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Il
percorso si snoda nella pianura lombarda fra le
città di Crema e Cremona, tra i bacini dei
fiumi Oglio, Serio morto e Adda. Il tratto di
colore rosso è quello della "Ciclabile delle
città murate". Il successivo in giallo
è riferito alla "Ciclovia del Po" che
termina alla foce dell'Adda nel fiume Po e
farà parte del report La
Ciclovia del Po. |
Tutto
il percorso è segnalato dai cartelli di
colore marrone con scritte in bianco, per cui basta
seguirli e non ci si perde, tranne in paio di punti
dove mancano e che vi verranno spiegati nel
report. Si
tratta di un percorso pianeggiante misto
asfalto/sterrato, per la precisione 24,4 km di
asfalto e 16,9 km di sterrato per un totale di 41,3
km. Ovvio che tutto va raddoppiato se dovete fare
ritorno al punto di partenza. Una
fontanella l'abbiamo vista nel parco di
Pizzighettone. Comunque nei paesi attraversati non
c'è problema per fermarsi a fare
rifornimento presso qualche esercizio
commerciale. Consigliabili
bici da Trekking con forcella ammortizzata, MTB
front o meglio ancora biammortizzate. Dato che
buona parte del percorso è su sterrato, va
da sé che se è piovuto da poco
potrete trovare anche del fango in alcuni punti e
acqua nelle buche. In stagione
avanzata tenete presente anche le temperature,
quindi consigliabile fare l'andata il mattino
presto e il ritorno nel tardo pomeriggio.
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Questo
è il vostro riferimento, seguendolo
arriverete a destinazione, anche se come è
capitato a noi dove ne mancava uno, chiedendo in
giro nessuno sapeva dell'esistenza di questi
cartelli nel loro territorio! Del resto anche voi
che fate abitualmente delle strade non penso che
ogni volta vi guardate attorno per leggere i
cartelli! La
Ciclabile delle città murate; qui siamo
all'esterno della città di Soncino e queste
sono parte delle mura che la cingono. Il corso
d'acqua è il Naviglio Nuovo Pallavicino che
trae origine a nord sulla sponda destra del fiume
Oglio. E' lungo poco più di 13 km ed
è stato voluto e finanziato dai Marchesi
Pallavicino nel 1780 per accrescere la portata del
Naviglio Grande. Arriviamo a
Soncino alla vigilia delle celebrazioni del 25
Aprile e la troviamo adorna di vessilli e bandiere
con il tricolore. Qui siamo all'ingresso Nord della
città. Un'altra porta identica si trova a
sud dove noi siamo diretti. Siamo nella
piazza principale della città e come al
solito è mio uso fotografare chiese o torri
con l'orologio per fissare l'ora di partenza. Sono
già le 10,40. Sulla cima della facciata
dell'edificio al centro della foto e sotto le due
statue che fungono da "campanari" si trova un
orologio astronomico. Proseguiamo
sulla bella e ampia strada pavimentata e affiancata
da alcuni antichi palazzi e non manca anche il
segno dell'era moderna con auto ovunque! Sullo
sfondo la porta sud, simile a quella varcata a
nord. Prima di varcare la porta sud, sulla destra
c'è una strada che porta al castello di
Soncino Due edifici
attigui che stando agli stemmi sulla facciata che
invadono parte dei due distinti manufatti fanno
pensare ad un corpo unico di fabbricato, solo che
il primo è stato mantenuto con mattoni a
vista ed il secondo intonacato. Prima di
uscire dalla porta sud facciamo una capatina al
castello di Soncino limitandoci alla visione
dell'esterno, in quanto una visita interna
l'abbiamo fatta diversi anni fa. Certo che a
dirla tutta questa torre residuo di una vecchia
fabbrica nelle vicinanze del Castello si addice
veramente poco. Sarà pure una testimonianza
di archeologia industriale ma la sua vicinanza
stride abbastanza per mio conto. Il fossato in
secco che si vede e le mura sono quelle rivolte a
sud. Questo
è il lato est del Castello il quale risulta
intatto nella sua struttura. Gli inizi di
fondazione risalgono al X sec. Nel corso dei secoli
fu più volte ricostruito ed esteso nei suoi
corpi con aggiunta di torri; come ad esempio quella
circolare voluta da Francesco Sforza nel 1468. Nel
corso dei secoli la rocca passò di mano in
mano come ai Veneziani, ai Francesi e di nuovo agli
Sforza e poi ad altri proprietari fino all'ultimo
discendente dei nobili Stampa che lo cedette per
testamento nel 1876 al comune di
Soncino. Una vista a
3/4 verso il lato nord/est L'ingresso
nord. Il castello è visitabile e durante
l'anno spesso si tengono manifestazioni ed eventi
