La vista del
percorso da Google Earth
Grafico
dell'altimetria ricavata dal GPS
Come
arrivarci
Dall'Autostrada
A4 Milano-Venezia uscire al casello di Rovato e
prendere la direzione per Iseo, proseguire poi
seguendo le indicazioni per Val Camonica - Edolo -
Vezza d'Oglio.
Il
percorso
Si tratta
di un percorso impegnativo da annoverarsi fra le
salite classiche, teatro di numerosi e famosi giri
d'Italia ormai entrati nella storia del Ciclismo,
ma con una variante significativa: Una discesa con
un tratto su strada forestale.
Si parte da
Vezza d'Oglio percorrendo un breve pezzo di
ciclabile dell'Oglio, per poi passare su strada
verso Incudine e proseguire verso Monno da cui
parte la salita per il Passo del Mortirolo, solo
che invece di scollinare verso la Valtellina, si
devia a dx in salita verso la località
Pianaccio per poi ridiscendere al punto di partenza
con una parte su asfalto ed un'altra su strada
sterrata forestale.
Condizioni
del percorso
Da Vezza
d'Oglio sino allo scollinamento dopo la
località Pianaccio e proseguendo ancora in
discesa alla quota 1950m troverete il fondo
asfaltato. Dall'imbocco sulla forestale il fondo si
alterna fra sterrato, cementato, lastricato,
basolato.
Bici
consigliata
Senz'altro una bici biammortizzata o una
buona front e soprattutto mi raccomando, ottimi
freni per le ripide e lunghe discese.
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Alta Valle
Camonica
Raggiunto
Vezza d'Oglio abbiamo lasciato il mezzo nel
parcheggio adiacente alla Ciclabile dell'Oglio. La
Ciclabile parte da Ponte di Legno per proseguire
sino al Po. Allo stato attuale vi sono ancora
alcuni tratti da fare e si prevede il completamento
entro la fine dell'anno 2016.
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Si prende
la Ciclabile dell'Oglio, basta seguire i cartelli
dedicati.
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La
ciclabile affianca il fiume Oglio, qui un bel ponte
in legno permette l'attraversamento di un affluente
del fiume Oglio.
In centro
alla foto sullo sfondo da sx il Monte Tremoncelli,
il Corno delle Valli e i Corni di Cevole. A dx la
Cima Rovaia ancora spruzzata dalla neve.
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Dopo
Incudine si lascia la statale per salire verso
Monno. Qui abbiamo trovato il cartello che
segnalava la chiusura del Passo del
Mortirolo
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A partire
dal bivio ci sono 18km da affrontare.
Sullo sfondo in mezzo alle nuvole la Cima Mattaciul
e la Cima Bles
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Salendo si
può vedere che la Valle Camonica risulta un
bel polmone verde con una buona estensione di
boschi. Qui la vista da sx è verso il Corno
Piazza, la Punta di Val Finale il Monteaviolo e il
Monte Piccolo e il Monte Poppa.
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Monno
assieme a Mazzo in Valtellina sono i Comuni noti
per i punti di accesso al Passo del Mortirolo nelle
due valli. A sx la Cima Cadi ed in centro la Cima
Verda
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Era la
prima volta che vedevo Monno e pensavo fosse un
Comune più piccolo
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Mia
compagna del giro è stata la dott.ssa
Debora
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Nonostante
fosse fine Maggio l'aria era fresca, ma si sa che
in salita conviene sempre stare vestiti leggeri per
evitare una eccessiva sudorazione.
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La strada
salendo offre diverse visuali nei 19 cambi di
direzione proposti dai tornanti. Questa è la
vista est della Val Camonica.
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La strada
sale in modo alterno fra boschi e radure che come
in questo caso lasciano vedere la cima del monte
Resverde e a dx Le Cime di Grom
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Nel
complesso la strada sale in modo regolare tranne in
alcuni tornanti dove il cambio di pendenza aumenta.
Di certo questo lato non è di certo
impegnativo come lo è quello salendo da
Mazzo in Valtellina, almeno restando sulle parole
di chi lo ha fatto.
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Incontriamo
alcune case ed un classico crocifisso con il tetto
come abitualmente se ne trovano sulle nostre alpi.
