La
Mappa di Google Earth
Questo
è il tracciato completo, ma in questo report
verrà interessato solo il tratto da Molina
di Ledro al Rifugio Bocca di Trat e discesa a Riva
del Garda il precedente report lo
trovate qui
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L'Altimetria
Questo
è il tracciato completo, ma in questo report
verrà interessato solo il tratto da Molina
di Ledro al Rifugio Bocca di Trat Nino Pernici,
messo in evidenza dai cursori. Il tratto in discesa
è quello verso Riva del Garda. Come
leggerete piú avanti potrebbe essere una
scelta opzionale.
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Come
arrivarci
Riva del
Garda è raggiungibile da molte strade ad
esempio: dall'autostrada A22 del Brennero uscita al
casello Rovereto sud, oppure dalla Gardesana
occidentale e dalla orientale; queste sono le
principali vie d'accesso, ma ve ne sono
altre.
Il
percorso sino al Lago di Ledro
Il percorso
si svolge al 90 % su percorso ciclabile il restante
su strada a viabilità ordinaria. Il fondo
passa dall'asfalto allo sterrato, al
cementato.
Non
è un percorso adatto ai bambini piccoli;
persone con poco allenamento potrebbero comunque
limitarsi al Ponale sin dove termina lo
sterrato.
Il
percorso sino al Rifugio Nino
Pernici
In questo
report si prosegue lungo la sponda del Lago di
Ledro per poi deviare in Val Concei. Arrivati a
Lenzumo si devia in salita verso la Bocca di Trat
ed il rifugio Nino Pernici. Dal rifugio per la
discesa ci sono due opzioni: 1) ritornare da dove
si è saliti, oppure:
2) scendere a Riva del Garda attraverso la discesa
sterrata per Malga Grassi, poi passando per Campi,
Pranzo e arrivando in fine a Riva del
Garda.
In questo
caso il totale del giro ammonta a 48,5 Km
Bici
consigliata
Consiglio
una Front o meglio ancora una Full ambedue con
rapporti molto corti per affrontare gli strappi che
si trovano a metà percorso. Ovvio che al
ritorno poi serviranno ottimi freni!
Per chi dal
rifugio volesse scendere sulla sterrata
consigliatissima una All-Mountain ben gommata,
buoni freni e capacità tecnica
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Trentino
Dopo una
breve pausa per il reintegro di un po' di calorie,
abbiamo ripreso alla volta della meta successiva
fissata alla Bocca di Trat Rifugio Nino
Pernici.
Quindi da
Molina di Ledro si pedalerà lungo la sponda
del lago verso Mezzolago e Pieve di
Ledro
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Si parte,
ci attendeva la sponda del bel Lago di
Ledro
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Siamo
partiti lasciando l'area Museale archeologica delle
Palafitte, con reperti di 4000 anni fa risalenti
all'Età del Bronzo.
Chissà
se gli archeologi futuri per la nostra epoca non la
battezzeranno "L'Età dello Smartphone e dei
Social Network" !
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Si faranno
qualche centinaio di metri sulla SS 240 per poi
deviare a sx in questo punto per prendere la
ciclopedonale
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La
ciclopedonale passa vicino alla riva del lago e
piú avanti di fianco a dei campeggi
diventando pedonale.
Di fatto per la presenza dei campeggiatori che
raggiungono la spiaggia a piedi, occorre moderare
la velocità ed eventualmente scendere e
accompagnare la bici per quei brevi
tratti.
In
alternativa sull'altra sponda esiste un'altra
ciclabile che per contro allunga un po' la
percorrenza ed incrementa il dislivello totale da
affrontare con decisi strappi, anche se poi
compensa con alcuni punti panoramici.
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Il Lago di
Ledro offre queste aree verdi attrezzate in
prossimità delle sue sponde.
C'è
chi va e chi viene; osservando la signora in rosso
forse aveva la sella un pochino alta, a giudicare
dalla gamba troppo tesa.
Questo
è un errore abbastanza frequente e quando si
fa molta strada queste posture non corrette possono
arrecare non pochi disagi fisici, come del resto
avere la sella troppo bassa specie dovendo pedalare
in salita!
