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Il punto di
partenza l'ho fissato ad Albavilla al parcheggio
del mercato comunale (che si tiene al
Martedì). Si sale verso Civiglio e da
lì verso Brunate. Nonostante le previsioni
dessero una giornata accettabile, l'inizio non
è stato dei più rassicuranti. Qui una
vista verso Como dalla salita verso
Civiglio Raggiunto
Brunate un passaggio nella stretta via che sale nel
centro storico La strada
scende di nuovo in questo punto che ha un belvedere
(dove si vede la pianta) su Como ed il lago. La
strada a dx sale invece all'arrivo della Funicolare
che sale da Como. Dalla
partenza da Albavilla sino a qui sono 10,5km e 265m
D+ con pendenze dal 7 al 9% Erano le 11
quando abbiamo ripreso a salire verso San Maurizio,
2km al 9%. Qui la parrocchiale di
Brunate. Dimenticavo...
con me c'erano Giordano e Sergio. Arrivati a San
Maurizio, Giordano ha voluto che salissimo al Faro
Voltiano, lo abbiamo accontentato, qui che spinge
la sua bici sulla ripida scalinata! Un attimo
di respiro, le primavere sono oramai tante da
contare, oltre ai kg che non danno sconto nelle
salite! Questa è la base del faro dedicato
ad Alessandro Volta, a sx fra le croci c'è
Sergio Il Faro
Voltiano dalla cui sommità si può
ammirare uno splendido panorama, ma non per noi,
visto che era chiuso e la giornata non era delle
più splendide Sergio
incomincia ad integrare gli zuccheri con qualche
caramella, mentre Giordano affacciato alla
ringhiera osservava il lago sotto di noi. Come si
può osservare in lontananza la visuale era
molto limitata da nubi basse e foschia.
Cernobbio,
Villa Erba, a sx un idrovolante decollato da Como
ed un battello turistico Cernobbio,
fra Villa Erba e Villa d'Este Cernobbio
Villa d'Este e a dx i Queens Pavillon
Ma noi non
eravamo li per trastullarci, si era in tre ed
ognuno si è caricato in spalla la sua croce
e via verso la dorsale Lariana. Scesi di nuovo a
San Maurizio, di fronte alla chiesa abbiamo preso
la strada in salita a dx. Ancora
1,6km al 5% e siamo arrivati alla località
C.A.O. a 962m s.l.m. e 14km dalla
partenza.
azza della
Sul
piazzale un pannello con una carta del percorso,
cliccare sull'immagine per ingrandire.
Si prosegue
nella strada in centro, a sx si trova il cartello
giallo con le quote dei monti che si troveranno
lungo la dorsale, ma la dorsale li sfiora tutti
senza salire sulle cime. Lasciato il
C.A.O. e l'asfalto alle spalle, ci si inoltra
subito nel bosco, da qui sino alla Colma di Sormano
ci aspettavano 15km di percorso sterrato con 593m
D+ e 433m D-
Gli alti
pini ci hanno scortati per un po' sulla
carrabile Si passa
davanti alla Baita Bondella, dove a dx un cartello
abbassato riporta la scritta:CAMERE Poco dopo,
alla Baita Boletto Fabrizio 1180m s.l.m.
incontriamo tre bikers che poi ritroveremo al
rifugio Riella. Sino a qui è una carrabile,
oltre, solo a piedi o in bici e tante volte a
spinta! I compagni
sulla ripida salita basolata se la sono presa
comoda intenti a chiacchierare. Questo è un
tipo di fondo che personalmente non gradisco molto
perché richiederebbe sospensioni
sufficientemente morbide e tarate con un rebound
lento per poter assorbire al meglio i continui
saltellamenti. Lasciato il
rifugio il terreno cambia subito aspetto ed una
ripida e sconnessa salita dove la ruota tende ad
alzarsi obbliga a stare tutto avanti facendo anche
fatica a dove impegnare la ruota anteriore verso
traiettorie più favorevoli e meno
impegnative restando sempre in equilibrio. Superato
l'ostico punto ci si ritrova di nuovo nel bosco di
alti e maestosi pini Non pensate
che andando avanti non si dovrà più
scendere dalla bici! Le situazioni saranno
numerose, poi ovviamente in una buona parte di esse
chi ha più dimestichezza in questa pratica
potrebbe anche non mettere piede a terra, ma noi
non siamo di quella pasta! Qui avevamo
bypassato il Monte Boletto e di fronte a noi
avevamo il Monte Bolettone. Sergio
accecato dal controluce stava cercando di leggere
le scritte dei cartelli. Dove si
trovava Giordano in effetti c'era un bivio con un
sentiero in alto ed uno verso il basso. Noi
dovevamo aggirare il Bolettone, per cui dovevamo
stare sul sentiero alto. Il meteo
reggeva anche se la prevista apertura tardava ad
arrivare. Il monte Bolettone mostra la parte
superiore spoglia di vegetazione.