Sopra di esso spunta la Cima Cadi e alla sua dx La
Cima Verda
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Ai tornanti
è posto il relativo numero, in centro
spuntano Le Cime di Grom ancora con lingue di
neve
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Dopo 10,8km
dall'inizio della salita si arriva a San Giacomo a
quota 1720m con 820m di dislivello superati con
pendenza media al 7,6% e qualche strappo al
16%
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La chiesa
di San Giacomo risale al XVIII sec.
Le due cime che si vedono a dx sono: la più
alta la Cima Cadi e quella alla sua dx la Cima
Verda, mentre il bosco a sx sono le pendici del
Monte Pagano. Incominciavamo ad aver fame dopo la
sveglia che ci ha fatto scendere dal letto alle
6!
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Non avendo
mai percorso questa strada pensavamo di essere
arrivati al punto di ristoro, che invece era ancora
più in alto, mancavano solo 900m. A sx il
Monte Resverde ed in centro Le Cime di
Grom
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Su dott.ssa
che manca poco al pranzo! Eravamo oramai in vista
del Passo e all'Albergo Passo Mortirolo
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Nel granito
sopra la traversa della porta è scolpita la
data dell'Albergo Mortirolo: 1904
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Per
precauzione, per aver conferma dell'apertura,
avevamo sentito la sera prima l'Albergo, salvo
scoprire che proprio in questo giorno ci sarebbe
stata una sospensione dell'energia elettrica da
parte dell'ENEL. Per cui abbiamo dovuto
sincronizzare gli orologi per arrivare nel giusto
orario con il ripristino della corrente. Di fatto
siamo arrivati assieme alla squadra dell'ENEL che
aveva terminato il lavoro nei tempi previsti.
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Soddisfatta
la fame siamo ripartiti senza trascurare la
copertura con i giubbini. Dopo pranzo sempre meglio
evitare l'aria fresca dei 2000 m! Anziché
scollinare sul Passo del Mortirolo (tra l'altro
chiuso) abbiamo svoltato a dx in direzione
Località Pianaccio
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Questo
è il bivio e come si vede l'Albergo è
poco distante da qui. A sx Le Cime di Grom e a dx
il Monte Pagano, mentre le cime innevate sono la
Cima Lavedole e il Corno Baitone
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Tutto
sommato ci è andata bene per il pranzo,
altrimenti avremmo dovuto provvedere per tempo
portandoci dei viveri. Sotto, l'Albergo Passo
Mortirolo.
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Nubi
innocue talvolta offuscavano i raggi del sole per
fortuna senza altri fenomeni associati.
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La strada
prosegue attraversando un bosco di
larici
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Un ultimo
tratto di bosco e poi attorno ai 2000m si
uscirà allo scoperto
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Il percorso
alterna tratti più o meno pendenti ma non
certo con la fama del Mortirolo della
Valtellina.
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Più
si sale in alto e più gli scenari si fanno
interessanti. Sui pendii si incontrano le malghe
nominate sul cartello posto al bivio del Passo
Mortirolo.
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Mancavano
pochi giorni a Giugno ed usciti dal bosco abbiamo
trovato la candida neve!
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Anche lei
ha voluto tastare con piede, scrivo tastare,
perché poco prima io ci avevo messo il piede
sprofondando nella neve ben oltre la
caviglia!
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Nello
stesso punto uno sguardo a monte...
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... ed uno
a valle dove il fresco torrente scorre sul ripido
pendio. Poco più avanti l'acuto fischio di
una marmotta posta a sentinella me l'ha fatta
scorgere ma senza fare in tempo a scattarle una
foto, perché subito dopo si era ritirata
nella tana.
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Si continua
a salire con bellissimi panorami, a dx la Cima Cadi
e dietro, innevate, le cime Monte Palone ed in
fondo la cima della Bacchetta, il Monte Erto e il
Monte Alta Guardia.
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Mi pareva
di essere arrivati allo scollinamento ed invece una
occhiata al grafico dell'altimetria sul GPS dava
ancora qualche decina di metri da superare. Intanto
a sx abbiamo notato un cippo alla
memoria.