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Qui
finisce la zona dei campeggi...
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... e
superata la zona dei campeggi diminuiscono le
persone sulla ciclopedonale e cambiano anche gli
scenari
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Qui non
c'è l'estensione del Lago di Garda ma nel
suo piccolo questo lago è una piccola
perla
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Il bello
è che vi sono ampie zone per il relax per
cui le persone vi si possono distribuire senza
concentrarsi, almeno questa è stata la mia
impressione visto che eravamo in Giugno e non so se
a Luglio-Agosto le cose potranno
cambiare.
Una cosa
è certa; Pulizia e ordine sono di casa
quassú
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In questo
punto termina la ciclopedonale ed occorre tornare
sulla strada Statale
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Qui siamo a
Mezzolago, sopra di me si intravede una villa con
tanto di torre
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Superato
Mezzolago si attraversa Pieve di Ledro proseguendo
diritti verso Bezzecca
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Fra Pieve
di Ledro e Bezzecca troverete l'indicazione per la
Valle di Concei.
Se da
Molina di Ledro a qui era tutto un falsopiano qui
si inizia a salire
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Ampie curve
e tornanti fanno guadagnare quota
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All'ultimo
tornante si incontra il percorso ciclopedonale che
sale da Pieve di Ledro, per poterlo percorrere
occorre entrare in centro a Pieve di Ledro e
deviare a sx prendendo Via Sant'Antonio che
prosegue in Via Loca
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la prima
frazione che si attraversa è
Locca
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e a seguire
questi sono Engusio e Concei
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Giunti in
periferia di Lenzumo si dovrà svoltare a dx
seguendo le indicazioni del cartello marrone:
rifugio Bocca di Trat Nino Pernici.
Da qui sono
8 km di salita continua e 793 m D+ da superare con
pendenza media al 9,7%
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Si lascia
quindi la Valle di Concei
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A questo
bivio si svolterà a dx, il cartello non
è stato posto in posizione ben visibile
essendo posto piú avanti e sulla
dx.
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Sulla
strada che sale alla Bocca di Trat non incontrerete
molte case
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La strada
sale quasi sempre nel bosco per cui non vi sono
molti panorami da vedere, in compenso avrete
piú ombra
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Sosta per
un po' di allungamento dopo 25km e 1000m D+
superati, del resto erano quasi 3h che eravamo in
sella
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Si
riprende, tornante dopo tornante ce ne sono 16 se
non ho sbagliato il conto
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Nonostante
fossero i primi giorni di Giugno l'estate pazza si
faceva già sentire, fra le rocce stavamo
toccando i 30°C e oltre il caldo avevamo
sbagliato un po' i tempi ed iniziavamo ad avere un
languorino, dovevamo decidere se mangiare qualcosa
o aspettare ad arrivare al rifugio.
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Avevamo
deciso di attendere l'arrivo al rifugio ed intanto
avevamo trovato una ciclista
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Naturalmente
era di nazionalità Tedesca! D'altronde da
queste parti, da tempo immemore, ci sono piú
turisti Tedeschi che Italiani!
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Chiacchierando
stavamo ingombrando la stretta strada, ne stavano
arrivando altri e manco a farlo apposta ancora dei
Tedeschi!
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Erano in
vantaggio loro, tre a due
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Intanto
eravamo arrivati al termine dell'asfalto
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Nel
frattempo i Tedeschi erano andati avanti ma
chiedendo troppa assistenza alle loro ebike alla
fine stavano per finire le batterie...
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...
confermato anche dalla moglie
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Sono quindi
ripartiti con noi ad una andatura piú
moderata
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Io mi ero
portato avanti ed ero in vista della Malga Trat
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L'imbocco
verso la Malga Trat
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Sopra il
muretto la scritta scolpita della MALGA TRAT qui si
è a 1500m s.l.m.
