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Piani di Artavaggio da Maggio ai Piani di Artavaggio |
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Ci troviamo
nel cuore della Valsassina, ai confini fra le
province di Lecco e di Bergamo, con costanti
visuali sulle Grigne e sul Resegone. Il percorso
è suddiviso in due tratte: la prima su
strada asfaltata, la seconda in sterrato. Le
pendenze medie si attestano sul 6-7%, solo l'ultimo
tratto di 2km su sterrato dai Piani di Artavaggio
al rifugio Nicola rincara la dose con media al 13%
e l'ultimo breve tratto oltre il 25%. Ho
suddiviso il percorso con tre colori, in azzurro il
tratto asfaltato, in verde lo sterrato con pendenza
media al 6-7%, mentre l'ultimo tratto in rosso
è il più tecnico e difficile (sempre
con il mio metro di giudizio) Maggio Moggio Bivio Piani
Artavaggio Piani di
Artavaggio Rifugio
Nicola Da Lecco,
si prende l'indicazione per la Valsassina,
prendendo la nuova tangenziale in galleria, che
porta sino all'imbocco della Valsassina a Ballabio.
Da lì si prosegue verso Introbio, ed
arrivati al Colle di Balisio, si svolta a dx. per
Maggio - Culmine San Pietro. Da: Milano
69 km - Bergamo 46 km - Lecco 15,6km - Como 42km -
Bresciai 102km Parcheggio
Cimitero di Maggio Tempi di
percorrenza Percorso in
salita da Maggio al Rifugio Nicola: 2h 10'
alla media di 8,5km/h Pronti,
via, si sale, sì! Anche in questo caso
è così! Parcheggiato al cimitero di
Maggio, si sale subito verso Moggio e da li verso
il passo del Culmine di San Pietro. La salita
verso il Culmine San Pietro è molto bella e
panoramica, con asfalto in buone condizioni. A
circa 1km dal Culmine di San Pietro una sbarra a
sx. subito dopo delle antenne radio, segnala
l'inizio della carrabile che porta ai Piani di
Artavaggio e al Rifugio Nicola. Escludendo
la salita su asfalto di ordinaria amministrazione,
il resto per me è stato il percorso
più duro e tecnico che mi sia mai capitato
negli oltre 100 report pubblicati sino ad
ora. Dico subito
che non è per le pendenze impossibili, anche
se gli ultimi 2km danno del filo da torcere!
Piuttosto il problema è riuscire a stare
sempre in equilibrio e soprattutto mantenere sempre
la trazione. Il fondo è un misto fra terreno
battuto (molto poco) fondo con sassi di tutte le
dimensioni, più o meno mobili, pietre,
ghiaino, ghiaia, traverse in legno, canaletti
trasversali di scolo, brevi guadi (dipende se ha
piovuto di recente) ma i generale sassi, sassi,
sassi e ancora sassi e pietre da schivare!
Personalmente
ho fatto simili percorsi, ma perlopiù con un
fondo più compattato, e con rare perdite di
trazione, qui invece tutto questo è molto
frequente e forse tenere le gomme con meno
pressione migliorerebbe le cose, ma poi c'è
da affrontare al rientro la bella discesa finale su
asfalto e farla con le gomme sgonfie non è
proprio il massimo! La salita
inoltre non presenta sempre pendenze costanti ma
intervalla tratti più o meno pendenti, per
cui si passa dalla prima marcia alla quarta marcia
per poi riprendere la prima marcia. La prima
marcia è la più utilizzata specie nei
passaggi tecnici, e in alcuni occorre arrendersi e
scendere se si perde l'equilibrio per poi ripartire
superato l'ostacolo. Da quando
si inzia il percorso la concentrazione deve essere
sempre ai massimi livelli, per poter scegliere le
traiettorie migliori dove c'è meno sconnesso
o ostacoli. Il manubrio poi va tenuto sempre ben
saldo. La bici poi
deve essere molto robusta, possibilmente una
biammortizzata o una buona front. Se le
difficoltà in salita non sono indifferenti,
non pensate che la discesa sia rose e fiori,
mettete in conto una buona ora e mezza in fuori
sella. Consiglio
in oltre dei buoni freni a disco per poter
controllare al meglio l'aderenza in discesa, e
ottimi ammortizzatori. Io non sono
usuale a fare simili percorsi tecnici per cui
questo è il mio punto di vista che
sarà senz'altro differente dai patiti di
freeride o downhill che lo giudicherebbero rose e
fiori. Per
mè è stato un calvario sia in salita
che in discesa e non vedevo l'ora che terminasse.