Qui stavamo
pensando; se il percorso sarà così
come qui, sarà un lusso! Sarà
vero? Finite le
nostre speranze, il percorso si tramuta in single
track, a dx invece si sale alla cima del Bolettone.
Noi dovevamo seguire verso Capanna Mara e il
Rifugio Riella. Qualche
metro indietro invece ci è toccato spingere
e sollevare le bici fra le rocce troppo alte e sul
ripido, dove già a piedi si faticava a
procedere! Questi
passaggi critici in genere non sono più
lunghi di una decina di metri. Di fatto
sarebbe più un percorso da farsi a piedi, ma
oramai anche le bici qui sono di casa! Iniziamo il
Sentiero dei Faggi su un tappeto di foglie che
nasconde tutto in un contesto da fiaba Come
descritto all'inizio il percorso presenta diverse
tipologie di fondo e molti tratti anche se brevi,
occorre farseli a piedi. Per il sentiero stretto ed
esposto a valle è sempre consigliabile
lasciare la bici verso valle come stava facendo
Sergio e non come stava facendo Giordano. Portatevi
anche scarpe con un buon grip, il rischio di
scivolare c'è sempre! Pietre
bagnate e foglie o radici bagnate sono molto
scivolose e su certi passaggi meglio procedere con
cautela ed approfittare per fermarsi a osservare il
bosco. Tappeti di
foglie e radici contorte dei faggi ci assorbono nel
loro paesaggio incantato Si riprende
da dove il tratto è meno esposto ed
impegnativo, anche se visto in foto non sembrano
esserci grosse difficoltà, ma ripeto, non
siamo atleti e facciamo 200 primavere in
tre
La bussola
naturale, dove non batte mai il sole c'è il
nord, anche i bambini lo sanno! La faggeta
è uno spettacolo da vedersi e queste
frequenti discese qualche sguardo in più in
giro ce l'hanno permesso. Come si
allontanavano un po' perdevo i miei compagni nel
bosco, guardandomi in giro per vedere da dove erano
passati. Ah! Eccoli
la, fra i tronchi dei faggi Finalmente
arrivati al bivio per la Capanna Mara e per la
Dorsale. Ho chiesto ai miei compagni che ora fosse;
era l'una e mezza, ed avevo superato la mia soglia
abitudinaria di pranzo, per cui ho ordinato la
sosta pranzo! Dal C.A.O.
avevamo percorso 8km di su e giù dalla sella
e l'appetito o meglio la fame non mancava
assolutamente a ciascuno di noi. Il bivio
è posto alla Bocchetta di Lemna
1115m. Da questo
punto chi volesse accorciare il percorso potrebbe
andare alla Capanna
Mara
e da li scendere all'Alpe del Vicerè e di
seguito ad Albavilla. Il frugale
pranzo ci serviva per ritemprare le forze dopo 22km
e 1003m di dislivello. La temperatura era scesa a
5°C che ci ha indotto a coprirci
meglio. Proseguendo
verso la dorsale siamo arrivati davanti a questa
curiosa stratificazione di rocce Dire che
è un lavoro curioso delle forze della natura
è dire poco. Chissà l'entità
delle forze in gioco per creare questo
spettacolo. Un enorme
faggio secolare incombeva sui "ragazzi" La dorsale
verso il rifugio Riella Il monte
Palanzone e sul suo pendio il Rifugio Riella, che
già si intravedeva da questo
punto
Il Rifugio
Riella è posto sotto il ripido pendio del
Monte Palanzone Uno sguardo
da dove siamo saliti Passati fra
secolari alberi siamo arrivati al Rifugio Riella
dopo 2,1km dalla Bocchetta di Lemna e 165m D+
inframezzati dai consueti brevi e ripidi
strappi Al rifugio,
di nuovo incontriamo i tre biker che qui si erano
fermati per la sosta pranzo Verso il
nostro punto di partenza il meteo non sembrava
cambiato, anzi forse peggiorato,
pazienza! Loro erano
pronti per la partenza, noi invece pronti per
prendere un caffè. La nostra
prossima meta era a sx dell'asta della
bandiera. Lasciato il
rifugio si sale verso il Cippo Marelli, sono 700m e
37m di D+ Siamo
ancora su un tratto di
basolato/lastricato
Le nubi
alle nostre spalle cambiano repentinamente. A
metà del pendio si intravede il
rifugio Il rifugio
sovrastato da grigie nuvole Il Cippo
Marelli alla Bocchetta di Nesso 1313m
s.l.m. Si prosegue
con una porzione di cielo azzurro che si affaccia
fra le nuvole. Altra meta
da raggiungere era la montagna di colore più
chiaro poco a sx dal centro della foto Sulla dx
del percorso, dietro le piante, si vedeva la cima
del monte Palanzone 1436m. s.l.m. Da questo
punto si osservava meglio il sentiero per la
prossima meta sotto il monte Croce Sulla
dorsale si incominciava a vedere la parte della
valle verso Asso. Peccato per la foschia altrimenti
si sarebbero visti tutti i monti del
Lecchese. Davanti a
noi ancora un tratto ostico da affrontare per il
fondo instabile fatto da uno strato di rocce e
sassi grandi poco meno di un pugno e non compattati
nel terreno Nel
frattempo loro si erano portati avanti Intanto il
cielo stentava ancora ad aprirsi Pedalare
sui sassi e le pietre mobili e posti su ripidi
pendii, non fanno altro che mettere a dura prova i
praticanti di MTB Anche se
sembra di più un greto di un torrente,
pensate che alle mie spalle avevo visto una
Roulotte coperta da un telo, chissà che
fatica trainarla quassù! Ancora un
sali scendi e avremmo poi terminato di salire.
