurva è sdoppiato, questo
perchè all'andata finita la Ciclopedonale
abbiamo seguito un sentiero forestale, mentre al
ritorno si è fatta la normale strada
asfaltata.
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L'altimetria
del percorso: La Ciclopedonale termina attorno ai
1300m. Fa seguito poi una carrabile sterrata con
lunghi strappi impegnativi.
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Come
arrivarci
Tola si
trova a sud di Bormio, arrivando dalla superstrada
da Tirano, invece di proseguire nelle gallerie fino
a Bormio, dopo Sondalo prendere l'uscita per "Le
Prese" sino a Tola.
Il
percorso
Da Tola a
Bormio centro sono 6,7 km di Ciclopedonale sul
Sentiero Valtellina, fanno seguito altri 6 km di
Ciclopedonale in Valfurva con 142 m D+.
Di fatto la
Ciclopedonale termina alla periferia nord di
Sant'Antonio. Da lì esiste un tracciato
forestale che in 10,5 km porta a Santa Caterina
Valfurva.
Di questo
tracciato la prima parte di 3,8km presenta una
salita continua con 439 m di D+ da superare. I
rimanenti chilometri sono un susseguirsi di su e
giù entro i 70m +D-
Bici
consigliata
E'
preferibile una MTB Front o meglio Full e come
sempre: buoni freni in ordine.
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Alta
Valtellina
Partendo da
Tola si segue il Sentiero Valtellina verso
Bormio
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Il
tracciato segue il corso del fiume Adda. Qui si
è nei pressi di Piazza e Gotrosio che si
vedono sull'altra sponda a mezza
costa...
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... mentre
avvicinandosi a Bormio sulla sx si trova la
frazione di Santa Lucia del Comune di
Valdisotto
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Dopo aver
passato il ponte sul Torrente Frodolfo, si prende a
sx il sottopasso per attraversare la Via Milano e
sbucare nella ciclopedonale che porta in centro a
Bormio.
Questa
è la ciclopedonale che attraversa tutto un
parco. Questo si estende a ridosso della sponda dx
del torrente Frodolfo che proviene dalla Valfurva e
di cui se ne vede l'inizio nella foto.
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Giunti a
Bormio la ciclopedonale termina in
prossimità di questo ponte dove si vede una
bacheca in legno, più o meno in centro alla
foto. Se volete ovviamente potete fare un salto in
centro oppure riservare la visita al ritorno.
Comunque sia se volete proseguire, attraversate il
ponte giungendo sulla sponda sx del torrente
Frodolfo.
n.d.r: Per chi fosse a digiuno di nozioni
geografiche, le sponde sx e dx di un fiume sono
sempre da riferirsi con l'osservatore che dà
le spalle alla sorgente.
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Si prosegue
quindi lungo la sponda sx del torrente
Frodolfo
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Passati
sotto questo moderno ponte pedonale che va a
collegare il centro di Bormio agli impianti di
risalita per Bormio 2000, si prosegue sino alla
fine della ciclopedonale lungo il torrente, dove al
suo termine in prossimità del vecchio ponte
di Combo, una uscita in salita vi porterà
sulla via Coltura
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Giunti
sulla via in porfido, si svolta a sx sino a questo
bivio dove si svolterà a dx.
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Sempre a
questo bivio se si svoltasse a sx, dopo aver
attraversato il caratteristico vecchio Ponte di
Combo sul torrente Frodolfo, come da indicazione si
intercetterebbe la strada che sale a Santa Caterina
Valfurva
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Svoltando a
dx invece ci si dirigerà verso la
ciclopedonale che permette di arrivare a Sant'
Antonio. Premetto che di cartelli indicatori non ne
troverete ad indicarvi il percorso partendo da
Bormio. A fianco della chiesa troverete una strada
in ripida salita
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Questa
è la strada in ripida salita su cui
proseguire
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Come da
cartello si tratta della Chiesa della Madonna del
Sassel o della Pazienza.
Sopra di
esso due cartelli indicatori di sentiero che si
andrà a percorrere. In effetti per il primo
pezzo non si tratta di una vera e propria
Ciclopedonale.
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Il sentiero
che in realtà è una carrabile,
viaggia a mezza costa rispetto al
fondovalle.
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A sx si
vede la strada per Santa Caterina Valfurva che
passa davanti alla chiesetta di Uzza
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Non
essendoci cartelli indicatori a questo bivio lei si
era già portata avanti sparendo dietro alla
curva per cui ho dovuto richiamarla per farla
tornare indietro.
In pratica
occorre scendere a sx e lo confermava un piccolo
cartello bianco con scritte in rosso messo su un
basso paletto posizionato in modo poco visibile per
chi proviene dalla nostra direzione.
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Giunti sul
lato opposto in prossimità di questo
sbarramento non avendo trovato altre indicazioni
non abbiamo proseguito oltre preferendo
l'attraversamento dello sbarramento e risalendo
sulla strada per Santa Caterina Valfurva. A
posteriori poi abbiamo saputo che si poteva
continuare.