20km di sassi e sobbalzi senza un attimo di tregua
non sono il massimo del piacere di andare in bici,
anche se poi come nel cogliere una rosa con le
spine se ne puó apprezzare il suo profumo,
in questo caso se la giornata è stupenda ci
si puó beare di panorami
fantastici. E forse
è questa la spinta che ti fa andare avanti
stringendo i denti e sopportando i
disagi. Ma tutto
questo che ho scritto non penso riguardi chi queste
cose le fa di abitudine, e quindi una
normalità. Per gli altri penso che arrivare
in cima è una bella conquista, provate e poi
mi farete sapere! La strada è li che vi
aspetta a vostro soggettivo ed insindacabile
giudizio!
Prima di
partire uno sguardo verso la Grignetta e la Grigna.
Questo è il parcheggio di Maggio, oltre il
prato, il fondo valle della Valsassina. Giunti a
Moggio, per chi volesse ridursi le fatiche, a sx.
la stazione di partenza della Funivia che porta ai
Piani di Artavaggio. Mi sembra trasporti anche le
MTB. Comunque
sia i piani di Artavaggio sono in mezzo alla prima
gola a sx. La cabina
della funivia è fuori dalla stazione di
Moggio. Sullo sfondo le cime delle
Grigne. La strada
asfaltata che sale al Culmine di San Pietro
è molto bella, tutta curve e tornanti segue
il profilo della montagna dando belle visuali sulla
Valsassina; a sx. la Grigna. Oltre
quelle case si scende verso il comune di Morterone,
il più piccolo comune d'Italia. In alcuni
punti la strada non è molto ampia, ma
c'è da considerare che il traffico è
abbastanza limitato. La strada
passa anche attraverso un passaggio fra le rocce.
Passaggi simili li ho trovati nei miei recenti
report, come la salita al passo dello Stelvio,
vicino ai Bagni Vecchi, oppure in Val
Brembilla. Si tratta,
come spesso accade in strade di montagna, di strade
ricavate in parte "tagliando" le rocce. Oltrepassate
le rocce si apre questa visuale; sullo sfondo
appaiono le creste frastagliate del Resegone. Può
sembrare una coincidenza, ma la meta di oggi
sarà alla medesima quota del Resegone, per
la precisione 6m in meno, ma basta salire al primo
piano del rifugio, o sulla vicina montagna per
pareggiare il conto! Dopo circa
9km dalla partenza, si arriva in questo punto dove
salendo incontrerete sulla Vs. sx. l'antenna radio
che si vede in foto, subito dopo sempre sulla sx.
vedrete una sbarra posta su una strada sterrata.
Questo è il punto in cui inizia la strada
carrabile per i Piani di Artavaggio e il rifugio
Nicola. In centro alla foto: da sx. la Grignetta e
poi il gruppo della Grigna. La strada
che sale a sx. va al Culmine San Pietro che si
trova a circa 1km da qui. Troverete
anche questi cartelli sulla dx. prima della sbarra,
per cui non vi potrete sbagliare. La bici
è pronta per l'impresa, io incomincio a
presagire qualche cosa a riguardo il fondo della
carrabile, pensando che se è così
l'inizio, come sarà più avanti? Il
caso vuole che nel mentre arrivavo, un signore
anziano stava arrivando dalla sbarra, salendo poi
sulla sua auto parcheggiata lì
vicino. Per
cortesia l'ho salutato, e gli ho chiesto se fosse
la strada per i piani di Artavaggio, visto che non
avevo ancora notato i cartelli; la risposta fu
affermativa e aggiunse che si poteva arrivare sino
al Rifugio Nicola, dove l'avrei trovato aperto e
con suo fratello come gestore. Già
che c'ero ho chiesto come fosse il fondo della
carrabile e la risposta fu: il fondo è
bello, compatto e non ci sono problemi a
salire! Supero la
sbarra e mi addentro in un bel bosco, il fondo pur
