Lombardia in bici

Alpe del Vicerè
Capanna Mara

CO

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Nel Triangolo Lariano e Alta Brianza in provincia di Como si trova questa impegnativa salita che partendo da Albavilla porta all'Alpe del Vicerè per poi proseguire verso il rifugio Capanna Mara a quota 1125m s.l.m.


Le bici sono appoggiate al pennone della bandiera presso il Rif. Capanna Mara



Alpe del Vicerè - Capanna Mara - Cima sopra Capanna Mara

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
18km a/r
761m
Asfa/Sterr
Strad/Cicl
8,2% - 28%
✩✩✩✩✩
✩✩✩✩
✩✩✩✩✩

 

 

 

 

 

 


Il Rif. Capanna Mara si trova su un pendio che ha libera visione sulla pianura lombarda ed oltre quando c'è il cielo terso, fino agli Appennini. Ma non solo, basta salire alle spalle del rifugio per poche decine di metri per godere di un panorama a 360°

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La mappa del percorso. Sul sito Garmin Connect, dopo che ci si è registrati, è possibile convertire le miglia in km e viceversa, nelle preferenze. Inoltre è anche possibile scaricare la traccia per il GPS.


 




IL PERCORSO

Si tratta di un percorso tutto in salita. Il primo tratto è asfaltato sino all'Alpe del Vicerè ed è impegnativo. Il secondo tratto che porta al Rif. Capanna Mara è su fondo misto fra selciato, cementato e sterrato ed è molto più impegnativo. Si alternano ripidi tratti a pendenze più dolci ed è adatto a chi ha già un buon allenamento alle spalle oltre ad avere capacità tecniche in salita. Vi troverete in alcuni tratti con la ruota anteriore che tenderà ad alzarsi da terra.

 

Rifornimenti idrici

Lungo il percorso è presente una fontanella, oltre a quattro rifugi sul percorso

Quale bici usare

Per il primo tratto va bene anche la bici da corsa, per il secondo tratto solo MTB front o meglio ancora biammortizzate dotate di freni in ordine e un buon cambio.

AVVERTENZE

Dato che la parte del percorso sterrato è molto frequentato da chi vi sale a piedi, va da sé che specie in discesa occorre prestare molta attenzione e moderare la velocità !



 

Da Albavilla all'Alpe del Vicerè

 


Albavilla si trova a fianco della strada che collega Lecco a Como. Avvicinandoci ad Albavilla sulla montagna a sx avevo individuato una costruzione pensando che fosse la nostra meta finale

Casualmente senza volerlo avevo scelto un parcheggio in Via Don Felice Ballabio, e come si può vedere nella foto a sx si scorge il cartello marrone con la freccia che indica Alpe del Vicerè.


La salita incomincia subito con discrete pendenze ed usciti da Albavilla poco dopo la strada sale a tratti in mezzo ai boschi

E' l'inizio della primavera, le piante sono ancora in ritardo con il fogliame. Con me sale Giordano, oramai un veterano di bellitalianbici, avendo partecipato a diversi report.

E' la nostra prima vera salita della stagione e senza fondo nelle gambe non saliamo certo come razzi, anche perchè a tratti le pendenze si fanno sentire.

Siamo partiti con una temperatura gradevole, ma la salita come si sa fa innalzare la temperatura, approfittiamo di questo spazio per togliere un indumento. C'è comunque ventilato per cui manteniamo il layer esterno togliendo un capo sottostante.

Si riparte, se c'è una cosa dove la Fisica non fa sconti è nella "massa" soprattutto se occorre spostarla in salita! Dall'espressione Giordano sta forse pensando ai piatti troppo abbondanti che la sua amorevole mogliettina gli ha cucinato e a cui lui non si è rifiutato di respingere!



E così paga pegno dovendo scalare rapporti. A quanto pare non lo aiuta nemmeno il fatto di aver indossato dei calzini di colore nero alla Armstrong, che ha vinto tanto sì, ma sotto al "cofano" c'era dell'altro! Non certo un coniglio in umido con polenta e peperoncino!

Comunque sia lo stato fisico saliamo del nostro passo ed ogni scusa è buona per una sosta. Questa fermata è giustificata per aver visto il lago ma a ben vedere la vegetazione lo nasconde e lascia poco spazio per una foto

All'ennesima curva ci fermiamo incuriositi da un cartello sbiadito con una dedica ad una persona. Non comprendiamo se fosse per la persona che avesse costruito le panche per questa area di sosta improvvisata fra gli alberi.

Di nuovo in sella, ora abbiamo fatto lo scambio delle bici che sostanzialmente sembrano uguali per la pedalata espressa, forse nella sua avverto una maggiore scorrevolezza nelle ruote e pneumatici

Arriviamo in vista della cresta della montagna e facciamo di nuovo il cambio delle bici.