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Quindi
dalla diga che si vede a dx siamo risaliti sulla
strada uscendo vicini alla Chiesetta di Uzza e con
uno sguardo sulla Valfurva
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La vecchia
strada che sale a Santa Caterina passa attraverso i
piccoli paesi spesso con gli spigoli delle case che
sfiorano la strada. Di fronte una vecchia chiesa
con tracce di affreschi sulla parete
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A Uzza
continuando sulla strada scorgiamo un negozio di
moto e bici e ci fermiamo a chiedere informazioni
sulla ciclopedonale della Valfurva.
Scopriamo poi che il proprietario effettua anche un
servizio di recupero di ciclisti in panne o di
trasporto ciclista + bici in caso di
necessità o anche di gruppi con bici a
seguito.
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Usciti da
Uzza abbiamo proseguito prendendo la Ciclopedonale
che termina poi nei pressi della chiesa di San
Nicolò, dove dietro di essa una strada in
discesa porta di nuovo sulla ciclopedonale che
avevamo lasciato poco prima in corrispondenza della
diga sul torrente.
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Abbiamo
così ripreso il percorso a fianco del
torrente.
Nota: Anche davanti al negozio di moto e bici si
trovava un cartello che indica il percorso lungo il
torrente, se lo avessimo preso saremmo sbucati nel
tratto che si vede con la palizzata in legno sotto
la chiesa di San Nicolò
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Da San Nicolò si
prosegue verso Sant'Antonio stando sempre sulla
sponda sx del torrente
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Non si
può dire che non ci si trovi in un panorama
alpino, qui ci sono tutti gli elementi
caratteristici con in più una
ciclopedonale
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La Valfurva
in questo punto è sufficientemente ampia,
circondata da fitti boschi da ambo le parti, mentre
in fondo spunta la cima innevata del Pizzo Tresero
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Questo
è Sant'Antonio ...
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... dove
troviamo un bel parco giochi e naturalmente il
legno è stato impiegato ovunque.
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sono
presenti anche tavole e panche per uno
spuntino
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Qui a
Sant'Antonio come da informazioni avute la
ciclopedonale doveva terminare, ma non era ancora
in questo punto
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A sx del
campanile la cima dell'Hohe Schneide, a seguire a
dx con un po' di neve il Payerspitze e ancora a dx
il Kristallspitzen.
Qui si
trova l'imbocco della Val Zebrù con
l'omonimo torrente che si innesta nel
Frodolfo
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Fine della
Ciclopedonale. Da qui occorre scegliere: A sx si
prende la strada asfaltata che sale a Santa
Caterina Valfurva, mentre a dx si prosegue su
sterrata nel bosco sempre con la stessa meta
finale.
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Quali
sono le differenze
Su asfalto
7,6 km e 385 m D+ (traccia rossa).
Su sterrato 10,5 km e 558 m D+ (traccia
verde).
Come si
vede, sull'asfalto (traccia rossa) la pendenza
é più regolare su tutta la lunghezza
mentre in fuoristrada (traccia verde) la pendenza
é maggiore con frequenti sali scendi nella
parte sommitale oltre ad allungarsi il
percorso.
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Noi abbiamo
scelto il tracciato più impegnativo su
sterrato dato per 3h a piedi sino a Santa Caterina
Valfurva
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L'inizio
era molto bello e quasi in piano e pensavamo lo
fosse anche in seguito...
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... ma
arrivati davanti al capanno in legno abbiamo visto
subito che le cose non stavano proprio come in
questo facile inizio bucolico!
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La
carrabile si è inoltrata nel bosco e ha
iniziato a salire regolarmente con una media del
14% nel primo tratto proseguendo con un 12% con
punte significative.
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Inutile
dire che il paesaggio da quassù è ben
differente da quello che sarebbe visibile facendo
la strada asfaltata di fondovalle...
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... per
contro certe rampe sono belle durette da farsi!
Naturalmente quassù non abbiamo incontrato
quasi nessuno, salvo un cane di grossa taglia che
venendoci in contro per fortuna non si è
dimostrato aggressivo.
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Si giunge
ad uno dei tanti bivi...
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...bivi che
indirizzano in varie direzioni, a noi sarebbero
mancate ancora 2.20 h se fossimo stati a
piedi
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Essendo una
salita continua, ogni tanto ci si fermava a
fiatare...
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... e ad
ammirare il paesaggio con l'immancabile cima
innevata del Pizzo Tresero a fare da
sfondo.
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La sede
della carrabile è comunque ampia e permette
di schivare pietre o
irregolarità.
No! Quella
a sx non è la prosecuzione del tracciato
....
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... faceva
parte dell'ennesimo bivio
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Come si
vede per chi va a piedi c'è l'imbarazzo
della scelta, per noi invece Bike
Adventure!
