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In azzurro
è il tracciato opzionale oggetto di questo
report e sono 38km partendo dalla foce dell'Adda.
Per fare ritorno a San Rocco al Porto occorre
aggiungere 25km Il Sito di
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La mappa
del percorso. Sul sito Garmin Connect, dopo che ci
si è registrati, è possibile nelle
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Inoltre è anche possibile scaricare la
traccia per il GPS.
Questo
percorso è l'opzione che è possibile
fare come a se stante oppure aggiungerlo ai
precedenti report come: Ciclabile
delle Città Murate
+ Ciclovia
del Po argine Adda
oppure Ciclovia
del Po da San Rocco Al Porto a Castelnuovo Bocca
d'Adda
con quest'ultima soluzione i km totali ammontano a
96 per a/r. Fontanella
a Maccastorna, subito dopo la trattoria e
all'interno del castello a Monticelli
d'Ongina Vi sono
alcuni tratti non asfaltati dove occorre avere una
bici da trekking o MTB
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Ciclovia del
Po
Nel
precedente report
ci si era fermati in questo punto dove al lato
opposto della Ciclovia si trova il cartello che
indica "Foce Adda". La scelta era di tornare
indietro al punto di partenza con lo stesso
percorso oppure farne un altro che diventa
l'oggetto di questo report. Quindi
lasciamo il punto della Foce dell'Adda e
proseguiamo in direzione Maleo-Cremona su pista
sterrata. Si arriva a
questo incrocio con la strada provinciale che porta
a sx a Maccastorna e a dx ,superato il ponte
sull'Adda, a Crotta d'Adda. Si deve attraversare la
strada, porre attenzione! Attraversata
la strada dopo 50m si arriva a questo incrocio di
ciclabili. Come si può leggere, diritti si
va a Maleo-Pizzighettone-Cremona.
Noi svoltiamo a sx per Maccastorna. Nella foto,
Alberto preso dalla fame non legge nemmeno il
cartello e prosegue diritto, mentre Debora che era
già stata qui con il precedente report
svolta a sx per la direzione corretta. Dopo circa
1km incontriamo il cartello che indica a sx
Maccastorna. Ci infiliamo nella strada di campagna
sino a raggiungere il minuscolo borgo agricolo con
il castello. Il Castello
è ben conservato, le mura un po' meno ma
nell'insieme non c'è nulla di cadente a
pezzi. Fa una
certa impressione trovarsi in mezzo alle campagne
con un castello ancora integro in tutte le sue
parti, come se il tempo si fosse
fermato. Di Castelli
bellitaliainbici nelle sue pedalate ne ha visti
molti ma mi sa che questo li batte tutti come stato
di conservazione, forse perché è sede
di una azienda agricola? Questo
è l'ingresso principale, e tra l'altro non
è nemmeno un castello piccino! Con tanto
di parco, fossato ecc. non manca nulla Foto
ricordo con Debora che indossa la maglia ufficiale
di ambasciatrice di bellitaliainbici, con logo
oramai scolorito e consumato dai km
percorsi. E' passato
mezzogiorno da un po' e i rintocchi del campanile
ci avvertono che il tempo passa! Infatti
sono le 12,30 passate, forse è il caso di
darsi una mossa per la prossima meta Dietro noi
una fontanella, ne approfittiamo per fare il pieno.