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Passati in
discesa davanti alla malga, poi uno strappo con una
ripida cementata portava di nuovo verso il bosco
per l'ultimo tratto verso Bocca Trat
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La
carrabile sterrata dopo la Malga di Trat si fa
piú stretta con tratti piú ripidi e
fondo piú sconnesso
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Si
alternano anche tratti meno pendenti e con fondo
piú regolare
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Arrivo a
Bocca di Trat 1581 m s.l.m. La montagna dietro
è La Mazza di Pichea 1879 m s.l.m. mentre
nello spiazzo erboso ai suoi piedi si trova la
piazzuola per l'elisoccorso
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Basta
guardare a dx sullo spiazzo per vedere in fondo al
sentiero il rifugio
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Guardando
indietro verso lo spiazzo di Bocca di Trat,
piú sotto a dx si intravede il sentiero che
poi prenderemo per scendere verso Riva del
Garda
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Il
rassicurante rifugio era oramai a portata di
pedale
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E' stata
lunga ma siamo arrivati alla nostra meta del
giorno
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E per fare
piú in fretta ho salito i gradini in
bici!
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Lei ha
preferito farli a piedi, del resto nella mia foto
la prospettiva inganna e i gradini sono un po'
ripidi
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Raggiunta
la meta ora potevamo dedicarci a riempire la
"cambusa"
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In attesa dei succulenti
piatti. In effetti a distanza di tempo non
ricordiamo il nome dei primi piatti che abbiamo
mangiato anche se poi ne abbiamo fatto il bis!
Direi che il nome non aveva molta importanza,
l'importante era che fossero molto
buoni!
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Purtroppo
il meteo era cambiato e non c'era molta
visibilità verso valle dove fra le creste
dei monti in primo e secondo piano si trova il
Lago
di Tenno.
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Per quanto
la giornata fosse calda, stando all'ombra dopo aver
smaltito il calore della salita, lei ha preferito
mettersi il giubbino
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Intanto che
aspettavamo stavano arrivando altri ciclisti ed in
effetti a confronto erano in maggior numero i
ciclisti che i classici zaino in spalla
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Poi c'era
chi dopo pranzo non rinunciava ad un relax sulle
sdraio, mentre gli ultimi arrivati accaldati dalla
salita e con il tavolo esposto al sole non hanno
potuto far altro che togliersi le magliette bagnate
dal sudore e metterle ad asciugare sulla
ringhiera
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L'interno
del rifugio, che tra l'altro è aperto tutti
i giorni
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La scelta per il
ritorno
Dopo
esserci rimpinzati a dovere con il finale di dolce
e caffé, ci attendeva il rientro alla
base.
Avevo interpellato il gestore del rifugio per
sapere le condizioni del percorso sterrato che
scendeva alla Malga Grassi. Stante alle sue
affermazioni c'erano solo un paio di chilometri
impegnativi, per cui abbiamo optato per quella
scelta. L'altra opzione sarebbe stata il rientro
per la stessa strada fatta all'andata.
Ultimi
scatti prima di partire
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Per
scendere occorreva ritornare in direzione della
Bocca di Trat ma anziché prendere il
sentiero in alto a sx fatto all'andata, abbiamo
preso quello in basso a dx
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Sulla dx
troverete un palo con questi cartelli, con Capanna
Grassi a 2,6 km e Campi che è il primo paese
a 6,6 km.
Sotto
l'inequivocabile cartello avvisa che vi trovate con
una discesa al 20%, poca cosa ho pensato, visto che
ne avevamo affrontate anche di piú ripide,
ma sarebbe stato proprio così
facile?
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L'imbocco
verso la discesa prometteva bene, tutto
regolare...
|
... ma le
cose in effetti non erano proprio rosee, infatti
oltre la pendenza il problema era nel fondo non
compatto e tutto smosso, dove era meglio non
strizzare i freni se non si voleva perdere
l'aderenza e volare
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Quindi
servono delle buone gomme con buon grip ed
esperienza per questo tipo di tracciato.
