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CADORE Lunga via delle Dolomiti da Calalzo di Cadore a Passo Cimabanche |
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Queste due immagini sono tratte da:
il Cadore
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Nonostante
queste cosucce proseguiamo, con lo sfondo delle
cima delle Marmarole e il picco della Croda Bianca.
Oltre il prato, Calalzo di Cadore, mentre sulla
costa della montagna la frazione di Grea di Domegge
di Cadore. Forse
è arrivato il momento di fare le
presentazioni, come avrete visto ho un
accompagnatore, ma non un accompagnatore qualunque,
si tratta di Bortolo Calligaro ex. professore in
Lettere, profondo conoscitore della storia degli
usi e costumi e dei luoghi del Cadore visto che ci
è nato, e non ultimo Accompagnatore
Turistico dell'Associazione Bellunese
Accompagnatori Turistici
DOLOMITI...E
VAI!
e non
solo, Presidente della sezione Fiab-Amici della
bicicletta di Belluno ed esperto di
cicloturismo. Ovvio che
disporre di una simile guida fa la differenza su
quanto è possibile conoscere del territorio
che si andrà a visitare, potendo avere
particolari e notizie che difficilmente riusciremmo
a cogliere da soli. Per cui se
formate un gruppo di persone con cui dividere la
spesa, è senz'altro un plus per cogliere al
meglio ciò che sa offrire il territorio del
Cadore. Alla
frazione di San Francesco, incomincio ad inquadrare
il paesaggio montano con boschi e prati Si sale
ancora di quota, verso un fitto bosco e passando
davanti ad un primo casello della ferrovia. Gli
strappetti ci sono, ma non sono
impossibili. Il primo
vantaggio di disporre di una guida è di
poter arrivare in posticini che conoscono solo
quelli del luogo, e quindi attraverso il bosco si
arriva in un punto... magico. Sopra, se
si ha un cavalletto, non occorre chinarsi tutte le
volte a tirar su la bici! Questo
è il punto magico da cartolina che vale la
pena raggiungere e ripaga già in parte il
fatto di aver preso la Guida! A sx.
Calalzo di Cadore e più in là Domegge
di Cadore, e questo è il Lago di Centro
Cadore Sullo
sfondo a sx. il Monte Tudaio, in centro la cima
dello Schiavon, a dx. il monte Brentoni Sempre
sfruttando le conoscenze della guida, si fa una
deviazione lasciando la ciclabile e salendo verso
Pieve di Cadore, si arriva ad un punto panoramico
dove il CAI di Pieve ha sistemato questi simpatici
tubi in direzione delle varie cime, ed è la
direzione che poi prenderemo, per poi piegare a dx.
verso la Valle del Torrente Boite. Sulla dx.
si vede spuntare la vetta bianca del monte
Antelao. Alle spalle
di questo punto panoramico un monumento alla storia
del Cadore, si tratta di Pietro
Fortunato Calvi Sempre dal
punto panoramico uno sguardo verso Pieve di Cadore
con ancora tre indicatori posizionati verso le cime
delle Marmarole e del monte Ciastellin. Passiamo
davanti alla casa natale di Tiziano che tanti
lustri ha donato alla sua terra. Pieve di
Cadore, la piazza dedicata a Tiziano Vecellio, con
la sua statua bronzea. Pieve di
Cadore è da sempre la capitale storica del
Cadore. A sx il
Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore
(XVI secolo) La facciata
del Palazzo della Magnifica Comunità di
Cadore, a dx. spicca il campanile della chiesa di
Santa Maria Nascente. Il frontale
del Palazzo, a dx spunta la cima del Monte
Rite La statua
bronzea dedicata al grande pittore Tiziano
Vecellio, da notare che pur essendo collocata a
Pieve di Cadore, l'iscrizione riporta la
dedica: Avrebbero
potuto scrivere: A Tiziano Pieve di Cadore, ed
invece è tutto il Cadore che ha dedicato il
monumento, e anche per il fatto che Pieve di Cadore
è il centro storico e culturale del
Cadore. La mia
guida personale mi ha portato all'interno del
Palazzo, dove ho potuto visionare questi tre
antichi reperti. A sx, l'antico stemma del Cadore
riportato su una bandiera tricolore, e stante la
data iscritta 1739, ne farebbe il Tricolore
più vecchio d'Italia, in anticipo di 57 anni
rispetto a quello ufficiale di Reggio Emilia. In centro
il castello di Pieve posto su un'altura che domina
la valle del Piave sottostante, ora trasformato in
lago artificiale. Dopo la caduta della Repubblica
di Venezia, il Castello cadde in rovina, e al suo
posto ai primi del 900, venne costruito un forte
dall'esercito Italiano, denominato Batteria
Castello. Sulla dx.
