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Come
scritto poco sopra, sino alla Croce di Poverzone ci
ero già stato 6 anni fa, ora si é
trattato di concludere ciò che era rimasto
in sospeso, raggiungendo l'Alpe Colina e il Lago di
Colina posto a 2.098m s.l.m. La mappa
del percorso. Sul sito Garmin Connect, dopo che ci
si è registrati, è possibile
convertire le miglia in km e viceversa, nelle
preferenze. Inoltre è anche possibile
scaricare la traccia per i GPS Garmin Si tratta
di un anello e la partenza e l'arrivo l'ho fissata
a Sondrio. Fino alla Croce di Poverzone si ricalca
quanto già pubblicato nel vecchio
report,
per basta attenersi alle indicazioni che troverete.
Per quanto riguarda il successivo tratto verso il
Alpe Colina e il suo Lago si tratta di proseguire
su sterrato carrabile per 5,5km, con alcuni
saliscendi per circa 200m di dislivello. Il rientro
lo si fa sul versante a ovest che scende a
Postalesio, posto a 16,6km dall'Alpe Colina
perdendo 1610m di quota, pendenza media 10% max
21%. Il fondo si alterna con tratti sterrati,
cementati e asfaltati ma con molto sporco presente
a cui si deve prestare molta attenzione. Inutile
dire che è un giro molto faticoso e
riservato a chi ha un buon allenamento e abituato a
coprire simili dislivelli con lunghe
salite. Il punto di
partenza a Sondrio l'ho fissato nel parcheggio di
via Vanoni molto comodo da raggiungere. Dopo essere
usciti dalla tangenziale: Uscita Via Vanoni
è la prima a dx. Devo aprire
una "elettroparentesi" ovvero questo percorso mi
è stato possibile farlo grazie a Franco
Maggioni il titolare di BICIFACILE, che mi ha
gentilmente fornito una ebike biammortizzata da
testare. Si è trattato di una Haibike Xduro
FullSeven RC.
Li ho fatti
entrare anche a perlustrare il minuscolo borgo, qui
se ne avete bisogno troverete l'ultimo bar del
percorso. Oltre al
bar, l'immancabile fontana! In effetti questo
percorso lo potrei anche chiamare : "delle fontane"
per il buon numero che si incontrerà, questa
anche con la datazione al cemento; non aspettatevi
quella al carbonio, non è poi così
vetusta! Qui si
è a 1097m di quota come inciso sulla targa
in legno
Lasciato
Ligari la strada inizia ad inerpicarsi nel bosco,
sino ad un tornante che offre una bella visione
panoramica sulla Valtellina. Non preoccupatevi, non
avete le traveggole, ho solo unito due foto per
completezza dell'ambiente circostante Poco prima
di arrivare qui stavo dicendo ai miei compagni:
Però, con una sola tacca di consumo ho fatto
1016m di dislivello! Ma se
osservate bene a dx il GPS segnava 13,6km percorsi
e sapendo che la meta era a 25km dalla partenza,
ops! Mi sa che allora non ci sarei arrivato al
Lago! Fallire
ancora una volta l'impresa in effetti mi avrebbe
dato un po' fastidio. Eravamo a 1300m di quota e
dovevamo salire a 2100, altri 800M di D+ che
però conoscendo il tracciato sapevo
benissimo che sarebbero stati i più ostici,
per pendenza e fondo dissestato. Ho chiamato
a rapporto i compagni di avventura informandoli che
molto probabilmente saremmo riusciti ad arrivare
solo alla Croce di Poverzone stando ai consumi
fatti sino ad ora. Questa
degli indicatori a tacche o segmenti è una
delle cose che meno tollero su una bici elettrica.
