Lombardia in bici

Giro dei Castelli Bergamaschi
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Un giro ad anello che si svolge nella bassa Bergamasca e tocca alcuni Comuni dove sono presenti dei castelli, inoltre si fa visita ad una Riserva Naturale e a due parchi.

 
Castello di Pagazzano con ancora presente il ponte elevatoio pedonale



Riserva naturale Brancaleone - Urgnano il Duomo - Pagazzano il castello


Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
56,6 km
236 m
asf/sterr
Cicl/strad
0,1% - 7%
✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩
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IL PERCORSO

Di per sé lo si potrebbe effetture anche solamente su strade asfaltate, ma per evitare questo ho preferito tracciare un percorso non diretto che prevedesse anche digressioni in mezzo a riserve e parchi e tratti di strade vicinali per scostarsi quanto possibile dalla viabilità normale. Percorso non indicato per famiglie con bambini piccoli o adolescenti, per i tratti su strade provinciali.

Quale bici usare

Visto la condizione degli sterrati sarebbe meglio una MTB o una bici da trekking ammortizzata.



Premessa: In realtà il mio percorso originale è partito da Melzo che si trova ad Est della Provincia di Milano a circa 8 km al confine con la provincia di Bergamo, e avrebbe incluso oltre al Palazzo Trivulzio di Melzo anche il Castello Borromeo di Cassano d'Adda, solo che la situazione esistente del passaggio sui ponti nel territorio di Cassano d'Adda con lavori in corso e sbarramenti mi ha fatto decidere di accorciare il giro riducendolo dai 78 km originali agli attuali 56 km quasi tutti in territorio Bergamasco.

Si parte quindi al di qua del ponte sulla sponda sx del fiume Adda che stranamente è ancora territorio del Comune di Cassano d'Adda a cui fanno parte le località Cascate, Cascine San Pietro e Cascina Taranta.

Sulla dx della foto si scorge il Castello Borromeo

il Castello Borromeo ripreso dalla sponda sx del canale Muzza o meglio dal "traversino" che suddivide il canale dal Fiume Adda di cui ne è una derivazione.


Lasciato alle spalle il ponte sul fiume Adda, si svolta a dx direzione Rivolta d'Adda per poi deviare subito a sx in località Cascate proseguendo in ciclabile. Giunti alla Cappella gli si passa davanti sempre su ciclabile sino alla Cascina Bruciata al termine delle quale si prende la ciclabile a sx.




A dire il vero forse è la ciclabile più corta che abbia mai visto è lunga esattamente 100 m, infatti termina poco dopo la curva in fondo.


La strada di campagna prosegue sino a questo bivio dove si resterà a dx

C'è una cosa a cui prestare attenzione: pur essendo questo il percorso ciclabile unica alternativa alla strada SP11 da Cassano d'Adda a Treviglio. Si tratta pur sempre di una strada vicinale sterrata e se ha piovuto di recente come è capitato a me, la situazione è più o meno questa, per cui il consiglio è quello di evitare situazioni analoghe, a meno che siate noti estimatori di pozzanghere!

Dove passerete accanto ad una recinzione metallica, quella è la delimitazione di una ex cava, per cui se buttate un occhio fra la vegetazione ne potete vedere anche lo specchio d'acqua che nel mio caso ha offerto anche la vista sulle prealpi Bergamasche

In effetti dopo le cave, il panorama si amplia e si spazia a sx dalla Grigna e Resegone nel Lecchese per passare al profilo dei monti della Valcava con il Linzone e poi via via tutte le altre cime sino alla estrema dx dove si intravede la caratteristica sagoma della Presolana, ma se il cielo è terso si arriva anche sino al Monte Golem bellissima cima che spazia a 360° sulla pianura padana dal lago di Garda al lago d'Iseo agli Appennini sino al Monviso e al Monte Rosa e tutta la catena Alpina posta a nord




All'altezza degli alberi la sterrata termina e riprende l'asfalto. Sulla dx è il tracciato dell'Alta Velocità. Giunti in fondo a questa strada si arriva ad uno stop dove si svolterà a sx a fianco della Cascina Malosetta. Se si andasse a dx attraversando il sottopasso ferroviario si arriverebbe a Casirate che dista circa 2 Km.