in costumi medievali. Lasciamo il
castello e ci dirigiamo all'uscita sud. Prendiamo
la strada in discesa a sx, in direzione del viale
alberato, in fondo al quale troveremo le
indicazioni per la ciclabile. A fianco si
intravedono le mura sud delle
fortificazioni. Arrivati in
fondo al viale, di fronte, troviamo il primo
cartello ad indicare la Ciclabile delle
città murate. In questo
report mi fa compagnia Debora, la giovane inviata
di bellitaliainbici che la sera prima ha presentato
presso il Palazzo Trivulzio a Melzo il giro
dolomitico di oltre 700km su piste
ciclabili. Ci lasciamo
alle spalle la rocca di Soncino con a fianco la
ciminiera che come potete vedere disturba un po' la
visione dell'insieme essendo fuori contesto
storico. Da questa vista è ben visibile la
torre rotonda voluta da Francesco
Sforza. Forse
è il caso di sbrigarci, la torre segna le
11,05 e abbiamo 40km fra asfalto e sterrato ancora
da fare! Questa
è una vecchia strada di campagna che
toccando varie cascine porta a
Genivolta. azza della
Il primo
tratto sono 5,3km di asfalto in mezzo alle campagne
e cascinali Siamo
partiti con il fresco ma ormai il sole fa sentire i
suoi raggi e facendo alzare l'umidità dalla
terra arata di fresco. Termina
l'asfalto e ora ci aspettano 4,2km di sterrato
intervallato da buche con acqua, visto che la sera
prima era piovuto. Tutto attorno un paesaggio
gradevole attorniato da campagne e filari di
piante. Passiamo
attraverso aziende agricole, alcune ancora in
attività ed altre abbandonate. Siamo nei
pressi di Genivolta confermato dal GPS. La strada
scavalca un canale, si tratta del canale scolmatore
di Genivolta che poi seguiremo più avanti in
direzione Tombe Morte. Questo
canale che proviene dalla località Tombe
Morte va a scolmare le sue acque nel fiume Oglio
con il canale che si vede proseguire oltre la
chiusa. Arrivati
all'intersezione, potrete vedere alla vs. dx che
sul palo è fissato il cartello indicatore
della ciclabile. Qui Debora ha già svoltato
a dx. Questo di
Genivolta è un breve tratto su asfalto di
600m. Giunti in fondo alla via, allo stop fate
attenzione all'attraversamento. Li troverete il
cartello che vi indicherà la svolta a
sx. Farete solo
una cinquantina di metri ed in questo punto
troverete l'altro cartello della ciclabile e
svolterete a dx. Ci si
inoltra nuovamente in campagna percorrendo l'alzaia
a fianco del canale scolmatore di Genivolta che
avevamo visto poco prima Una
palizzata è stata messa a protezione. Siamo
di nuovo su fondo sterrato in direzione Tombe Morte
ed il paesaggio è veramente bucolico e ci
sta piacendo sempre di più. La mia
"lepre" si sta allontanando in questa aperta
campagna dirigendosi verso il bosco. Sono
partito con un preconcetto di trovare un paesaggio
monotono ed invece strada facendo mi sono ricreduto
ampiamente scoprendo sempre nuovi scorci
affascinanti. Giunti in
fondo al rettilineo a fianco del canale
quest'ultimo prosegue verso il nodo idrografico
delle Tombe Morte, mentre il cartello ci fa deviare
a sx. Ho
raggiunto la "lepre" e procediamo assieme immersi
nel verde fra i gorgoglii delle acque e i canti
degli uccelli, altri rumori non ve ne
sono. Debora
è evidentemente soddisfatta del posto in cui
l'ho portata, per lei è la prima volta, ma
non per me. Alle sue spalle è il Naviglio
Pallavicino Non
è semplice descrivere questo importante nodo
idroviario in cui convergono, dipartono, si
incrociano diversi canali. Altre informazioni le
potete trovare in un vecchio report fatto per il
Canale
Vacchelli Anche in
questo punto troverete i cartelli
indicatori Memore del
fatto che sono arrivato qui più volte anche
se per ciclabili diverse, ho preferito utilizzare
una biammortizzata giusto per non fare soffrire la
mia schiena e direi che la scelta è stata
azzeccata. Le bici
sono appoggiate in corrispondenza di un "Navazzo"
ovvero uno scavalco di un corso d'acqua su un
altro. Sotto a sx si vede il Canale
Pallavicino. Noi abbiamo
utilizzato due bici MTB una front e una full e
vista l'esperienza non ci va di suggerire bici non
ammortizzate, salvo andare a velocità
ridotte ed evitare le buche cosa che non sempre
è possibile fare. Questo
è sempre il canale Pallavicino, per
proseguire occorrerà attraversare il ponte
che si vede sopra le chiuse e svoltare a
sx Dal ponte
sulle chiuse si vede bene come è realizzato
un "Navazzo" che permette l'incrocio di due corsi
d'acqua.
