La
Mappa di Google Earth
Ci si trova
in alta Valtellina nelle zone attorno a Bormio, il
percorso intero interessa cinque valli: la
Valdisotto, l'Alta Valtellina, la Valle Grosina, la
Val Viola o Bormina e la Valdidentro. Punto di
partenza e arrivo Tola passando per il Passo di
Verva. Il curioso tracciato lo fa assomigliare al
contorno della Sardegna!
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L'altimetria
del percorso: Alla iniziale discesa da Tola fino a
Grosio fa seguito la salita in Val Grosina sino al
Passo di Verva per poi affrontare la discesa in Val
Viola-Bormina, in Valdidentro ed infine ritorno in
Valdisotto al punto di partenza di Tola
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Come
arrivarci
Tola si
trova a sud di Bormio, arrivando dalla superstrada
da Tirano, invece di proseguire nelle gallerie fino
a Bormio, dopo Sondalo prendere l'uscita per "Le
Prese" sino a Tola.
Il
percorso
Da Tola a
Grosio sono 18 km in cui si perdono 460 m di
dislivello. Parte del percorso è su strada
secondaria a basso traffico e parte su
ciclopedonale.
Fa seguito
la salita in Val Grosina 15,2 km di strada
asfaltata con pendenza media al 7% e qualche breve
strappo al 18% con 1033 m di dislivello totali e 33
km dalla partenza.
Giunti ad Eita
mancano 4,7 km per raggiungere il Passo di Verva e
592 m di dislivello. La pendenza media è del
13% con punte anche sopra il 20% tutto su sterrato.
A quel punto dopo il Passo di Verva vi aspetta una
discesa di 5,88 km al 9% però più
dissestata della salita al Passo. Fanno seguito poi
3 km pianeggianti in costa nel bosco ed in fine 22
km di discesa su asfalto di cui 10 km sulla
ciclopedonale Sentiero Valtellina.
Quindi il
giro completo sarà di 69 km e 1756 m di
dislivello.
Bici
consigliata
E'
preferibile una MTB Full o una buona Front e come
sempre: buoni freni in ordine. Molto meglio una
biammortizzata per la parte sterrata in discesa dal
passo.
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Alta
Valtellina
Nel
precedente report
da Tola ad Eita
ci eravamo fermati qui ad Eita dando le
informazioni per chi volesse fermarsi e
ridiscendere per la stessa strada; oppure spiegando
l'alternativa nel proseguire il giro completo ad
anello con il valico del Passo di Verva che
sarà oggetto di questo report.
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Quindi
presa la decisione per il giro completo non resta
che proseguire sino a questo bivio...
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... dove
fra la pila di cartelli è compreso quello
per il Passo di Verva dato a ore 2.10 quindi
facendo i conti, per chi a piedi procede a 2,1
km/h. In bici fate voi i conti, noi fra le varie
soste ci abbiamo messo 1h e 17'
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All'inizio
della salita sterrata sembrava tutto facile, ma ben
presto ci siamo resi conto che è pur sempre
una discreta salita oltre il 10%, se poi si
aggiunge il forte e gelido vento contrario,
l'altitudine, alcune zone in ombra, il tutto ha
fatto si che non fosse proprio una passeggiata.
Qui ci eravamo fermati per aggiungere un capo ai
nostri strati di vestiario strutturato a "cipolla",
visto che da Grosio dove abbiamo toccato i 22°
C esposti al sole poi eravamo passati ai 5° C,
minima temperatura toccata in fondo alla discesa
dal Passo di Verva in Val Viola.
Chiaro che
con escursioni termiche notevoli occorre sempre
stare attenti ad evitare le eccessive sudorazioni
ed anche gli eccessivi raffreddamenti.
Eita era ai
nostri piedi, abbiamo visto che c'era anche un
rifugio ma essendo fuori stagione era
chiuso
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Guardando
in alto su uno spiazzo prativo posto fra il limite
vegetativo del bosco e delle rocce soprastanti,
abbiamo scorto un gruppo di malghe sotto il Pizzo
Coppetto mentre alla sua dx spuntava la cima del
Monte Zandila che come vi ricordo, sull'altro
versante ha provocato la terribile frana dell'87'
in Valdisotto seppellendo la frazione di
Sant'Antonio Morignone.
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Quando la
fatica si fa sentire si scende anche a sgranchire
le gambe, sullo sfondo il Sasso Maurigno e il Pizzo
Campaccio. Il fondo tutto sommato è bello ed
anche la sezione della carrabile è
sufficientemente ampia. Alle pendenze importanti
ogni tanto si alternano tratti dove si può
respirare.
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Infatti
come si finisce di respirare all'orizzonte appare
il successivo strappo, non fatevi ingannare dalla
foto sono sempre salite che richiedono un certo
impegno, ve lo assicuro.
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Fra i
paracarri si può scorgere un edificio bianco
fra la vegetazione
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Si tratta
del Rifugio Falck della sezione CAI di Dervio e si
trova a quota 2005 m
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Ricordate
le malghe che avevo fotografato all'inizio del
report, ecco, ora appaiono a sx tanto che
più o meno da qui si è sullo stesso
livello di altitudine. Sullo sfondo sono le creste
delle Orobie al di là della Valtellina.