Non costerebbe nulla ai costruttori implementare un
semplice Wattmetro ed Amperometro per avere sempre
la corretta situazione sott'occhio! La giornata
era bella, anche se a tratti un po' velata dal
caldo inopportuno regalato dal recidivo anticiclone
Africano che ha portato temperature anomale anche
quassù
Poco
più avanti con ancora tanto dislivello da
affrontare, ci è convenuto alimentarci un
po' almeno per me e Sergio. Giordano invece
arrivato all'ultima tacca della sua batteria ha
deciso di sostituirla e di mantenerla di
scorta! La
carrabile aggirando la montagna ad un certo punto
offre la visione sul gruppo del Bernina ed i suoi
ghiacciai. Sotto si trova la Val Malenco. Da qui
alla Croce di Poverzone ci attendeva il tratto
più ostico di tutto il percorso e qui un
brevissimo filmato
dove si vedono impegnati Sergio e Giordano che lo
insegue ad una frequenza di pedalata più
elevata. Ricordo sei
anni fa quando arrivai in questo punto con la mia
bici e francamente mi sono chiesto come ci sia
riuscito! Avevo anche le gomme slick!! Salire ora
con una biammortizzata è stata tutt'altra
cosa, ma anche per l'aiuto dato dal motore che in
alcuni tratti per forza di cose ho dovuto
posizionare in TOUR per compensare i rapporti al
cambio mancanti. Ecco il
gruppo dei 200, in effetti siamo solo in tre ma se
sommiamo l'età... Ultimo
sguardo al Bernina ed arrivati sino a qui è
già stato un buon traguardo, la Croce di
Poverzone non era molto distante Sarà
grave? E' svenuta? No, semplicemente avevo la bici
senza il cavalletto! Altra cosa che da fastidio
quando si fanno i report è la perdita di
tempo per trovare un appoggio alla bici oppure
doverla sdraiare a terra magari in mezzo a posti
dove lo spazio è risicato e devono passare
altre persone. Incontrati
due ragazzi "Zaino in Spalla", Giordano illustra a
loro le differenze delle bici dopo che essi si sono
accorti che erano a pedalata assistita. Altra cosa
che manca su queste bici è il classico
portaborraccia, e per chi va in bici questa
é la cosa più essenziale che ci
sia. Io mi sono
inventato un temporaneo portaborraccia al manubrio,
non averlo avuto in una giornata così calda
e con l'estenuante lunga salita sarebbe stato un
altro continuo fermarsi a togliere e mettere lo
zaino. Cari
costruttori visto che quasi tutti poi debbono
inventarsi vari modi per posizionare un
portaborracce, non é il caso che ci pensiate
voi in modo unico e definitivo? Dalla
fontana alla Croce di Poverzone ci sono una
trentina di metri, ci siamo incamminati tutti verso
questo magnifico balcone naturale.
Chi
più chi meno si è avvicinato al bordo
del baratro, sotto di noi il vuoto e la
Valtellina Questa
panoramica dà l'idea a cosa vi troverete
davanti, ed è inutile dirvi che il consiglio
è quello di salire quassù per vedere
il panorama con i vostri occhi. Panorama che con
una giornata tersa spazia dal Trentino alla
Svizzera e su tutta la catena delle Orobie, oltre
che l'intera Valtellina.
Un momento!
Ed io? Rifare la foto, grazie! Dalla croce
il cartello indica 5,5km, ce la faremo? Questa era
la scommessa. Consultandoci 200m di dislivello su
5,5km di lunghezza non erano poi molti, però
c'era il dubbio sullo stato del fondo sterrato e se
ci fossero stati strappi significativi. Sino a qui
le bici si sono comportate bene e non ho visto
cenni di perdita di trazione sullo sconnesso. La
modularità e progressione del sensore di
sforzo posto sul cinematismo dei pedali fa
sì che gli ostacoli improvvisi o start and
stop che impongono il fuoristrada vengano gestiti
in modo assai naturale, potendosi concentrare
meglio sulla guida e dove voler indirizzare la
ruota.