Sullo sfondo sempre la cima del
Palanzone Dal monte
Croce uno sguardo verso nord e l'ultimo saliscendi
verso i grandi faggi in centro alla
foto. Raggiunti i
faggi, sulla dx in sequenza il monte Croce, il
monte Bul ed il Palanzone.
Tre
maestosi faggi e tre bici. Qui le tre croci sulle
spalle potevamo anche togliercele, da qui in avanti
era tutta discesa o falsopiano. Fino a qui
erano 26,68km e 1278m D+ e 348m D- questa a 1353m
s.l.m. era la quota massima del nostro giro della
dorsale Lariana Fra un
tappeto di foglie abbiamo iniziato la discesa verso
Sormano. Una serie di ripidi tornanti attorno al
20% ci aspettavano nel bosco. Qui abbiamo
raggiunto il bivio di fronte al Monte Falò,
lo abbiamo aggirato scendendo a sx verso la Colma
di Sormano Breve
discesa e ci siamo ritrovati alla Colma di
Sormano Questa
è la strada verso il Pian del
Tivano Oltre la
Colma di Sormano si scende al Pian del Tivano, a dx
la cupola dell'osservatorio astronomico Dal
belvedere una lunga foto panoramica elenca tutte le
cime che si possono vedere in una giornata col
cielo terso verso il Lecchese. Ritorno
alla normalità, asfalto e auto! Qui eravamo
a quota 1123m s.l.m. Missione
quasi compiuta, 29km percorsi, mancavano ancora
21km su asfalto per chiudere l'anello
Siccome
erano ormai secoli che volevo vedere il famoso
"Muro di Sormano", finalmente si è
presentata l'occasione buona! Sul muro i
freni non si risparmiano e le sospensioni lo
mostrano
Giordano
alle prese del tratto più ripido del muro
dove i freni puzzavano di bruciato! Percorso
leggendario incluso nel giro d'Italia e che ha
visto darsi battaglia campioni del passato.
Sull'asfalto le scritte riportano le quote a cui ci
si trova Le
"pastiglie fumanti "sono arrivate al termine della
discesa o se vogliamo all'inizio della
salita Sergio e
Giordano posano soddisfatti per il giro che gli ho
fatto fare. La prima volta in bici su
un percorso in buona parte già noto, ma solo
per escursioni fatte a piedi: le emozioni sono
differenti ma entrambe gradevoli. Bellissimo
giro, era una vita che lo volevo fare e l'avrei
fatto con la muscolare (biamortizzata) anche se
sono sicuro che ne avrei fatto una metà a
piedi! Avrei
accettato anche due gocce di pioggia aggiungendo
particolarità all'ambiente da
favola. Non mi
aspettavo uno spettacolo come l'attraversamento del
faggeto tutto tappezzato di foglie rosse e qualche
faggio rivestito di muschio verde che sembrava
fosforescente. Forse le
foto rendono poco rispetto la
realtà.
Tutti e tre
lo volevamo fare da tempo, questa è stata
l'occasione buona anche se sinceramente se avessi
impiegato una biammortizzata e con un meteo
migliore il tutto sarebbe stato ancora più
bello. |
buone pedalate a
tutti, Outside |
pagina creata:23-10-2015 ultimo aggiornamento: 24-10-2015 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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