Si prosegue in mezzo alle campagne per circa 900 m su una stretta strada asfaltata in direzione nord,


La strada poi svolta a dx in direzione Treviglio con un tratto di circa 2 km, anche qui fra campagne e qualche bosco.



Gli alunni proseguono in fila per due. Alle loro spalle a sx si estende il Parco del Roccolo che comprende la Chiesa Madonna degli Alpini.

Ci si trova sulla Via del Bosco

Come ho scritto ho privilegiato questo percorso alternativo alla strada provinciale e qui trovandoci in mezzo alle campagne ci può stare di imbattersi in mezzi agricoli di altri tempi. Questa è la macchina che serve a rivoltare il fieno per farlo asciugare.

A sx del contadino in lontananza spunta il campanile di Treviglio

Si prosegue sempre diritti sino a vedere sulla dx un sottopasso abbastanza ripido, lo si prende e quando lo si supera si arriva a questa piazza con rotatoria dove si proseguirà sempre diritti,anche oltre il semaforo che si incontrerà più avanti. In questa foto a sx si intravede una piccola porzione della struttura del Palafacchetti.


Arrivati in fondo a Via Guglielmo Marconi si prosegue verso il centro


A sx la sede della Polizia Locale e a dx la chiesa di San Rocco. Si prosegue passando davanti al Bar del Nuovo Mercato per poi svoltare a dx in via Abate Gianbattista Crippa

Raggiunto l'incrocio semaforico si prosegue diritti prendendo la ciclopedonale a dx che passa a fianco del cimitero di Treviglio.

Lasciato il parco davanti al cimitero si prosegue sempre diritti sino a prendere la direzione per Pagazzano. Passando su questo ultimo pezzo di ciclopedonale subito avanti si trova questo cartello che indica la direzione della Ciclovia dei Castelli Bergamaschi.

Ciclovia non significa di essere su una strada dedicata alle bici, si tratta di un percorso segnalato, ma nulla più! Ci si trova su una normale strada Provinciale per cui porre molta attenzione alle auto e ai camion, stare sempre sul ciglio e non procedere affiancati se si è in compagnia, anche se la sede stradale è abbastanza ampia.

Qui finisce il territorio di Treviglio e si entra in quello di Caravaggio.

Arrivati a Vidalengo lo si attraversa in direzione Pagazzano e giunti al cartello dove termina il territorio di Caravaggio si svolterà a dx sulla sterrata che si vede.

In fondo alla sterrata si trova una cascina, la si affianca e poi si svolta a sx arrivando alla sbarra della foto sopra, la si supera per arrivare al bosco sullo sfondo.

Si tratta di una Riserva Naturale, a sx troverete la mappa con i percorsi che seguono un paio di anelli. Io ho proseguito diritto per poi alla fine terminare da dx.

Dalla strada Provinciale a qui è solo 1 km per cui è una breve deviazione.

Mai come in giornate calde un bosco è il meglio che si possa desiderare!

Superata la passerella il sentiero lascia spazio ad una sterrata di campagna al limitare del bosco delimitato da una staccionata.

Nella Riserva troverete la mappa e tutte le descrizioni di questa Riserva Naturale con caratteristiche della Flora e della Fauna.

La Riserva Naturale Fontanile Brancaleone è ben curata ed altrettanto è richiesto ai fruitori di attenersi alle regole della Riserva richiamate sui cartelloni.

Ritornati sulla strada Provinciale si prosegue verso Pagazzano e a solo 1 km ci si trova a fianco il castello omonimo con tanto di fossato attorno pieno d'acqua ed ancora un ponte levatoio pedonale cose abbastanza rare da trovare nei castelli al giorno d'oggi!

 

Questo è il lato posto a nord dove si trova l'ingresso principale o detto anche passo carraio.