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Come avrete
visto dal grafico non solo salite ma anche
discese
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E altri
bivi, qui occorre prendere quello in
salita
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Si è
ad 1.20 h da Santa Caterina Valfurva
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Un
passaggio sul torrente Val di Sobretta
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A sx la
cima innevata è il Palon della Mare mentre a
dx è la Cima San Giacomo
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Oramai
eravamo vicini a Santa Caterina Valfurva
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Usciti dal
bosco ci siamo trovati in mezzo alla pista da
discesa Debora Compagnoni
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La strada
prosegue sino ad arrivare in centro al paese dopo
un passaggio su normale strada
asfaltata.
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Anche
questa seconda pista stava aspettando la neve,
sarà accontentata dopo due
giorni!
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Una vista
verso Pizzo Tresero e Punta Segnale mentre a sx
spunta una piccola macchia bianca che dovrebbe
essere il Cevedale
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A ben
pensarci questo è un ritorno dopo 21 anni di
assenza, allora però avevo un paio di sci ai
piedi
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Giusto per
ampliare lo sguardo verso l'alto, abbiamo fatto un
paio di tornanti del Gavia permettendoci la vista
da sx sul Monte Pasquale, il Cevedale, il monte
Rosole e il Palon de la Mare
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Pronti per
il ritorno verso Bormio, questa volta seguendo la
strada asfaltata.
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Si passa
davanti alla pista Debora Compagnoni, questa volta
dal punto di arrivo
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E pensare
che dopo due giorni questa era la stessa pista
ricoperta di neve! La freccia indica il punto dove
l'avevamo attraversata e fatta la foto
dall'alto.
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Erano in
corso i lavori per la finitura della stazione di
partenza.
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La discesa
è veloce e forse per questo già nel
1906 era stata apposta una targa ben visibile su
questa casa dove si proibiva ai veicoli una
velocità superiore a 8 km/h
nell'attraversamento di Sant'Antonio
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Su questa
strada il Giro d'Italia c'è passato per ben
10 volte
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Arrivo a
Bormio. Se ricordate l'inizio del report quello in
centro è il Ponte di Combo, solo che ora si
è sulla parte opposta.
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Di fronte
al ponte una strada entra verso il centro di
Bormio, e già da qui si scorge la punta del
campanile
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Una vista
verso il centro storico e la piazza
Cavour
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Chiesa SS.
Gervasio e Protasio (da vedere il suo bel interno),
a sx Il Kuerc e dietro di esso la Torre della
Bajona o delle Ore
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Chiesa SS.
Gervasio e Protasio, Il Kuerc e la Torre della
Bajona o delle Ore si trovano nella Piazza Cavour
con una bella vista su Bormio 2000 e
3000
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Questa
è Via Roma ed è la via centrale di
Bormio, dove se capitate non perdetevi il rinomato
panificio noto soprattutto per le sue deliziose
torte che vanno letteralmente a ruba, con le code
fuori dal negozio ancora prima che apra!
Su questa
via troverete antichi palazzi, alcuni con affreschi
e portoni in legno intagliati
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La nostra
preferita: Torta Pere e Cioccolato
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La Torre
degli Alberti nella centrale Via Roma e risalente
al XIII sec.
Questa
torre assieme a quelle della Bajona e De Simoni,
sono le uniche tre rimaste delle 32 torri che
Bormio ha avuto nel XIV sec. periodo in cui era
fiorente il commercio e il transito di persone e
merci.
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In questa
Via Roma ho trovato una cosa curiosa, ovvero delle
panche fissate alle facciate dei palazzi a mezzo di
catene.
La prima
cosa che mi è venuta in mente è
stata: Se nevica qualcuno passa e rialza in
verticale la tavola per non farvi accumulare la
neve o per non farla bagnare. Sarà questo il
suo impiego o servivano ad altro? Esempio: esporre
della merce?
Naturalmente
per Bormio la visita non si esaurisce qui ed avrete
modo di vedere molte altre cose interessanti che
lascio a voi il compito di scoprirle.
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Intanto
l'anticipo dell'inverno già lasciava le sue
tracce su a Bormio 2000 e 3000, del resto tempo 2
giorni e sarebbe nevicato!
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Lasciato
Bormio e svoltato l'angolo eravamo di nuovo in
Valdisotto diretti al nostro campo base di
Tola.
Nella foto
in primo piano Piatta e sopra San
Pietro.
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Traccia
GPX
Conclusioni
Un
tracciato che potrebbe essere il prolungamento
ideale del Sentiero Valtellina, solo che andrebbe
segnalato al meglio e rivisto in alcuni punti.
Di certo la seconda parte su sterrato non la
ritengo adatta a tutti e per forza di cose è
necessario un minimo di allenamento.
Come sempre gli sforzi impiegati verranno ripagati
dall'ambiente circostante in cui sarete
immersi.
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