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Il cippo
intagliato nel legno è posto ai piedi delle
Cime di Grom
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Alle mie
spalle, poco sopra e a dx del paletto, si scorge
l'Albergo Passo del Mortirolo, sullo sfondo le
montagne della Valtellina
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Eh si c'era
ancora da salire!
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Una bella
area di sosta a Malga Andrina, panoramica e posta a
2098m ci ha fatto sostare di nuovo
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Oramai in
centro alla foto si è in vista delle
montagne del lato est della Val Camonica e lo
scollino è all'orizzonte.
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Questa
panoramica fa capire bene il contesto in cui ci
trovavamo
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Se qui a
2000m c'era ancora neve si capiva perché
anche il Passo del Gavia posto ai 2652m fosse
ancora chiuso.
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La mia
preoccupazione era quella di trovare neve in
discesa, ma essendo il lato esposto a est di
problemi non ce ne sono stati.
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Finalmente
sul Passo a 2128m. Alle mie spalle da sx Punta di
Pietra Rossa, Cima Monticello, Cima di Glere, Cima
del Tirlo, Cima Mattaciul, Cima Muralta
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Per par
condicio ora il versante ovest, con alle spalle
della dott.ssa il Monte Pagano, a seguire il Piz
Cancan, il Piz Combul e il Monte Masuccio. Se non
ci fossero le nuvole si potrebbe vedere anche la
cima del Monte Legnone. Qui siamo al 23° km
dalla partenza con 1243m di dislivello
superati.
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Era giunta
l'ora di affrontare fra i larici questa discesa
posta sul versante della Val Camonica dove il primo
tratto di 2,68km fino a quota 1936m è
risultato asfaltato
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Muretti a
secco in contrasto con cordoli di cemento e sullo
sfondo ancora tanta neve
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La strada
scende abbastanza rapidamente e con una serie di
tornanti senza smettere di offrire vedute sulla Val
Camonica
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Decisamente
belli gli scenari ad alta quota sulla Val
Camonica
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Sotto la
verde Val Camonica fa vedere che a differenza della
vicina Valtellina non c'è stata una forte
antropizzazione da renderla irriconoscibile
rispetto a qualche decennio fa e direi che questo
è un merito da non sottovalutare in una
fruizione turistico/ambientale.
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Giunti al
bivio a sx si cambia registro, finisce l'asfalto e
ci si tuffa letteralmente nella strada forestale
dove pendenze e fondo sconnesso mettono a dura
prova i freni a disco delle bici!
Mi
raccomando, freni in ordine se volete affrontare
questa discesa!
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Si scende
fra boschi di larici e pini
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Pur tirando
bene le leve dei freni alle volte arrivavamo lunghi
ai tornanti!
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Alcuni
tratti si alternavano con l'asfalto
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Lei si
guardava le dita arrossite dallo sforzo sulle leve
dei freni!
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Con la
dovuta calma abbiamo affrontato la ripida
discesa...
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...
raggiungendo la frazione di Cormignano
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Si è
proseguito in discesa verso Vezza
d'Oglio
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Non mancano
anche i tratti in basolato
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Vezza
d'Oglio e la verde Val Camonica ci attendevano
sotto
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Potevamo
anche distinguere perfettamente il punto da cui
eravamo partiti
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Sino al
parcheggio è tutta discesa per cui ancora
mano alle leve dei freni!
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Ultimo
sguardo alla valle dall'alto e poi giù in
picchiata, si fa per dire, con i freni
fumanti!
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Il
campanile detta i nostri tempi e a cinque minuti
alle 5 siamo arrivati di nuovo a Vezza
d'Oglio
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Missione
compiuta, siamo di nuovo al parcheggio del punto
di partenza.
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TRACCIA
GPX
CONCLUSIONI
Un giro
dalle due facce che presenta una salita tutto
sommato non estremamente dura come potrebbe essere
quella del versante Valtellinese. Ampi scenari a
disposizione una volta arrivati alla
località Pianaccio, possibilità di
una sosta pranzo al Passo del Mortirolo ed in fine
una ripida discesa sterrata che può mettere
in crisi i vostri freni. A voi la scelta se farlo o
no!
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buone pedalate a
tutti, Outside
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