Si tratta di un castello ben conservato senza apparenti parti diroccate. Occupa una superficie a forma quadrata con lati di circa 70m con all'interno un cortile di circa 30m per lato.

 

Questo è il lato Nord-est e ha anche un accesso a livello del fossato.


L'ingresso principale posto a Nord era dotato di ponte levatoio per passo carraio e per passo pedonale.

Una inquadratura dello spigolo Nord-est del Castello Visconteo di Pagazzano, indubbiamente un bel maniero, non c'è alcun dubbio. Pensate solo a quanti mattoni ci sono voluti per costruirlo! Qui vi ha soggiornato Petrarca e da giovane Francesco Bernardino Visconti noto a tutti come: l'Innominato.

Mi è venuto in mente il film Amarcord del grande Fellini, dove Calzinazz recitava: Mio nonno fava i mattoni, mio babbo fava i mattoni, fazzo i mattoni anche me' ma la mia casa n'dovè ?

 

Era ora di lasciare Pagazzano e il suo bel castello in direzione Morengo, tappa successiva posta a soli 2 km. A sx la ruota di un vecchio mulino. Qui si svolta a dx.

In vista di Morengo, dove si può vale la pena sfruttare le ciclabili.


Il castello a Morengo si trova di rimpetto alla chiesa.

Il castello ora sede del Comune è accessibile anche dal lato nord, in sostanza si fa il giro dell'isolato per accedervi.

 

Per evitare un pezzo di provinciale si prosegue in Via Dante Alighieri sino a questa cascina a cui gli si gira attorno per poi prendere la strada che attraversa il doppio filare di alberi.

In pratica si devono raggiungere le serre che si vedono nella prima foto solo che c'è di mezzo una SP ex SS con tanto di Guardrail a sbarrare la possibilità di attraversamento.

La strada di campagna anche qui mostra i suoi crateri pieni di pozzanghere d'acqua, per cui come già raccomandato all'inizio meglio evitare di fare questo tracciato se ha piovuto da poco e in modo abbondante.

Giunti in fondo ci si trova di nuovo sulla strada asfaltata che prosegue dal castello per cui se si vuole evitare questa digressione basta proseguire diritti. Si arriva poi ad una rotatoria dove si prenderà la seconda via a dx.

Come descritto sopra, si esce alla seconda strada a dx dalla rotatoria e percorrendo la strada a fianco delle serre si arriverà alla curva dove per forza di cose si proseguirà a dx.

La cascina a sx è quella da cui si proveniva dopo aver imboccato la strada col filare d'alberi.

Si percorrerà questa sterrata, a fianco di numerose serre, naturalmente anche qui molto dissestata e pozzangherosa, è per questo che consiglio una MTB,


Terminato lo sterrato si ritrova dell'asfalto arrivando a Castel Liteggio che ora è ridotto ad un rudere e si trova sulla dx nella foto

Qui si svolterà a dx sulla SP128. Se si nota sotto il cartello di parcheggio si intravede il cartello marrone della Ciclovia del fosso Bergamasco di cui se n'è percorso un tratto.

Il fosso Bergamasco fu il confine naturale fra gli Stati di Milano e di Venezia.

Da Castel Liteggio proseguendo sulla provinciale si arriva letteralmente alle porte di Cologno al Serio !

Si entra dalla Porta Moringhello. Essendo in corso dei lavori di riqualificazione del centro, mi sono limitato ad uscire dalla successiva Porta Rocca

Questa è la Porta Rocca sede del Municipio, a sx si scorgono alcuni resti delle mura

Resti di mura visibili anche sul lato dx della rocca

La porta delle Rocca è strutturata in tre sezioni di archi uno posto all'interno del borgo uno intermedio ed uno esterno

Mentre quello interno ha una struttura con volta in mattoni quello verso l'esterno conserva un soffitto con travi di legno e un lume a lanterna in ferro battuto.