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Lei al
termine della lunga rampa precedente pensava che
svoltando l'angolo poi spianasse invece si è
trovata davanti ancora una salita più ripida
per cui è scesa a riprendere fiato. Dietro
di lei è Eita
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A sx il
Sasso Maurigno e a dx il Pizzo Coppetto e sotto il
Rifugio Falck. In questo punto il Passo di Verva
è dato a 1.20 h
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Dal
cartello sopra c'è anche l'indicazione per
il Rifugio Falck di cui a sx si vede il sentiero
per raggiungerlo attraversando più a monte
un ponticello sul torrente Rio Verva
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Superati i
2000 m di quota il paesaggio incomincia a cambiare
con la presenza di massi più grandi
disseminati lungo i pendii. Poco più avanti
di lei, dove si vede l'ombra si trova un piccolo
monumento
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Si tratta
di una campana, una pietra con l'iscrizione Madonna
del Lago ed una edicola votiva accanto. Ed il lago
dov'è?
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Eh
già! Salendo non lo si può notare,
occorre arrivare in questo punto e guardarsi
indietro per vederlo in quanto è incassato e
circondato da una folta pineta.
Dietro il
lago da sx si trovano Le Cime Redasco poi il Dosso
dell'Oca a seguire sull'estrema dx il Monte Fo ed
il Monte Storile
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Si prosegue
continuando l'avvicinamento al passo, oltre i 2000
m la vegetazione incomincia a scarseggiare, in
questa gola sono presenti rari pini nani e bassi
cespugli.
Del resto immagino che questa valle posta in
direzione Nord/Sud, soffra di una forte
ventilazione con venti molto freddi che a queste
quote possono rendere difficile la crescita delle
piante.
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Tutto
sommato i chilometri al passo non sono molti ma
sembra che non ci si arrivi mai, poi con questo
paesaggio mutevole in continuazione non si
può non fermarsi a guardare di cosa è
capace la natura nel corso del tempo. La strada fa
letteralmente zig zag fra gli enormi
massi.
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A quanto
pare non eravamo i soli che hanno avuto l'idea di
scalare questo passo, resta solo da chiedersi se
fossero saliti anche loro da questa parte e poi si
stessero apprestando alla discesa o se al contrario
di noi fossero saliti dalla parte opposta.
Questo non lo sapremo mai. Sta di fatto che stavano
scendendo a tutta, cosa che da questo lato del
Passo per il fondo abbastanza bello è
relativamente fattibile, ma non certo da farsi nel
versante opposto, a meno che di disporre di una
bici tipo Allmountain, Enduro o Downhill
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A chi
servissero dei massi qui ne può trovare a
volontà, c'è solo l'imbarazzo della
scelta!
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Eravamo
sempre più in alto ma il Passo non arrivava
mai, in compenso il sole si stava nascondendo
dietro alcune nubi oltre ad essere sempre
più basso e la temperatura complice il vento
si abbassava sempre di più, tanto di averci
costretti ad indossare i guanti
invernali.
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Anche
guardando il GPS sembrava che il Passo fosse come
si suol dire; dietro l'angolo ma non era proprio
così!
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Lei dopo
quasi 32 km questi ultimi chilometri l'avevano
provata un po', reduce anche della salita del
giorno prima ai laghi
di Cancano.
Così ogni tanto si fermava a fiatare in
questo paesaggio lunare in cerca di un po' di
ossigeno che il vento dispettoso gli soffiava via
dal naso. Non che io non avessi alcun problema,
allo stesso modo sentivo che incominciava a calare
l'ossigeno.
Mi ricordo
ad esempio che durante la salita al
Passo
dello Stelvio
fra i 2300 m e i 2700 m avevo avvertito
distintamente il calo prestazionale con
diminuizione della resa muscolare, evidenziata dal
fatto che durante le soste occorreva molto
più tempo perché il battito cardiaco
ritornasse ad una frequenza regolare e qui ci
stavamo avvicinando a quota 2300 m.
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Intanto
l'apparizione della prima neve e dei Corni di Verva
a sx e di Sinigaglia a dx non potevano altro
testimoniare che questa volta il Passo fosse dietro
la curva!
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Miraggio!
Eh sì non poteva altro che essere il Passo
di Verva!
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Anche lei
era stracontenta di essere riuscita a raggiungere
questa meta, tra l'altro un giro che avevo messo
sulla carta già almeno un lustro fa e come
sempre fra il dire e il fare c'è sempre
qualcos'altro di mezzo.
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Passo di
Verva 2301 m s.l.m. a voler vedere nemmeno un Passo
eccessivamente elevato ma pur sempre richiedente un
certo impegno per raggiungerlo, specie quando le
temperature basse e calate repentinamente rispetto
a qualche giorno prima ti obbligano a spendere
più energie interne per mantenerti a
temperature ottimali.