Quindi
scavalcato il ponte sul Pallavicino si
svolterà subito a sx seguendo il canale,
attenzione perchè il cartello indicatore
è posizionato male e potrebbe indurvi a
prendere un altro percorso che vi porterebbe lungo
il canale Vacchelli in direzione di
Crema! Come si
vede l'ambiente è molto bello e ne vale la
pena solo per arrivare sin qui. Giunti qui
ancora i cartelli sono orientati male e vi
farebbero proseguire lungo il Canale Pallavicino,
invece occorrerà proseguire
diritti Stando ai
cartelli l'indicazione sarebbe questa, ma come ho
scritto non è corretta. Questa e la
strada giusta da percorrere lungo un canale ora in
secca. Dovrebbe trattarsi di un ramo del canale
Vacchelli che poi termina presso il Santuario
dell'Ariadello. Al termine
del canale si arriva al Santuario di Ariadello,
luogo di culto molto frequentato dagli abitanti di
Genivolta e Soresina. In questo punto termina lo
sterrato di 3,6km che partiva da
Genivolta Erano in
corso gli ultimi ritocchi alla facciata poi tolti
al nostro ritorno. Il Santuario della Beata Vergine
di Ariadello consacrato nel 1966, ha attiguo un bel
parco dove si svolge una tradizionale fiera la
seconda domenica di Maggio, oltre a tenersi varie
manifestazioni in altri periodi
dell'anno. Dal
Santuario parte questa bella ciclabile con fondo
asfaltato che in 4,6km conduce a Soresina. Giunti a
Soresina la ciclabile termina intersecando Via
Montenero. Se vi può essere utile a fianco
troverete un cortile al cui interno vi è un
supermercato e in fondo un negozio di biciclette
che potrebbe darvi assistenza meccanica. In via
Montenero svolterete a dx e dopo 50m a sx in Via
Antonio Gramsci. Si prosegue poi in Via Manzoni,
Piazza Garibaldi fino a giungere in questa Via
Barbò, dove di fronte alla torre svolterete
sulla ciclabile a dx. in via 4 Novembre Giunti in
questo punto attraversate e prendete la via a sx,
dove troverete i cartelli della ciclabile che si
vedono in foto. Altri 3,7
km di sterrato in aperta campagna e con poca
alberatura a fianco della strada di
campagna Forse
questo tratto è il meno interessante di
tutto il percorso. Anche
questa strada di campagna serve a collegare una
serie di cascine arrivando poi a Cappella
Cantone Una cosa
è certa le cascine non brulicano più
di braccianti come negli anni 50' quando gran parte
del lavoro era fatto a braccia. Decidiamo
per una breve sosta anche se in effetti è un
po' tardi Siamo
partiti con il GPS che segnava 19°C , qui alle
12,30 segnava 34°C!! , vero che eravamo fermi
ed esposti in pieno sole, ma lo sbalzo termico si
è fatto sentire, eccome! Arrivo
anch'io al pit stop, sono 20,7km dalla partenza, ne
mancano altrettanti, ci troviamo solo a metà
strada Giunti in
questo punto sarete ad un bivio con un cascinale
sulla Vs. dx. Voi dovrete svoltare qui a sx in
direzione del cascinale che si vede sullo sfondo e
verso il viale alberato che si vede a
dx. Di fronte
al casale che abbiamo raggiunto termina lo
sterrato. Sullo sfondo è il Santuario di
Santa Maria dei Sabbioni, prossima meta.