La casa che si vede in centro è una
Trattoria. Dopo circa
6km giungiamo a Castelnuovo Bocca d'Adda dove ci
fermiamo a pranzo nella Trattoria del Sole in via
Cavour 1. Tra l'altro hanno un cortile all'interno
dove si possono mettere le bici. Terminato
il pranzo a base di Pisarei, piatto tipico
Piacentino, peperonata e selvaggina, ben satolli ci
dirigiamo verso il ponte sul Po che a dx porta a
San Nazzaro e a sx a Monticelli
d'Ongina. In pratica
si ripercorrono quei 2,5km già percorsi al
mattino che separavano Castelnuovo Bocca d'Adda dal
bivio sulla SP 27 (vedi report citato
sopra) Dal bivio
sono circa altri 2km per raggiungere l'altra sponda
del Po, fare attenzione perchè questo tratto
è su normale strada provinciale. Più
avanti troverete dei lavori in corso e vi faranno
deviare a dx su un altro argine Terminato
l'argine si giunge a questo incrocio dove si
svolterà a sx., mentre a dx quando si
ritornerà si proseguirà diritti verso
Monticelli d'Ongina di cui si intravede il
campanile. Si arriva
al ponte sul Po che collega la terra ferma, si fa
per dire, all'isola Serafini che si trova
sull'altra sponda. Questa
è una delle Centrali Idroelettriche
più grandi d'Italia e sfrutta un salto
d'acqua generato dalla diga posta sul Po più
a dx. Sono in funzione 4 turbine di grandi
dimensioni che generano una cospicua energia pari
ad alcune centinaia di GWh annui. E a
proposito, la deviazione che si deve fare per
giungere qui per i lavori in corso è per
costruire un nuovo canale che va a sostituire le
vecchie chiuse. Questo
è un pezzo di canale in opera di
sbancamento. A fine lavori andrà ad
immettersi più a valle nel canale di scarico
della Centrale, mentre a monte con una nuova chiusa
si inserirà nel bacino della diga sul
Po. A sx, oltre
il ponte, il piccolo borgo di Isola Serafini,
l'isola fluviale è la più grande che
si incontra sul Po Questa
è la diga che crea lo sbarramento sul corso
naturale del Po, facendo innalzare il livello per
poterlo sfruttare nella Centrale
Idroelettrica. Gli
sbarramenti nei fiumi alterano sempre l'ecosistema
ittico perchè i pesci trovano un ostacolo
non superabile. Per questo motivo nel nuovo scavo
per la costruzione della nuova chiusa è
prevista anche una scala di risalita per la fauna
ittica, staremo a vedere in futuro se a Torino
pescheranno gli storioni! Ora siamo
"Isolani" la prossima meta è la scommessa di
poter raggiungere la foce dell'Adda stando sulla
sponda opposta dalla foce. Vi rammento che in un
precedente report siamo arrivati vicino alla foce
dell'Adda, ma l'accesso ci è stato precluso
per lavori di consolidamento dell'argine dell'Adda,
proprio vicino alla foce. Questo a sx
è il corso naturale del Po Anche
sull'Isola Serafini le strade corrono sugli
argini Proseguiamo
sempre diritti sino a che la strada si interrompe
in questo punto in prossimità di una casa e
di una cascina. Da qui si prosegue su sterrato ed
occorre svoltare a sx dove finisce il recinto della
casa Lasciamo
alle nostre spalle la cascina e la casa e giunti in
fondo a questa strada bianca, svoltiamo a
destra Disponendo
della bici biammortizzata e con la presenza di
alcune buche profonde sulla strada di campagna mi
avvantaggio un po' andando in
avanscoperta Qui
l'ambiente è quanto di più naturale
si possa trovare e la mano dell'uomo è ben
assente. Ne approfittano ogni specie di piante e
attorno se ne vedono molte differenti. La costanza
è stata premiata, sull'altra sponda appare
la foce dell'Adda, meta raggiunta! I due
pescatori sono posti proprio sulla foce dell'Adda,
mentre noi nel report passato eravamo riusciti ad
arrivare grosso modo a qualche centinaia di metri
da quel punto. L'ambiente
è molto naturale non ci sono artefatti
tranne la strada di campagna Visto che
non ho il cavalletto sulla bici, Alberto me la
sorregge un attimo Pensavo di
non riuscire a portarli a vedere la foce dell'Adda,
di fatto sulle mappe non avevo la traccia ma solo
la posizione della foce e a volte i GPS possono
essere d'aiuto per cui i ragazzi sono soddisfatti
per aver fatto la fatica di arrivare sino a qui,
ora ci aspetta il ritorno a San Rocco al Porto,