Per contro non ci si può coprire
eccessivamente altrimenti si suda troppo, per cui
è tutto un gioco di togli e metti! Fate
conto che al mattino ci siamo svegliati con 2°
C all'esterno e sulle selle c'erano veli di
ghiaccio, mentre a Grosio il GPS fermo sotto il
sole aveva raggiunto i 30°C.
A dire il
vero queste sono cose di poco conto in confronto ai
- 20 ° C che spesso abbiamo incontrato durante
gli inverni scorsi, temperature che però
erano sopportabili sia per il clima secco ed anche
perchè oramai l'organismo si era
acclimatato, qui invece siamo di fronte al primo
vero cambio termico stagionale ed occorre dare il
tempo per abituarci.
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Tolto il
"sassolino dalla scarpa" era ora di scendere in Val
Viola/Bormina per poi proseguire in Valdidentro ed
in fine il ritorno in Valdisotto al punto di
partenza, ma oramai arrivati a questo punto il
più era fatto e il resto era quasi tutta
discesa a parte qualche strappetto ancora da
superare una volta giunti a valle.
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Una
panoramica del Passo di Verva verso la Val Viola.
Oltre le montagne in fondo a sx si andrebbe nel
Livignasco
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Sentendo
chi mi aveva fatto i panini a Grosio, questo
versante della Val Viola doveva avere la strada
più ampia e più bella, ma a mio
avviso è vero il contrario!
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Anche su
questo versante a queste quote vegetazione rara o
quasi assente. La discesa prosegue fra il Sasso di
Castro a sx, in centro il Monte Grande e a dx il
Corno delle Pecore
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Ancora il
paesaggio che cambia e a me sembrava di essere
immersi in quelli che tante volte si sono visti in
tv in qualche documentario girato in Nord America.
Ora le cime di fronte sono: a sx il Monte
Forcellina e a dx il Monte Foscagno, eh già!
Dietro di esso c'è il Passo Foscagno con la
strada che porta a Livigno. Trovandoci in ombra la
temperatura stava scendendo parecchio
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Come si
vede in questo versante il fondo è
più irregolare, con pietre e sassi smossi e
la presenza delle canalette di scolo per
l'acqua
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Il primo ed
unico avamposto trovato in questo
versante
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Naturalmente
anche questo versante è solcato dal suo
torrente, altrimenti dove finirebbero le piogge e
le nevi disciolte in questo mondo di sassi e
pietre?
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Se sino a
qui la strada era una sola, giunti quasi a valle
abbiamo incrociato altri cartelli che segnalavano
altri percorsi, per lo più si trattava in
verità di sentieri
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La discesa
continua fra i boschi della Valle
Viola/Bormina
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Fra i
boschi sono riuscito ad individuare Arnoga nostro
punto di arrivo per intercettare la strada che sale
al passo di Foscagno e che scende a
Bormio
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Anche la
Val Viola ha il suo fondovalle percorso da un
torrente ed occorre scavalcarlo per guadagnare
l'altro versante della valle e qui si scende in
picchiata, giunti nel fondo valle il termometro
segnava 5° C
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Una ripida
cementata con tornanti fa perdere diversi metri
quota. Una volta passato il ponte la strada
affronta una salita sino ad un bivio dove si
incontrano di nuovo altri cartelli dove a dx
troverete l'indicazione per Arnoga.
Si tratta
di un percorso a mezza costa nel bosco molto bello,
se invece voleste fare la strada ordinaria, al
bivio dovrete proseguire diritti in salita per poi
svoltare a dx incrociando la strada. Ambedue i
percorsi conducono allo stesso punto.
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Io
però consiglio questo percorso che è
molto più accattivante.
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Si
arriverà in questo piazzale ad
Arnoga
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Come un
"razzo" arriva anche lei a toccare l'asfalto
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Volevamo
fermarci a prendere qualcosa di caldo, ma essendo
fuori stagione abbiamo trovato chiuso. Da qui
lunga, divertente e veloce discesa verso Premadio
dove si devierà per prendere il Sentiero
Valtellina
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A San Carlo
oramai l'ombra era già arrivata da
tempo
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Guardando
indietro abbiamo potuto vedere l'altra faccia delle
montagne dove eravamo poco fa. La Cima de Piazzi
innevata, poi a dx il Corno Sinigaglia e i Corni di
Verva
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Forse era
anche per questo motivo che dietro di esse c'era un
po' di fresco!
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Giunti ad
Isolaccia uno sguardo in alto ci ha fatto scorgere
le Torri di Fraele
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E per chi
non le conoscesse basta vedere questo
recente
report
dove troverete anche illustrato il percorso per il
rientro a Tola al punto di partenza.
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Traccia
GPX
Conclusioni
Essere in
grado di effettuare tutto il giro completo, come
avrete visto, vi permetterà di attraversare
e scoprire numerosi valli con ambienti
completamente differenti uno dall'altro. La
valutazione della fattibilità resta comunque
sempre a vs. carico.
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Prima Parte
da
Tola a Eita
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