Non capita
tutti i giorni di poter pedalare a 2000m su delle
carrabili in bella vista panoramica!
Silenzio!
Ciak, si gira, azione! Impegnato nelle foto, alla
mia sx la cima del Monte Legnone Bello vero?
Tutte le Orobie in un solo colpo d'occhio! Peccato
che salire quassù non è proprio tanto
semplice! Eh
sì, questi spettacoli si godono solo quando
si è fatta un po' di fatica per portarsi in
cima e vi posso assicurare che di fatica ne ho
fatta abbastanza, dovendo dosare attentamente
l'assistenza per non fare esaurire la batteria
anzitempo.
Il
tracciato segue fedelmente il profilo della
montagna con curve e controcurve e 2000 metri
sotto, la pianura ad accompagnarci.
Miraggio
confortante, una Malga! Pensavo fosse il nostro
traguardo, cosa che invece non era, visto che si
trovava oltre il bosco del pendio a sx
Interrompiamo
con il nostro passaggio il pranzo delle mucche, che
ci guardano un po' stupite, abituate forse a
contare le quattro ruote dei fuoristrada dei loro
padroni. Quindi
questa malga di certo non è l'Alpe
Colina... ...anche se
il contesto è più che accattivante
con la baita che spazia con lo sguardo senza nulla
di fronte se non valli e montagne La stoica
armata dei 200 pedala cogliendo ogni minimo tratto
pianeggiante per mettere in OFF l'assistenza, il
risparmio è d'obbligo, salvo per Giordano
con doppia batteria. Su questi
percorsi è molto consigliabile avere una
bici biammortizzata almeno con 120mm di escursione
e soprattutto freni da 203 e 180mm per la
successiva ripida discesa! Poi sei
anni fa ho dimostrato che si poteva fare anche con
una semplice MTB, ma questa è un'altra
storia che fa di necessità
virtù. L'imbarazzo
della scelta è a quale fontana fermarsi. In
effetti ce ne sono in gran numero, e noi ciclisti
abbiamo sempre sete di acqua fresca. Intanto ho
spronato i miei compagni ad arrivare alla meta,
anche se con sconforto ho visto i km ancora a
disposizione sul mio display che stavano scemando a
zero! Una traccia di presenza umana, dovevamo quasi
esserci. Io
però essendo a corto di carburante, al pino
ho fatto un breve stop per due morsi ad un pezzo di
pizza Bastano
poche pedalate per finalmente agguantare con lo
sguardo l'Alpe Colina! Batteria o non batteria, il
traguardo è vicino e già pregustavo
la discesa! Ergo, salite terminate, almeno si
sperava! Anche
Giordano ha scomodato la sua macchina fotografica
per qualche scatto Senza
indugio Sergio si è diretto al Lago di
Colina che si trova oltre la sella dove è
lui nella foto. Finalmente
la meritata pausa per sbranare quello che ci siamo
portati come pranzo. Qui Giordano aveva già
finito la sua razione e poi non è educazione
fotografare chi sta azzannando un panino, e
lì era in fase contemplativa Abbiamo
fatto parecchia fatica per arrivare alla meta,
anche se elettro-dotati, però ne è
valsa la pena, primo per aver raggiunto il mio
obbiettivo, sepolto nel taccuino ormai da sei anni
e poi per aver portato i miei amici a bearsi di
questi magnifici panorami. Mi sono
avvicinato all'acqua e sorpresa, a 2100m mi trovo
un branco numeroso di pesci Pesci molto
affamati, tanto che pezzi di pane venivano
letteralmente assaliti in gruppo Bel posto
per costruirsi una baita lassù. Come potete
vedere questo è un classico lago alpino dove
al termine della glaciazione i massi ed i detriti
del ghiacciaio sono confluiti in questa conca
naturale Giordano
assorto nei suoi pensieri, forse stava pensando di
fare concorrenza alla sirenetta di Copenaghen.