sono solo 40km. Debora si
diletta a scattare qualche foto floreale Voleva
fotografare anche una farfalla ma non ce l'ha
fatta, è scappata prima dello
scatto. Si ritorna
indietro, ed un cascinale mostra una parata di
rose Debora
invece si è fermata per cogliere questa
composizione di fiori sgargiante
Arriviamo a
Monticelli d'Ongina, altro castello, questo
però a differenza di quello di Maccastorna
è lasciato un po' all'abbandono. Certo che
la scelta di mettere questo campo da basket
nell'unica posizione dove è visibile il
castello nella parte frontale gli si addice poco
come contesto. Girando
attorno al Castello si arriva alla vista sud est e
qui appare una cosa strana questi lati sono stati
evidentemente intonacati in passato, conservando
ancora dei residui più o meno
marcati. La forma
del castello è a pianta quadra di circa 50m
di lato, con quattro torri circolari sugli angoli e
due torri quadrate o casseri poste a est e ad
ovest. Interessante
la soluzione dei corridoi coperti nei piani
rialzati. Come sempre nei castelli c'è
sempre qualche rimaneggiamento o ripensamento, come
ad esempio i due finestroni posti su questo lato
che probabilmente non sono originali. Giocare a
calcio a fianco del castello con tanto di porte,
tanto se una palla viene tirata alta le sbarre
sulle finestre proteggono i vetri da eventuali
rotture! Certo che
visto così fa un po' pena. Sul cassero forse
un tempo vi era un affresco nella nicchia
soprastante le feritoie, che erano per i bracci dei
ponti levatoi. Se
l'esterno mostra segnali di cattiva manutenzione,
all'interno siamo all'abbandono, muri scrostati,
intonaci a pezzi, infissi alla meno peggio, insomma
non c'è da stare allegri. Esco dalla
parte ovest, anche qui la situazione non
cambia Questo lato
ovest è il più malconcio, fra gli
infissi cadenti, finestre e aperture chiuse, questo
lato mostra di tutto e un po' cosa è
possibile fare ad un castello meno che conservarlo
come in origine. Sconsolato,
ritorno all'interno del castello. I ragazzi hanno
trovato una fontanella e si apprestano a fare il
pieno d'acqua... ... non
prima che il biologo ne annusi la presenza di
cloro! La
meridiana ci avverte che ci avviciniamo all'ora
quarta, forse è ora di fare ritorno al punto
di partenza Usciamo dal
lato est e facciamo un breve giro in centro al
paese Stando
sopra dove un tempo ci sarebbe stato il ponte
levatoio, alzando gli occhi al cielo vedo la punta
del campanile, facile dirigersi in
centro. In centro
troviamo la basilica di San Lorenzo XV sec con
facciata in stile tardo gotico aggiunta a
posteriori nel 1877. Bello il
motivo inserito nella sommità della facciata
Lasciamo
Monticelli d'Ongina e riattraversiamo il ponte sul
Po. Da qui si vedono bene a sx la diga, in centro
la Centrale Idroelettrica e a dx la Chiusa x la
navigazione. Si ritorna
verso Piacenza, sullo sfondo i colli
Piacentini Salutiamo
il Po che ci ha fatto compagnia in questa pedalata
sulla Ciclovia del Po Debora e
Alberto hanno apprezzato questo giro che ho
organizzato e lo dimostrano con un bel
sorriso Il posto
sarebbe bello per fare un picnic, ma le ombre
lunghe descritte dalla silhuette di Debora ci
dicono che è tardi e forse è meglio
tornare a casa per cenare! Ci stiamo
avvicinando a oltre 90km percorsi e qualche breve
sosta per il soprasella ci vuole Non
c'è un traguardo da tagliare ma al 96°
km siamo quasi arrivati al punto di partenza! Si
conclude qui il nostro viaggio sulla Ciclovia del
Po da San Rocco a Castelnuovo Bocca d'Adda con
l'aggiunta della opzione descritta in questo
report.
Che dire,
nel complesso è stata una bella pedalata e
la fatica in fondo non si è fatta
eccessivamente sentire. Di cose ne abbiamo viste a
iosa e ve le abbiamo documentate più che a
sufficienza per farvi decidere se ripetere
l'impresa, ma ora con qualche informazione in
più.
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buone
pedalate a tutti, Outside
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pagina creata:23-05-2014 ultimo aggiornamento: 13-06-2015 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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