il Castello di Botestagno, costruito su un picco
roccioso nella Valle del Torrente Boite, si trova a
circa 6,5 km a nord di Cortina. Risalente all'anno
1000 ora ne rimangono pochi resti. Finita la
breve visita a Pieve di Cadore, siamo tornati
indietro di qualche centinaio di metri, visto che
Bortolo mi voleva mostrare la diga sul Piave in
località Sottocastello, una diga il cui
bacino contiene 50 Milioni di metri cubi
d'acqua. Alta 108 m.
e larga 410m. fu costruita nel 1949 e produce
210MW/h Proseguiamo
e arriviamo a Tai di Cadore, questo è lo
stato di abbandono della vecchia stazione
ferroviaria, e anche il vicino cartello indicante
la ciclabile è in sintonia con
l'abbandono! Incontro
con un folto numero di cicloturisti. Ci fermiamo
chiedendo la provenienza, un po' di Inglese e
Tedesco per capire che provenivano dall'Austria
facendo un tour nel Veneto. Come si
può osservare questa sarebbe la ciclabile!
Ci troviamo di fatto su una strada comunale con
tanto di ville accanto e cancelli di uscita diretti
sulla strada, senza uno straccio di segnaletica
orizzontale a delimitare la pista ciclabile e non
solo, con traffico veicolare a cui occorre fare
attenzione! Se questa
è la Lunga via delle Dolomiti, forse occorre
rivedere le proprie mire e chi ne è
responsabile ci rifletta un attimo. Del resto
gli stranieri disponendo di ciclabili di tutt'altro
livello, faranno senz'altro dei commenti a
riguardo. Lasciamo e
salutiamo i turisti Austriaci, non prima di fare un
minimo di promozione, mostrandogli il logo di
bellitaliainbici che ho sulla maglietta ed
invitandoli a visitare il sito web. Si arriva
così in vista di Valle di Cadore. Sullo
sfondo da sx le Croda di Cuze, il Sassolungo di
Cibiana, le cime dello Sforniói Nord, tutte
appartenenti al gruppo del Bosconero. In centro
Passo Cibiana. A Valle di
Cadore incontriamo un altro gruppetto di
cicloturisti stranieri. In questo caso la ex
Stazione ferroviaria è stata ristrutturata
ed ora è sede dei Vigili del
Fuoco. Nelle
vicinanze è disponibile anche una fontana
per il rifornimento idrico delle
borracce. Non tutti i
manufatti sono stati conservati, e qui sono rimaste
in piedi le mura. Incontriamo un' altra breve
galleria. Arriviamo
alla frazione di Vallesina, qui l'ex ponte
ferroviario viene sfruttato dalla
ciclabile. Sullo
sfondo a sx. un'altra galleria posta sul tracciato,
mentre a dx. si possono osservare i muri di
contenimento con arcate di rinforzo che erano state
approntate per la sicurezza del tracciato
ferroviario. Sotto il
ponte della ex. ferrovia un altro ponte della
strada Alemagna. Dal ponte
è possibile osservare un vecchio mulino
completamente restaurato, sullo sfondo la bianca
cima del monte Antelao. Usciti
dalla galleria di Vallesina imbocchiamo un
provvidenziale sottopasso della statale e in breve
ci troviamo alla frazione di Venas. A Venas
lungo la ciclabile si trova una recente
costruzione, si tratta di Villa Gaia un Bike Hotel
con servizi orientati ai ciclisti, fornendo ai loro
ospiti anche le bici gratuitamente, oltre a un
piccolo spazio dedicato alla eventuale manutenzione
della bici. https://www.villagaia.info/ All'uscita
di Venas, si arriva a questo ex casello della
ferrovia, e qui purtroppo la ciclabile è
interrotta dall'attraversamento della strada che
porta alla Forcella Cibiana. Anche
questa è una situazione da risolvere per
mettere in sicurezza il percorso. Rammento
che come indica il cartello questo percorso
è ciclo-pedonale e secondo il codice della
strada l'attraversamento pedonale va segnalato ed
è prioritario sul traffico veicolare, con
tanto di segnalazioni orizzontale e verticali per
gli automobilisti in transito sulla
strada. Forse
è il caso di adeguarsi alle leggi vigenti
specie in questo caso di importanza dello stesso
percorso! Visto che
ci si deve fermare approfittatene per visionare due
teche in vetro che contengono, una delle vecchie
fotografie e documenti della ex.