irregolare, non crea grossi problemi. Uscito dal
primo tratto di bosco in discesa, la strada poi
riprende a salire offrendo un panorama sulla
Valsassina. La carrabile è stretta, senza
alcuna protezione nel lato a valle, per cui
è meglio mantenersi a monte anche
perchè la ruota anteriore coi grossi sassi
tenta a deviare improvvisamente la traiettoria
impostata. E quindi meglio mantenere un margine di
sicurezza nelle manovre. E' un
susseguirsi di tratti nel bosco ed alcuni brevi
tratti scoperti. Essendo una carrabile dove passano
pesanti fuoristrada 4x4 con grosse ruote, di fatto
si creano due piste laterali con in mezzo il
classico rilievo, un po' come le strade di
campagna. Non
è il caso di questo tratto, e comunque in
foto le condizioni del fondo non vengono messe in
risalto. A circa
1300m di quota, il panorama si fa interessante, ora
le Grigne si vedono meglio e si incomincia a vedere
il fondovalle da dove sono partito. Non solo, ma
traguardando verso l'alto, in mezzeria fra la sella
e il manubrio, la Grigna presenta una sella,
lì in mezzo è visibile una piccola
porzione del Lago di Como. Forse qui
si intuisce meglio com'è il fondo, questo
è un tratto bello, anche perchè nei
tratti brutti in salita non mi fermavo certo a fare
le foto, altrimenti dopo chi ripartiva? Giunto a
questa fontana sinceramente già mi stavo
chiedendo chi me l'avesse fatto fare di scegliere
questo percorso! Comunque
sia il fondo salgo egualmente, ogni tanto si
incontra anche qualche rivolo d'acqua, Salendo in
quota oltre le creste dei monti della Valsassina
appaiono delle cime innevate, non avendo
riferimenti noti, non posso nemmeno dire di cosa si
tratti con sicurezza, ma potrei considerare che a
sx. su una sella si vede in modo chiaro il
parallelepipedo dell'ecomostro del grattacielo dei
Piani
dei Resinelli,
mentre i due spuntoni di roccia sulla dx.
potrebbero essere i Corni
di Canzo. In questo
percorso ci sono due cose che ci sono in
abbondanza: miliardi di sassi sulla carrabile e
panorami a iosa! Da sx. le creste del Resegone, in
centro il Monte due Mani, a dx. la Grignetta, e se
foste li realmente potreste apprezzare, sullo
sfondo a circa 200km, le montagne innevate della
foto precedente. A 13km
dalla partenza a 1362m slm, si arriva a questo
spiazzo, dove ci sono parcheggiate un po' di
fuoristrada. Da qui si abbandona la visuale sulla
Valsassina aggirando la montagna sulla quale si
è saliti sino ad ora. Infatti,
girato l'angolo appare fra la vegetazione uno
squarcio di un'altro panorama. Fra la prima
montagna rocciosa a sx. in primo piano, e la cima
sulla dx., il Monte Sodadura, ci sono i Piani di
Artavaggio... ma in centro appare una sagoma ben
riconoscibile! Il rifugio Nicola, la mia meta
finale. Da qui in
linea d'aria sono circa 3km, mentre sono circa
5,7km di strada e 500m di dislivello da superare.
Il tratto di 3,7km sino ai Piani di Artavaggio con
pendio medio al 7-9% inframezza anche tratti
pedalabili, ma pur sempre tecnici e sconnessi,
quindi non fatevi illusioni! sempre senza un attimo
di tregua! A meno che non decidiate di fermarvi
voi. Per quanto
la mia fotocamera digitale disponga solo di uno
zoom a 5x, riesco ad inquadrare i due rifugi in
cima alla montagna: a sx. il Rifugio Cazzaniga e a
dx. il Rifugio Nicola. Osservate
l'ultima rampa che porta al Rifugio Nicola,
nonostante sia schiacciata dalla prospettiva mostra
di essere un'erta salita, come in realtà lo
è. Incontro il
greto di un torrente in secca... verrebbe da dire!