In cima alla montagna individuo questa struttura e ho pensato: sarà la nostra meta?


Siamo quasi arrivati all'Alpe del Vicerè mentre un cartello dà indicazioni di un sentiero per la famosa località "Buco del Piombo". Una caverna naturale risalente al periodo Giurassico e di grandi dimensioni, dove nella parte iniziale ci starebbe comodo un palazzo di 15 piani! La Grotta che si trova a 695m s.l.m. è lunga più di 400m e non è stata ancora del tutto esplorata.

Volendo anche da Albavilla diparte un sentiero che arriva alla grotta e se ne trova l'indicazione lungo la strada che abbiamo percorso per arrivare sin qui.

azza della

Un rudere lascia intravedere sulle pareti una sbiadita scritta dove un tempo questa costruzione era un Bar

Riprendiamo la strada e dopo qualche centinaio di metri arriviamo al parcheggio dell'Alpe del Vicerè.

In fondo, oltre la sbarra, vi è un parcheggio a pagamento che dispone anche di un parco

Una bella edicola con mappa del luogo si presta al confronto con la visione verso la montagna e ci stavamo chiedendo se fosse realmente il rifugio Capanna Mara, quello che si vedeva.

Arriva una signora, chiediamo informazioni intanto passa anche un signore, un po' più pratico del posto che ci spiega subito che quello è il Rif. Bollettone mentre per il Rif. Capanna Mara occorre proseguire sull'unica strada che c'è.

Da una parte ci siamo rincuorati, perché salire lassù non sembrava una cosa facile!

Chiesto per le difficoltà uno ha risposto: se siete arrivati sino a qui non vedo perchè non possiate salire alla Capanna Mara!

Mentre la signora ci ha aggiunto: Vi sono tratti impegnativi alternati da pendenze fattibili.

Valutando quanto ci è stato detto, ci siamo sentiti di proseguire, anche perchè avevamo sentito il parere di un ragazzo incontrato per strada e stando al suo dire, lui non era mai riuscito a salire .... per cui un po' di dubbi c'erano.

Quindi avanti tutta! Superiamo affiancando l'area a ridosso del parcheggio a pagamento e ci dirigiamo per prendere il sentiero.


Si arriva in questa pineta dove si trovano un paio di bar-ristoranti

Questo e il secondo esercizio che incontriamo

Incontriamo una segnaletica del CAI che dà Capanna Mara per 1h di cammino.

Fino a qui sono 6,3km e 480m di dislivello, pendenza media 7,5%

Proseguendo sono 2,79km 270m di dislivello, pendenza media 9,7% con punte al 28%

Più avanti, parafrasando un vecchio testo di una canzone... Un asinello tende il collo verso il prato!


L'ambiente cambia decisamente, assumendo un aspetto più montano con il bel bosco a fianco

 

Fra la vegetazione, guardando ad est, scorgo l'inconfondibile profilo dei Corni di Canzo che guarda caso Giordano ed io abbiamo raggiunto con questo impegnativo report quasi 5 anni fa.


Una mappa ci avverte che stiamo entrando nella Riserva Naturale Regionale Valle Bova

Questo è il Rifugio Cacciatori. Qui termina la strada asfaltata ed inizia il sentiero, da qui in avanti il cambio resterà spesso sul primo rapporto

Dalla veranda del Rifugio si può ammirare questo panorama sul lago di Pusiano a dx e in centro i due laghi di Annone

 

Poi sporgendosi e spostandosi si riescono a vedere questi monti che per praticità ho etichettato.

E giusto per una segnalazione, il Sasso Malascarpa, Il Monte Rai e il Cornizzolo sono stati oggetto di un report fatto sempre con Giordano.

Intanto che scatto foto, Giordano mi precede. Sopra di lui si vede il fianco privo di vegetazione del monte Bollettone. Abbiamo già superato la prima parte del sentiero abbastanza ripida, ora si prosegue su sterrato.

Anche qui si è riparati dal bosco ed immagino che in stagione avanzata vi sia ancora maggior copertura delle foglie. Vi rammento che qui si è esposti verso Sud-Est per cui un po' d'ombra nei mesi caldi non fa certo male.

Per quanto le rampe ripide non siano particolarmente lunghe è sempre meglio fermarsi a prendere fiato, tanto non dobbiamo fare una cronoscalata, anzi al contrario, dobbiamo osservare ciò che ci sta attorno.

Come potete vedere i tratti ripidi generalmente sono cementati o lastricati ed ampi canali di scolo interrompono a tratti il sentiero per evitare dilavamenti pericolosi durante le piogge.

Va da se che in discesa occorre stare all'occhio e moderare la velocità.

