La
Mappa di Google Earth
La mappa
illustra il tracciato integrale fatto da noi a
partire da Morbegno e già ampiamente
illustrato in un
report
di qualche anno fa. Di fatto con questo report
è interessato solo l'ultimo tratto da Gerola
Alta al Rifugio Trona Soliva, tracciato di colore
ciano. La traccia di colore rosso è riferita
al report che sale al Rifugio
Salmurano
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L'altimetria
del percorso: In questo report viene illustrato il
tratto da quota 1000 m. sino a 1918 m, con traccia
di colore ciano.
Vi sono due
tracce a confronto quella di colore fucsia è
riferita al report precedente con la salita al
Rifugio Salmurano
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Come
arrivarci
Arrivando
dalla superstrada da Lecco, Morbegno è
facilmente raggiungibile, salvo l'intensità
del traffico a Morbegno e dintorni. Traffico che
quando apriranno il nuovo tratto in galleria
dovrebbe scemare.
Il
percorso
Da Morbegno
si prende la direzione per la Val Gerola. La strada
è ampia e con un buon fondo. Si sale per
15,5 km su asfalto sino a Gerola Alta dove al bivio
si svolta a dx salendo in modo più deciso
verso le frazioni di Castello e Laveggiolo dove
termina l'asfalto ed inizia la carrabile sterrata.
Da li mancano 6,38 km e 452 m D+ da
superare.
Fondo
stradale
Si divide
fra la prima parte su asfalto, poi su sterrato a
tratti abbastanza smosso
Bici
consigliata
O una MTB
front di buona qualità o una biammortizzata
(consigliata) tutte dotate di generosi freni e
buoni pneumatici con discreto grip e buona sezione.
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Alta Val Gerola -
Val Vedrano - Valle Della Pietra
Come
scritto sopra anche se partiti da Morbegno, il
reportage inizia da Gerola Alta essendo già
stato trattato in passato il tratto fino a
qui.
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A Gerola
Alta ci sono ancora le tracce del Giro Rosa con
tanto di bici pitturate di rosa e messe un po'
ovunque, anche sui balconi!
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Nel caso
aveste bisogno d'acqua in questo punto, a fianco
sulla sx c'è una piazzetta con una
fontanella.
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La strada
fa una "esse" e ci si trova a ridosso del centro
storico che è sulla destra
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Gerola Alta
è abbastanza "allungata" sulla strada
principale che l'attraversa e che passa accanto al
centro storico.
L'obiettivo
di questa volta era quello di raggiungere il
Rifugio Trona Soliva e dare un'occhiata dall'alto
al Lago di Trona.
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Sulla sx la
passeggiata lungo la sponda del Torrente Bitto che
dà l'omonimia al famoso formaggio che viene
lavorato negli alpeggi di questa valle. Per saperne
di più vi rimando a questo report.
Se siete
già stanchi, delle panchine vi
aspettano!
Fin qui la
salita è stata abbastanza regolare ma fra un
centinaio di metri occorrerà utilizzare le
marce ridotte
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A questo
bivio si abbandona la strada del fondovalle e ci si
dirige verso le frazioni di Castello e
Laveggiolo.
Da questo
bivio al termine della strada asfaltata a
Laveggiolo sono 4,5 km con 422 m D+
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Il piccolo
centro storico è raccolto attorno alla
chiesa parrocchiale di San Bartolomeo.
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Si
incomincia a salire in modo più
deciso
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Dimenticavo,
ho anche un compagno di salita, la strada sale a
tornanti e qui è rivolta verso la Valtellina
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Se non
fosse stato per le nubi da qui si sarebbe visto
distintamente il Monte Disgrazia
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Scrivevo
dei tornanti, ne incontrerete 9
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Si passa
davanti alla centrale idroelettrica di Vedrano,
nome preso dalla omonima valle che si trova sopra
Laveggiolo
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Località
Castello, si prosegue verso Laveggiolo
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Laveggiolo,
dopo questo parcheggio le auto possono transitare
solo se autorizzate.