ferrovia... ... mentre
l'altra teca mette in mostra alcuni vasetti con
delle varie specie di Vipere conservate sotto
alcool. Ad un
tratto spunta fra gli alberi questa vista
spettacolare sul "Caregòn del Padre
Eterno" Di fatto
è la cima del Monte Pelmo, e i locali la
chiamano "seggiola del padre eterno" perché
da una certa angolazione assomiglia ad un immenso
scranno con la sua seduta e i suoi
braccioli. Qui occorre
fare attenzione la ciclabile prosegue a sx. e non
vi sono cartelli ad indicarla. Una lunga
passerella in ferro con fondo cementato, e sullo
sfondo l'Antelao. Qui entra
in funzione l'esperienza della mia guida che
indicando la cima dell'Antelao mi sciorina un detto
contadino:
"Cuan
che Antelòu bete 'l ciapel, dó la fau
e su 'l restèl" Dopo il
passaggio sulla passerella si arriva a questo ponte
sul torrente Ruvinian. Un torrente
che di nome e di fatto spesso ha provocato danni
all'ambiente circostante. Alle sue
spalle sempre la cima dell'Antelao. Non potevo
non immortalare questa scena con il Caregòn
e il letterato, profondo conoscitore dei luoghi che
stiamo attraversando. Si procede
nel silenzio della valle del Boite, distese di
boschi, cielo azzurro ed alberi che incominciano
leggermente a variare il colore sentendo l'autunno
alle porte. Il sole che fa sentire ancora i suoi
raggi e i profumi dei boschi, una piena immersione
nella natura con scenari da favola. Il mio
ritorno alle origini non poteva essere festeggiato
in modo migliore! Arriviamo
alla piccola frazione di Peaio con lo sfondo dell'
Antelao Ancora a
Peaio, ma con la vista verso il monte Pelmo, come
potete vedere non c'è che l'imbarazzo della
scelta su cosa guardare. Anche qui
la ciclabile viene stoppata. Come sempre occorre
chiedersi a chi va la priorità e comunque
manca la successiva segnaletica orizzontale ad
indicare il percorso ciclabile! In sostanza
o esiste questo percorso o non esiste, se esiste va
riqualificato come tale sotto tutti gli aspetti se
vogliamo che sia a livello Europeo e
l'approssimazione va messa da parte. La
ciclabile affianca la strada Alemagna. Sull'altro
lato della strada é visibile il monumento
dedicato ai caduti delle due guerre con lo sfondo
delle Rocchette e a dx. l'onnipresente
Antelao. Siamo in
prossimità della stazione di Vodo di Cadore,
a cornice sullo sfondo a sx. il Pelmo e a dx. le
Rocchette. La giornata particolarmente tersa e
luminosa mette in risalto, come se ce ne fosse
bisogno, il paesaggio che ci sta di
fronte. Come potete
osservare nella foto sopra, la pista ciclabile
è correttamente divisa fra i cicli e i
pedoni, anche se talvolta questi ultimi spesso se
in gruppi, tengono ad occupare tutta la sede
disponibile, costringendo i ciclisti a continui
avvertimenti con il campanello. In sostanza
questo è il modo corretto per delimitare e
segnalare la pista ciclo-pedonale, ma è
stato fatto solo in alcuni tratti. Nella
stazione di Vodo troverete una fontana in acciaio
inox per l'acqua. Dopo la
solita interruzione della ciclabile per un banale
attraversamento di strada secondaria senza sbocco,
la ciclo-pedonale riprende con il solito cartello
verticale blu; anche in questo caso occorrerebbe
mettere le strisce orizzontali di attraversamento e
i cartelli verticali alle auto che segnalino
l'attraversamento, la precedenza va alla
ciclo-pedonale! In una
scena idilliaca, un ruscello scende
dall'Antelao Gli scorci
si moltiplicano e c'è sempre l'imbarazzo su
cosa immortalare. |
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buone
pedalate a tutti, Outside |
pagina creata: 26-09-2011 ultimo aggiornamento: 15-06-2015 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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