Giordano guarda che la sua posa è
un'altra!
Recuperate
le nostre fuori serie era ora di affrontare la
lunga interminabile discesa Nel
frattempo che stavamo abbandonando questo luogo
idilliaco, ci hanno raggiunto i ragazzi "Zaino in
Spalla" incontrati alla Croce di Poverzone, che per
la serie il mondo è piccolo, il ragazzo
abitava dietro la casa di Giordano! Pronti,
via? No, calma, un ultimo sguardo
attorno Non ci
rimane che scendere a valle, ancora una fontana, se
ce ne fosse bisogno la troverete qui al
lago. Una cosa
è certa, le cime che si traguardando sono
oltre i duemila metri visto che qui siamo a 2100m
s.l.m. La mia bici
faceva i capricci e non voleva scendere a valle,
come dargli torto, poi giù faceva un
caldo! Che ne
dite? Brutto vero? Pensate ora a 25km di discesa
per tornare al punto di partenza, c'è di che
arroventare i freni a disco, e vi dirò che
il caratteristico odore di bruciato che ogni tanto
si avverte in montagna di frizioni e freni cotti
ogni tanto nell'aria fina lo percepivo dai due
fuggitivi che avevo davanti a me che scendevano a
"rotta di collo". Con lo zoom
la pianura sembra lì ma sono pur sempre
1600m di dislivello da fare dall'Alpe
Colina. Ora il
percorso alterna tratti di sterrato a cementato ad
asfalto con presenza di detriti di sassi e piccole
rocce. Ancora una
malga posta sul lato ovest della valle Il bello di
questa discesa a parte il fondo, sono una serie
infinita di tornanti e curve, dove a dire il vero,
telaio e sospensioni hanno fatto il loro dovere
come pure le gomme dotate di un ottimo grip, ed i
freni che talvolta soffrivano un poco il fading, ma
è anche comprensibile. Mi
raccomando fate attenzione per il fondo
sdrucciolevole ma anche per le canaline devia acqua
e agli avvallamenti trasversali in cemento
abbastanza profondi per deviare l'acqua, che presi
a velocità sostenuta potrebbero mandarvi la
forcella a pacco se non ben tarata o farvi fare un
bel saltino. In sostanza scendere con
prudenza! Altre baite
con il caratteristico tetto di pietra Ancora un
rifornimento idrico e di nuovo
giù Siamo scesi
abbastanza da non guardare più le cime
dall'alto verso il basso, qui eravamo in
località Baita Prà Lone con tanto di
prati rasati e solita fontana. Dopo una
ventina di tornanti eccoci arrivati a Postalesio,
da qui abbiamo proseguito per Vendolo e Castione
Andevenno La strada
prosegue fra meleti e vigneti trattenendosi a mezza
costa sulla montagna
Qui era
d'obbligo un consulto con la tecnologia che avevamo
a disposizione a confronto di cartelli stradali
quasi inesistenti. Abbiamo capito che loro
conoscono i loro luoghi, ma noi no! Qui si
trattava di proseguire verso Grigioni e poi
Triasso, ma c'erano due strade una alta e una
bassa, quale delle due? Noi abbiamo preso quella
bassa divertentissima per i "cavatappi" a mo di
Laguna Seca, solo che poi giunti a Grigioni
c'é toccata la salita verso
Triasso. Qui avevo
distanziato i miei compagni sull'ultima salita,
già, però fatta a gambe visto che la
batteria mi ha detto: Ciao, ci vediamo alla
prossima ricarica! Quindi come
vedete i rapporti contano, le masse pure e le
assistenze dei motori anche! L'ultima
fatica della giornata era stata fatta, ora potevamo
scorgere distintamente il tendone blu del centro
tennis dove avevamo parcheggiato. Finalmente un bel
pezzo di strada da farsi senza motore per
sciogliere i muscoli dopo l'intensa
giornata.