No! Questa è la carrabile! E' per questo che
dico che fare 10km in salita con un fondo simile
richiede una buona dose di pazienza e fatica, che
non finisce con la salita ma prosegue in peggior
modo con gli altri 10km di discesa! Si giunge
su uno spartiacque dove a sx. si vedono parte delle
Grigne e dell'alta Valsassina, con il monte Muggio
sulla dx. dove si trova l'Alpe
Giumello,
mentre sullo sfondo sono le alpi
Svizzere. Uno sguardo
verso la Valtaleggio, con la carrabile che scende
verso la valle. Dopo le
fatiche fra i sassi, arrivo alla vista dei Piani di
Artavaggio. Ma la meta
finale è ancora distante, e c'è da
affrontare la parte finale, la più
impegnativa. Alcuni dei
rifugi e abitazioni presenti ai Piani di
Artavaggio. La sbarra
alzata sembra un po' fuori luogo in un simile
ambiente! Sulla dx.
l'Albergo Sciatori, alle sue spalle la vetta del
Sodadura, e a sx. il puntino bianco è il
rifugio. Questa
è la vista dall'Albergo Sciatori verso i
Piani d'Artavaggio, dove arriva la Funivia che sale
da Moggio, sono gli edifici con alle spalle i pini
in centro alla foto. Dietro
l'Albergo dei Sciatori si trova questa chiesa, con
lo sfondo dell'onnipresente piramide del Monte
Sodadura, che è un po' il simbolo di
quest'ambiente. Se sino a
qui non è stato proprio una passeggiata, ora
c'è da affrontare il tratto più
difficile, l'alternativa se ci si stanca è
girare la bici e tornare indietro, oppure
parcheggiarla davanti alla chiesa e proseguire a
piedi, scegliete voi! Sino a
questo punto avrete già percorso 17km e
superati 948m di dislivello, mancano 1,8km e 215m
di dislivello, pendio al 12%, fondo pessimo e
trazione del pneumatico vicino allo
zero. Si inizia a
fare lo slalom fra i sassi e le pietre Non so cosa
possano pensare questi cavalli che senza fare un
minimo movimento si limitano ad osservarmi con uno
sguardo quasi compassionevole, mentre il loro
puledro se la dorme beatamente sdraiato al
sole! Se l'hanno
chiamato Resegone ci sarà un motivo, basta
guardare quanto è frastagliato il suo
crinale. A lato della carrabile la chiesa e
l'Albergo Sciatori. Un altro
rifugio, come vedete il fondo sassoso non è
compatto ma smosso, su pendenza al 12% per cui la
trazione risulta difficoltosa. Ultimamente
ho abbandonato l'uso dello zainetto mettendo un
portapacchi e una borsa laterale, che
inevitabilmente si riempie. D'altra parte in
stagioni di transizione come queste, si parte con
aria fredda per arrivare nelle ore centrali con una
temperatura più mite, per cui vestendosi a
"cipolla" i vari capi vanno pure messi da qualche
parte, poi c'è la scorta viveri, per cui si
fa presto a riempirla. Superato
anche questo rifugio, mi sto avvicinando alla
stessa quota del Resegone, proseguo nel mio adorato
"letto di sassi" verso il rifugio Nicola. Non tutto
però vien per nuocere, e i panorami sono
sempre più belli, le antenne che si vedono
sotto sono quelle dei ripetitori della
Valcava.