Terminato
il viale alberato passerete sotto ad un ponte della
statale che va a Cremona e sbucherete sulla vecchia
strada che conduceva a Cremona. Quindi
proseguite su questa strada sino a che sulla dx
troverete il cartello della ciclabile Arrivati in
questo punto, sul ponte che attraversa il Serio
Morto, subito a sx si trovano i cartelli indicatori
della ciclabile solo che.... ... i
cartelli sono posti per chi esce da San Bassano ma
non per chi vi giunge dal senso opposto! Seguiamo
quindi il corso del Serio Morto. Il fondo e su
sterrato per 5,4 km e l'ambiente circostante
è molto bello, inframmezzato da
boschi. Se pensiamo
che prima dell'ultima guerra mondiale molte strade
di campagna erano simili a queste, ora trovarne in
questo modo nelle nostre pianure è una cosa
abbastanza rara. Anche su
questo bel tratto campagne e cascinali Il Serio
Morto riserva belle sorprese ed il paesaggio
è vario. Anche la fauna è presente e
tre coniglietti selvatici, uno scoiattolo una
nutria ed altri uccelli li abbiamo
avvistati. Continua la
convinzione che questo è un bel percorso che
pur attraversando campagne ha molto da offrire a
chi di campagne durante l'anno ne vede ben poche
dovendo vivere in città. Alberi
giganti a tratti ci fanno compagnia e
ombra Forse
è anche la fortuna di essere capitati nel
momento della fioritura delle piante e i profumi
che permeano l'ambiente circostante mi fanno
tornare bambino quando spesso si andava a giocare
in mezzo alle campagne ai bordi delle città
non appena sbocciava la primavera. In
località Regona termina di nuovo lo sterrato
e riprende l'asfalto che questa volta lo
sarà sino all'arrivo a Pizzighettone. Dopo
il ponticello i cartelli indicano di proseguire a
dx. Giunti in
fondo al rettilineo i cartelli della ciclabile
indicano di svoltare a dx mentre a sx il cartello
stradale indica Pizzighettone a soli
5km. Noi abbiamo
seguito fedelmente i cartelli della ciclabile
arrivando a compiere un anello di 6 km a cui poi
erano da aggiungere altri 2,5km per arrivare a
Pizzighettone. Arrivati
alla frazione di Ferie si trova il cartello che
indica di imboccare la Via Gerundo e qui apro una
parentesi. Seguendo il
percorso segnalato, passando fra boschi e campagne
giungiamo a questo attraversamento stradale.
Superata la strada, dove vedete una striscia di
sole fra gli alberi, dovrete svoltare a sx
Giungiamo
finalmente a Pizzighettone attraversando il ponte
sul Serio Morto. Svoltiamo a dx seguendo il suo
corso su ciclabile. La "lepre"
corre verso il ristorante, in effetti abbiamo fatto
un po' tardi e la fame ci assale. Una giusta
meritata pausa pranzo è quella che ci
occorre per proseguire la nostra spedizione verso
la "Ciclovia del Po" che vedrete nel prossimo
report Il corso
placido dell'Adda a Pizzighettone vi saluta e vi
attende per la vostra visita. Per chi non avesse
visto il report
che partendo da Melzo arrivava sin qui, vi
troverà anche alcune foto della
città. Per chi
invece volesse proseguire sino alla foce dell'Adda
può vedere il report: La
Ciclovia del Po
Come ho
già scritto, pensavo ad un percorso
campestre banale, invece mi sono ricreduto e ci
è molto piaciuto per la varietà di
ciò che si incontra. Poi sta a chi vuole
fare questo percorso organizzarsi al meglio per
eventuali visite alle città
murate. |
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buone pedalate a
tutti, Outside |
pagina creata:25-04-2014 ultimo aggiornamento: 26-04-2020 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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