Termina qui
questo lungo report-test di questo bellissimo ed
impegnativo giro, vera palestra di sfida per chi
avesse delle ebike simili a quelle da noi
impiegate. Se ce la farete a porre a termine il
giro con una sola batteria non potrete che essere
fieri della vostra prestazione. Sentiamo
ora cosa hanno da dirci Sergio e Giordano, le loro
impressioni in sella ai loro mezzi e il loro
giudizio sul giro
Autonomia:
non conoscevo l'autonomia del mezzo in termini di
dislivello, che stimavo dell'ordine di 1500-1600m,
perciò avevo qualche timore sulla
possibilità di farcela, anche perché
ho un allenamento solo modesto e sapevo di dover
ricorrere a livelli di assistenza inferiori al mio
solito. Ma strada facendo ho visto che utilizzando
rapporti più corti e salendo senza forzare
con il 1° livello "ECO" con cadenza 60-70 RPM
, la batteria si scaricava lentamente: i primi 500m
D+ hanno consumato solo il 20%, e mi sono
tranquillizzato abbastanza. Nei tratti più
ripidi e/o più sconnessi sono
necessariamente passato al 2° livello "STD"
"quando ce vole ce vole"! Il 3° livello "HIGH"
non è invece stato mai utilizzato. Ottimo il
cambio con due guarniture, ho usato sempre la
più piccola. Discesa:
freni, sospensioni, pneumatici sono risultati
adeguati. Nei tratti asfaltati, vista la pendenza,
si viaggiava spesso attorno a i 50 km/h, con punta
per me di 58, ma con grande attenzione a frenare
per tempo all' approssimarsi alle frequenti zone
con sabbia o ghiaietto. Nelle decine di tornanti ho
avuto modo di osservare che prediligo quelli a sx,
dove mi sento più sicuro e vado più
veloce. Rumore
del motore: a me francamente dà fastidio
il rumore del mio Yamaha, anche perché in
pianura utilizzo normalmente una MTB assistita
BionX che è assolutamente silenziosa. Leggo
che i modelli Yamaha 2016 saranno 11dB più
silenziosi Impressioni
sul giro: E'
valsa la pena di affrontare questa bella faticata,
al di là del gusto di andare in compagnia a
vedere posti nuovi e della soddisfazione per
avercela fatta: panorami vasti, da posizioni sempre
più dominanti, ambienti fuori dal tempo,
aria fine e tante fresche fontane da stupirsi
quante fossero e quanto ben distribuite. Da
ritornarci ogni tanto, se non fosse per la distanza
non piccola da Milano, e per la strozzatura di
Morbegno, che fa perdere un sacco di
tempo. Commenti
di Giordano Mi sono
divertito molto, mi dispiaceva salire così
veloce avrei fatto volentieri 6km/h ma non potevo
perché in ECO forzavo troppo e non sarei
arrivato, visto che avevo batteria non ho badato a
"spese". Bellissimi
panorami ed ho riflettuto molto sulla vita dei
mandriani/pastori in malga. Molto interessante
l'uso dei recinti elettrici che permettono una vita
cicvile e tornare ogni tanto a controlare o a
mungere. Il mio
divertimento è stato soprattutto in discesa
, cunette con piccoli voli, frenate alla
"Valentino" ed aria fresca. Meno male
che avevo appena cambiato le pastiglie ed il
copertone posteriore, d'altra parte dopo 2500km ci
voleva. Una bici
che è posizionata come entry level nel
catalogo Haibike e che offre il giusto compromesso
nella dotazione ciclistica. Bici abbastanza
scorrevole, e ben frenata, salvo spingerla al
limite dove il fading si fa sentire. Ottima tenuta
delle gomme e telaio che non si scompone.
Ammortizzatori sufficienti per una entery
level. |
buone pedalate a
tutti, Outside |
pagina creata:30-08-2015 ultimo aggiornamento: 31-08-2015 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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