Poi, un mare di nubi sulla Valpadana e in fondo gli
appennini Emiliani, Tosco-Emiliani e Liguri, cosa
volere di più? Sempre
più in alto, e si scorgono le catene di
monti poste a più di 200km di distanza. A
dx. la cima della Grignetta. Un'altra
panoramica verso Sud Ovest -
ingrandire In effetti
questi luoghi sono più frequentati dagli
"zaino in spalla" che non dai ciclisti, come dargli
torto? io del resto ero l'unico in MTB. Una bella
immagine del Monte Sodadura 2010m slm. Come si
può vedere, la cima è una perfetta
piramide e chi ha visto le piramidi Egizie,
osservando questa vetta ne rimane un po'
sconcertato. Non è che per caso gli Egizi
hanno copiato questa montagna per costruire le
tombe dei faraoni? Mi
raccomando non ditelo a quelli di Voyager,
altrimenti.... Che ne
dite, assomiglia o no a una piramide
Egizia? Il dubbio:
qui confesso che stavo per rinunciare perchè
consultando il GPS e riferendomi al cartello posto
all'inizio della carrabile; con la scritta Rifugio
Nicola 2000 e facendo la sottrazione, mi ritrovavo
con troppi metri di dislivello ancora da
fare. E
soprattutto non capivo bene dove doveva passare la
carrabile. Pensando il
da farsi ho pensato bene di alimentarmi e mentre
stavo per finire ho visto un gruppo di
escursionisti con zaino in sapalla scendere proprio
dal rifugio. In parte sono riuscito a capire dove
fosse la carrabile in parte no, perchè loro
tagliavano per la via diretta più
breve. Ma la
fortuna è arrivata poco dopo, un 4x4 stava
lasciando il rifugio, per cui ho potuto vedere da
dove scendeva e quanto ci stava impiegando, oltre a
vedere la sua inclinazione sul pendio. Rincuorato
dal tempo impiegato dal 4x4 e con lo stomaco
riempito in parte, ho deciso di affrontare l'ultimo
pezzo, come dire: boia chi molla! Non ci
troviamo nelle Cinque giornate di Milano del 1848,
ma il motto va sempre bene! Il Monte
Sodadura detta legge, e il rifugio Nicola riprende
il disegno piramidale della sua vetta. La
conquista! Questa volta devo proprio dire che il
sassolino dalla scarpa me lo sono tolto, ma non
solo in senso figurato! La
soddisfazione di vedere le nubi dall'alto che
stazionano sulla pianura padana. Direi che
è fatta, anche se c'è ancora da fare
la discesa, che non è da meno della salita
come impegno. Il rifugio
è dotato di camere con vista "spaziale". Mi sposto
un po' dal rifugio per inquadrare il lato est del
Sodadura e raggiungere anche la medesima quota del
Resegone, ora sono alla pari. Il rifugio
è aperto anche d'inverno, naturalmente non
raggiungibile in bici, ma con la funivia sino ai
Piani di Artavaggio e poi a piedi con zaino in
spalla. Dal
terrazzo si vede il Rifugio Cazzaniga. I gestori
del rifugio Nicola, si tratta del figlio di Nicola,
ora settantenne. Ovviamente
al rifugio non c'è solo il bar e le camere,
ma anche la sala pranzo ed un
self-service. Il panorma
dal terrazzo: dal Sodadura al Resegone al Due Mani
e alla Grignetta, e sullo sfondo tutti gli
Appennini e poi le Alpi Piemontesi. E' ora di
scendere, ma con una piccola deviazione alla
funivia dei Piani di Artavaggio. Riguadagno
la strada per i Piani di Artavggio C'è
da fare ancora una breve salita per raggiungere la
funivia. La strada
porta anche ad altri rifugi oltre che all'impianto
della funivia, tempo fa qui d'inverno si sciava,
poi un po' per i frequenti inverni senza neve il
tutto è stato un po' abbandonato, i skilift
sono stati tolti e hanno messo 4 tapis roulant, uno
si vede all'estrema sx. E' presente anche un anello
per lo sci di fondo con locale spogliatoio e
servizi. Per lo
più questo comprensorio ora è
frequentato da famiglie con bambini e slittini, per
chi vuole fare passeggiate con le ciaspole o fare
dello sci alpinismo. L'ultima
casa in fondo è l'arrivo della Funivia. Vista sui
Piani di Artavaggio dalla zona funivia. E' ora di
rompere gli indugi, e scendere a valle, mettendo
via la fotocamera, non prima di avere fatto una
foto ricordo agli adorati sassi e pietre che mi
stanno aspettando impazientemente. Ne approfitto
per imparare a fare slalom, e in 10km ce nè
di tempo per imparare!
Come avete
visto dalle fin troppo abbondanti foto, raggiungere
la meta del Rifugio Nicola comporta una buona dose
di determinazione e fatica, che poi vengono
ripagati dai panorami che si possono vedere strada
facendo e non d'ultimo dal rifugio Stesso. Chi si
ritenesse stanco puo' fermarsi anche ai Piani di
Artavaggio, e per i più pigri c'è
l'alternativa dell'uso della funivia. Mi sembra
che il quadro è completo e non manchi nulla
per poter decidere se e come affrontare la salita,
a voi la decisione! |
buone pedalate a tutti, Outside |
pagina creata: 12-10-2011 ultimo aggiornamento: 26-07-2015 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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