All'esterno si passa con il ponte sul fossato. A dx si vede la torre

Sul selciato del ponte è raffigurato lo stemma del Comune, anche sul lato opposto al precedente è presente una torre

Nel fossato sgorgano anche dei zampilli di fontane ai due lati del ponte.

Sulla torre centrale del Municipio degli striscioni risalenti alla pandemia e alla squadra dell'Atalanta che da li a poco avrebbe disputato la partita il 19 maggio 2021 per la finale della Coppa Italia

Dopo aver lasciato il municipio occorre prendere questa ciclopedonale solo che non ha un accesso diretto dalla rotatoria per cui ci ci si immette nelle circonvallazione svoltando a sx sino al primo punto dove si può fare l'accesso.

La direzione da prendere è quella di Urgnano a 2,4 km come scritto sul cartello.

Per arrivare ad Urgnano meglio approfittare delle ciclabili dove disponibili. Anche qui si trova un altro castello. La bici mostra le tracce di fango, per fortuna che avevo i parafanghi !

Castello Albani risalente al XIV sec. ingresso Nord

Sviluppa una pianta quadra di circa 40 m per lato, dotato di due ingressi posti a sud e a nord

La caratteristica è quella di avere due alte torri che sovrastano i due ingressi.

Questa è la torre dell'ingresso della parte Sud.

Dirigendosi verso il centro si incomincia a scorgere la piazza

Piazza della Libertà che ospita la chiesa


Chiesa dei Santi Nazario e Celso inutile aggiungere che il campanile a torre è di foggia assai inusuale!


Il giro prosegue verso Spirano, solo che all'altezza del cartello del Comune si fa una deviazione a sx verso un parco

Si tratta del Parco di San Rocco con omonimo Santuario, un oasi di fresco con annesso ristoro.

Attraversato Spirano si esce prendendo di nuovo una sterrata campestre con le solite "pucce" e sfondo sulle prealpi delle Orobie

Ecco colto in flagranza di reato chi crea le famose "pucce" dette pozzanghere, sono loro! I trattori, che con le giganti ruote quando arrivano su una piccola buca, passa e ripassa con dentro l'acqua determinano una forte pressione rodendo il fondo e proiettando il fango e i sassi ed altro verso l'esterno creando così i famosi crateri di cui tutti ne andiamo pazzi!

Mia nonna diceva : Buchino,Bucone! Nel senso che se si rattoppa subito il buchino poi non si crea il bucone!

Ma sembra che in Italia siamo innamorati delle buche. Quando gli inviati di bellitaliainbici sono stati in Germania sulla Romantische Strasse ho visto le foto delle loro strade di campagna, non c'era una buca nemmeno a pagarla e si che da loro piove più che da noi, lavorano anche loro i campi eppure c'è una enorme differenza nel curare il territorio, non c'è altra spiegazione!

In mezzo ai campi la solita cappella

Terminato lo sterrato si riguadagna l'asfalto a Pognano

Lasciato Pognano con i profili dei monti bergamaschi alle sue spalle si attraversa la SP121 ...

.... E ci si tuffa di nuovo in un parco quello dei Fontanili, ovviamente su sterrato e poi su sentiero. Da qui in poi le descrizioni direi che servono a poco, meglio seguire il tracciato col GPS.

Qui si conclude il mio racconto fotografico in quanto il reparto fotografico aveva esaurito le batterie e non solo, anche il GPS mi aveva piantato in asso in un territorio a me sconosciuto e nemmeno le mappe di riserva sul cellulare hanno funzionato, per cui ritorno alla cieca o all'antica chiedendo a chi incontravo, ma nella traccia ho ricostruito a memoria il lungo percorso fatto.


TRACCIA GPX


CONCLUSIONE

Senza dubbio un percorso inusuale che cerca di mescolare dei Castelli con dei Parchi e riserve Naturali, fra sterrati e ciclabili ed asfalto su normali strade anche se chiamate Ciclovie.

Sta a voi come sempre se scegliere di replicare!

  

  

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2021
pagina creata: 29-06-2021
ultimo aggiornamento: 1-07-2021
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