Siccome lei
il giorno prima su un'altra discesa sterrata simile
gli era partito l'anteriore con una caduta anche se
con lievi conseguenze, rischiare una seconda volta
e per di piú senza avere le protezioni non
le andava a genio, per cui i tratti piú
brutti se li è fatti a piedi, tra l'altro
con delle scarpe da ginnastica non proprio adatte
per andare in montagna, del resto non avevo
previsto un simile rientro.
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di fatto di
tutta la sezione disponibile del sentiero i
passaggi col fondo ben compatto erano ben limitati
ed occorreva cercarseli
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Le foto poi
non rendono mai la realtà e tra l'altro non
potevo nemmeno fermarmi nei punti piú
scassati, primo per la difficoltà di stare
in equilibrio, secondo perché se fosse sceso
un altro sarebbe stato un bello scontro visto che
lui non si sarebbe potuto fermare, ne tanto meno
deviare per evitarmi dove i punti difficili erano;
stretti, scavati e sdrucciolevoli.
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2,6 km
sembrano pochi se fatti in bici in discesa, ma se
fatti a piedi come lei...
Finalmente
arrivati alla Malga Grassi sulla dx
La discesa
disagevole sarebbe potuta terminare qui ma in
effetti le cose sono andate in modo differente
aggiungendo ancora un po' di
difficoltà.
In pratica
giunti al termine di questa discesa in fondo fra
gli alberi si trova un bivio dove sulla dx è
segnata la discesa con il relativo cartello di
percorso per MTB che poi abbiamo fatto.
Ma a
posteriori guardando la mappa del luogo, se
avessimo proseguito diritti saremmo arrivati a
Campi su una strada asfaltata piú agevole.
Quindi ora che noi abbiamo fatto da cavia sapete
cosa scegliere a secondo del vostro
gradimento.
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Guardando
indietro al margine del bosco era il punto in cui
ho scattato la foto precedente.
Vi dico
subito che se sceglierete il percorso MTB x Campi
è molto meno pendente del tratto appena
fatto, la carrabile è piú ampia di
sezione ma ha il fondo che in alcuni punti è
un po' sconnesso ma fattibile al 100% senza dover
scendere dalla bici.
Poi questo come sappiamo può essere
relativo, anche in base alla bici che si ha.
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Lo sterrato
è terminato una volta raggiunto Campi, in
centro il Monte Tombio
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Si prosegue
in discesa in direzione di Pranzo che si vede sotto
in primo piano, mentre dietro esso c'è
Tenno. Rimettendo le ruote sull'asfalto lei si
trovava piú a suo agio nelle veloci
discese.
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Pranzo, un
minuscolo borgo per cui merita soffermarsi per una
breve visita. Sullo sfondo sempre Tenno e il suo
castello
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La bella
discesa verso Riva del Garda offre anche alcuni
punti panoramici; su di essa e sul Lago di Garda.
sullo sfondo il Monte
Baldo
che il giorno prima ci ha visto sulla sua
cima
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Rientrati
alla base; doccia, cena e poi una visita notturna a
Riva del Garda ripercorrendo la ciclopedonale fatta
al mattino, questa volta a piedi! Sullo sfondo a sx
le montagne da dove eravamo scesi poco
prima.
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La
darsena di Riva del Garda
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A Riva del
Garda era in corso una manifestazione con il tema
dello sport con presenti tutte le associazioni del
territorio e gruppi sportivi che ne promuovevano le
loro attività
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Il centro
della movida serale nella piazza della torre. A dx
ragazzi che si cimentavano nelle posture da attuare
sulla tavola da windsurf
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Si conclude
qui la lunga giornata che ci ha visto passare da
qui al mattino per affrontare il lungo giro e la
lunga salita sino a Bocca di Trat. Era l'ora di
andare a nanna, il giorno dopo ci sarebbe stato un
altro report da fare!
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Conclusioni
Come
scritto all'inizio, si è trattato nel
complesso di un giro articolato dove ognuno
può scegliere sin dove spingersi in base
alle sue capacità avendo anche a
disposizione varie opzioni per variare il percorso
da quello da noi fatto.
Le numerose
foto del report immagino parlino da sole e vi
possono meglio consigliare cosa fare.
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