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I vari
cartelli indicano i tempi di percorrenza e il
Rifugio Trona Soliva è dato ad 1h e 30'
naturalmente a piedi e per le scorciatoie dei
sentieri con tracciato differente da quello
carrabile che faremo noi.
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Laveggiolo
è una piccola frazione a 1500 m, ad occhio
saranno una trentina di abitazioni
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Un paletto
scolpito menziona che qui si trovano le antiche
mulattiere
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Poco fuori
Laveggiolo termina l'asfalto e ci si inoltra nella
Val Vedrano
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Un segnavia
pitturato sulla roccia conferma la strada per il
rifugio, raggiungibile sia dalla strada che dal
sentiero che si vede al bivio poco più
avanti . Naturalmente in bici si prosegue
diritti.
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Le pietre
non mancano e cercavo di evitarle visto che la mia
era una bici rigida anche se una Fat bike, dotata
si di coperture a bassa pressione che però
vanno messe ad una pressione adatta a seconda del
percorso e del peso del ciclista.
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La
valle è bella e selvaggia
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Una cosa
che non manca lungo questo tracciato sono i
numerosi attraversamenti di piccoli ruscelli o
pozze d'acqua che si creano
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Nelle
pieghe della montagna il solco di un ruscello a
formare piccole cascate, anche sullo sfondo se ne
vede un'altra
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Il compagno di salita era
in fuga e andava ripreso
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Solo che
con le pietre di mezzo c'era poco da rincorrere!
Anzi c'era da fare lo slalom. Lui era un po' in
vantaggio sulla mia biammortizzata che gli avevo
dato da provare.
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Altro mini
guado e via, non c'è il fondo scivoloso, ma
sempre meglio stare all'occhio.
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Bivio; dx o
sx ? Quando sai che devi salire e ti trovi un bivio
dove da una parte sali e dall'altra scendi saresti
portato a prendere la strada in salita, o
no?
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Poi ti
accorgi che fra l'erba su un sasso c'è
dipinta una freccia. Forse un chiaro paletto con un
cartello non sarebbe stato male ...
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... e ti
eviterebbe di fare la caccia al tesoro!
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La
direzione da prendere è quella in discesa
verso il ponticello, a meno che non vi piaccia fare
il guado previsto per i mezzi a quattro
ruote!
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Qui si
passa sul torrente Vedrano cambiando versante della
valle.
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Il cambio
del versante non va di certo in discesa, subito
dopo presenta il "conto" con una bella salita di 3
km e 230 m D+ ma che con i su e giù portano
a 358 i metri da superare e su fondo per niente
comodo
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Al primo
cambio di pendenza ne approfittiamo per bere. Io mi
ero dimenticato di cambiare la borraccia e questa
non entrava nel portaborraccia ed ero costretto a
tenerla nella tasca esterna dello zaino.
A parte
questo particolare, visto il fondo del percorso ben
in pochi tratti avrei potuto bere mentre
pedalavo!
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Del resto
bere su simili fondi anche con una borraccia a
portata di mano sarebbe stato alquanto difficilie
abbandonare le mani dal manubrio, bere e nel
contempo schivare sassi e pietre!.
E'
soprattutto per questo fondo del tracciato che ho
consigliato una bici ben ammortizzata
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Si
può dire che l'antropizzazione di questa
valle sia quasi assente, sulla strada ho intravisto
solo un paio di baite.
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Se vi
servirà dell'acqua qui c'è un'altra
fontanella poi niente sino al rifugio.
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Se non vado
errato qui eravamo vicini alla Valle della Pietra e
se il fondo che si trova è questo, un motivo
ci sarà pure stato!
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Da un
sentiero laterale era sbucato un escursionista, gli
avevo chiesto se il rifugio fosse aperto. Risposta
affermativa, per cui avevamo anche la scelta di un
piatto caldo.