E dove i tratti sono duri che si fa? Semplice si scende e si spinge! Come vedete si possono incontrare spesso escursionisti a piedi sia che salgono o scendono per cui come ho scritto sopra, moderate la velocità e fatevi sentire prima di giungere alle loro spalle.

 

Indubbiamente è una bella palestra per chi volesse allenarsi in salita.... noi soprassediamo, non è il nostro caso!

Voltandoci indietro abbiamo lasciato il Bollettone alle nostre spalle, meno male che non dovevamo salire lassù!

Ultimo strappo e siamo quasi arrivati al Rifugio Capanna Mara, ci fa compagnia il Pincher della signora che avevamo incontrato al parcheggio, ricordate? Ci ha raggiunto di buon passo mentre noi perdavamo tempo fra soste fotografiche, quattro chiacchiere ed altro.
Del resto su salite del genere non pensate di salire più veloci di uno che sale a piedi, perlomeno nei tratti più ripidi.

Giordano, dopato al coniglio e polenta, nonostante la zavorra culinaria è arrivato soddisfatto alla meta. Anch'io ma con un languorino che poteva anche essere da coniglio e polenta... ma ahi noi il rifugio apre solo nei giorni festivi e fine settimana, per cui non rimane che dar fondo allo zainetto.

 

La giornata è assolata e nemmeno particolarmente calda, permane della foschia in pianura e non riusciamo a vedere il luccichio della madonnina del duomo di Milano; ci accontentiamo di dare uno sguardo al lago di Alserio e con questo sono quattro i laghi visti sino ad ora.

Altri escursionisti approfittano delle panche e tavoli esterni al Rifugio per consumare il loro pranzo al sacco.

Un precedente "maleducato" ha lasciato una bottiglia vuota sul marciapiede accanto al rifugio. Non conosce la regola d'oro che chi va in montagna poi i rifiuti se li riporta a casa e non li abbandona sul luogo.

Occorre accontentarsi per cui uno sfilatino va più che bene giusto per fare il rabbocco alle riserve naturali. Come potete vedere il suo fisico è robusto ma asciutto al contrario del mio che è solo asciutto!

Naturalmente i ciclisti d.o.c. si distinguono e sono educati e mangiano con i guanti. La classe non è acqua, del resto avete mai visto un ciclista campione durante una gara togliersi i guanti prima di addentare un panino? Loro lo fanno per i secondi preziosi da non perdere, noi... semplicemente perchè la fame non attende che ci togliamo i guanti!

Sulla porta del Rifugio campeggia la scritta:

Beata Solitudo Sola Beatitudo, come dire: solo stando da soli si riesce a raggiungere la tranquillità interiore.

A est del rifugio dove è sistemato il pennone con la bandiera Italiana issata, dipartono altri sentieri

Raggiungiamo il luogo lasciando il rifugio

Questa è la vista verso la pianura lombarda con il solito lago di Alserio, la foschia non permette di vedere oltre.

Guardando ad est oltre ai monti precedentemente elencati, ora a sx appaiono anche la Grigna e la Grignetta. Riesco anche a scorgere il monte Sodadura che appare innevato

Alcuni escursionisti al rifugio ci avevano suggerito di salire sopra che si arrivava ad un punto panoramico, detto fatto ci incamminiamo, non senza spingere le bici

 

Il tratto pur essendo ripido è breve e non supera il centinaio di metri e una trentina di metri di dislivello

Lui è già in cima, spero proprio che si veda il lago

 

Eh sì, il lago di Como si vede ed anche la catena del Monte Rosa. La ruota della mia bici punta verso Cernobbio mentre la mia manopola sx indica la cima del Monte Bisbino, altro report già fatto

 

 

Giordano posa soddisfatto per la meta raggiunta

Niente male la vista ad Ovest

Quando le prospettive ingannano, il monte Rosa con i suoi oltre 4600 metri a confronto con il monte Bisbino, che si trova in centro alla foto ed è alto solo 1325m, pare essere alla stessa altezza, peccato che vi sia solo l'insignificante differenza di 3.300 metri!


Sempre da questo punto d'osservazione ecco la croce sulla cima del Monte Bollettone


Questa è la vista verso sud, peccato per la foschia


Uno sguardo anche verso nord, a sx il Pizzo dell'Asino 1125m a dx il Monte Palanzone 1435m

 

Ed ora facciamo le "belle figurine", siamo pronti per la discesa




CONCLUSIONE

E' un report adatto a chi è in forma e vuole fare un po' di fatica, anche se poi si è ripagati per i panorami da fruire e poi.... e poi discesa!

 

 

 

 

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2014
pagina creata:13-04-2014
ultimo aggiornamento: 12-06-2015
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