Eravamo
attorno ai 15°C ma in movimento non si sentiva
il freddo.
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Il "menu"
del percorso ci stava proponendo una zuppa
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Essendo
reduce dalla salita al Rifugio Salmurano stavo
facendo mentalmente il confronto fra le due salite.
Questa più lunga e meno ripida ma più
dissestata rispetto all'altra.
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Con la
percorrenza della Valle Della Pietra si cambia
versante della montagna e naturalmente delle
relative visuali
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Questo
tratto è un continuo belvedere
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Abbiamo
incontrato una giovane escursionista che aveva
rinunciato una salita per il cielo troppo coperto.
Alle nostre spalle a fondovalle era tutto sommato
bello, ma davanti a noi sembrava di no.
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In effetti
dietro la curva... il cielo non era azzurro. Sulla
sx si incominciava a vedere la diga del Lago di
Trona
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Una
panoramica, da sx la conca del Lago Pescegallo e a
dx il Lago di Trona
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A sx la
conca del Lago Pescegallo con la diga del lago.
Sotto in centro l'impianto della seggiovia che sale
verso il rifugio Salmurano in alto a dx
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In centro
alla foto la diga del Lago di Trona
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Manca poco,
si spinge a fondo sul falso piano
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Qualche
centinaio di metri ancora
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Dopo 26 km
di salita l'arrivo al Rifugio Trona Soliva
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In bici si
passa dietro il rifugio, e da qui si può
già vedere il lago di Trona
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Ero stato
accolto da un cane di piccola taglia assai
guardingo e "abbaiante"
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Quota m.
1907 la porta del rifugio era davanti a
noi
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Dal rifugio
questa è la visuale sul lago di Trona e il
Pizzo Trona. Purtroppo il meteo questa volta non ci
ha favorito
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Alle spalle
del Rifugio l'Alta Valle della Pietra con il Pizzo
Mellasc.
Le due
bici; magra full e grassa rigida
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Dopo un
veloce pasto caldo al Rifugio Trona Soliva si
riparte
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Ultimo
sguardo al lago con il rammarico della,mancanza del
sole. La temperatura era scesa a 13°C e il mio
compagno di pedalata si era dimenticato la
mantellina per la discesa. Prontamente ha adottato
il vecchio sistema, non avendo un foglio di
giornale si è inserito sotto la maglia la
tovaglia di carta del rifugio che ha funzionato
alla grande.
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Si risale
il falsopiano della Valle della Pietra
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Penso che
in caso di piogge prolungate poi il flusso d'acqua
dei torrenti potrà anche essere più
intenso per cui forse è meglio aspettare
qualche giorno se si avesse voglia di salire
quassù.
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Scendendo
appaiono altre vedute che mentre si sale, impegnati
a schivare le pietre, si ha ben poco tempo per
osservare cosa c'è attorno.
In fondo
è la Valtellina
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Basta
ingrandire un po' e sotto si vede Morbegno mentre a
sx in primo piano dovrebbe essere Sacco, una
frazione di Cosio Valtellino
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La Val
Gerola e in fondo la Valtellina
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Al ritorno
al ponte sul torrente Vedrano a quanto pare abbiamo
suscitato un po' di interesse generale sul nutrito
gruppo di escursionisti locali, tutti pronti a fare
domande.
In alto in
mezzo alla valle si vede una delle tante cascate
che caratterizzano questa valle.
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Traccia
GPX
Conclusioni
Un'altra
meta che offre l'Alta Val Gerola e le sue valli
attigue, Val Vedrano e Valle della Pietra. Ambienti
molto belli e intatti per la bassa antropizzazione
e panorami che in assenza di nubi dovrebbero
garantire splendide visioni sulle Orobie e l'arco
alpino oltre al lago di Trona. Certo la carrabile
non è rosa e fiori e volendo risparmiarsi un
po' di energie è possibile limitarsi alla
sola salita sterrata parcheggiando a Laveggiolo o
più sotto a Gerola Alta.
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