Lombardia
in bici
Valle Spluga
Da Campodolcino a
Borghetto in Val Febbraro
(SO)
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Partendo sempre da Campodolcino in Valle Spluga o Valle San Giacomo, si risale verso nord fino ad Isola e da li si sale nella Val Febbraro, alla scoperta dei luoghi dei nostri antenati del Mesolitico.


Val Febbraro località Case Raseri

 
Lago d'Isola - Case Raseri - Val Febbraro

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
32,5km
a/r
1282m
Asf-Sterr
Strad-Carr
7% - 10%
✩✩✩✩✩
✩✩✩✩✩
-
✩✩✩✩✩
 

  

 

 

 

 

Questa è l'alta Valle San Giacomo o Valle Spluga. Si parte da Campodolcino per prendere la strada che sale da Isola in Val Febbraro e poi alla cascata di Val Febbraro



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IL PERCORSO

La Valle San Giacomo o meglio nota come Valle Spluga perché porta all'omonimo valico Italo/Svizzero è raggiungibile passando da Chiavenna. Una bella salita con alcuni tornanti sale sino a Campodolcino, punto di partenza per questa escursione.

Si risale la Valle sino ad Isola e da lì ci si inoltra su per la Val Febbraro verso Borghetto. Poi al ritorno, giunti a Case Raseri, si devia a dx per la cascata di Val Febbraro.

Rifornimenti idrici

Numerose fontane si trovano lungo il percorso nelle frazioni attraversate

Quale bici usare

Consigliabile MTB front o full suspended, buon cambio e sospensioni e ottimi freni


La Val Febbraro - Sulle orme degli antenati del Mesolitico

 

Pur essendo stati i primi giorni di Agosto ed erano previste giornate molto calde anche in quota, al mattino presto specie all'ombra faceva sempre fresco e risalendo la valle in bici eravamo attorno ai 14°C, troppo fresco per la sola maglietta con cui eravamo partiti.

Da Campodolcino abbiamo preso la strada del fondo valle che conduce ad Isola. In alto si vede la cascata che già abbiamo fatto notare nel report di
San Sisto.

Qui l'ampia strada affianca il corso del fiume Liro

L'ambiente è molto bello ed alcuni tratti passano in mezzo a boschi di pini, sempre con il corso del fiume a poche decine di metri.


Occorre superare anche un paio di gallerie non particolarmente lunghe, in cui raccomando di avere le luci per segnalare la vostra presenza o il giubbino riflettente. A sx scorre sempre il fiume Liro. Questa è un vista verso valle.


Dopo le gallerie, si arriva in cima alla diga del lago artificiale di Isola e che sbarra il corso del fiume Liro verso valle.


Qui si è al culmine poi la strada scende verso Isola


Un bello scorcio sul lago e su Isola. Sullo sfondo, a dx del fronte delle montagne, si apre la Gola del Cardellino che porta alla diga del lago di Montespluga, sentiero da farsi zaino in spalla.


Qui in testa al lago troverete un chiosco per il ristoro panche e tavoli, meta di ciclisti e motociclisti. Per salire alla Val Febbraro occorre attraversare Isola, per cui si svolterà a sx, dove si vedono le auto. Sino a qui, sono 4km e 169m D+ dalla partenza.

Dai 1247m occorrerà salire ai 2085 m del culmine, dove poi la carrabile discende a Borghetto. Sono 10km di salita e 898m di D+


Da Isola si incomincia a salire di nuovo, qui se avete bisogno troverete un piccolo Market ed un bar


Isola raggruppa un piccolo nucleo di case


La parrocchiale e a dx una tipica abitazione formata da una parte in muratura ed una in legno che in genere era destinata a stalla e a fienile

La Parrocchiale è dedicata ai Santi Giorgio e Martino ed è risalente al 400' con successivi ampliamenti nei secoli successivi.


Proseguendo, ad 1,5km si trova la frazione di Mottaletta


Il cartello riporta chiaramente che questi luoghi sono stati una culla di una parte dei nostri antenati


Anche Mottaletta è uno sparuto gruppo di case , sullo sfondo si vede a dx l'inizio della Gola del Cardellino che sfocia alla diga del Lago di Montespluga nei pressi di Stuetta.


Nel fondovalle, dal pendio della montagna sono presenti grossi massi, residui di una grossa frana. Nel riquadro in alto basta vedere la grandezza dei massi grandi quanto una casa.

 

Su gran parte della Valle dello Spluga capita spesso di vedere esposte differenti bandiere di diverse nazioni, in primo piano quella degli Sati Uniti a causa di una ricorrenza per festeggiare il ritorno dei discendenti degli immigrati di questa valle avvenuta 150 anni fa con destinazione Wisconsin dove fondarono una cittadina che battezzarono: Genoa

Sono già un paio d'anni che una delegazione torna in questa valle per rivedere i luoghi da dove sono partiti i loro antenati.

In questi giorni tutto il mondo è concentrato sugli avvenimenti degli immigrati che stanno attraversando l'Europa, ecco questo è un esempio che anche noi già 150 anni fa eravamo nella stessa situazione, pronti a lasciare tutto e ad emigrare per trovare un posto dove vivere più decorosamente.

Un viaggio che avrebbe portato molto lontano dai luoghi d'origine, attraversando un oceano e ben consci di non fare più ritorno in patria.

Solo dopo 150 anni per caso tutto ciò è accaduto, ma oramai sono i discendenti di parecchie generazioni di quelli che furono partiti nel lontano 1865.


Anche qui le vecchie abitazioni sono costruite in modo misto fra pietre e legni riservati sempre alla parte superiore.

Questo tipo di costruzione è molto simile a quelle adottate dalle popolazioni dei Walser che si trovano in Valsesia, in particolare quella a sx a fianco di quella con il legname nuovo.

Ma anche questa in primo piano adotta la tecnica di costruzione detta "carden" che è il caratteristico intreccio delle travi agli angoli delle pareti.


Da Mottaletta parte la strada verso Borghetto, strada con divieto di transito a chi è sprovvisto di permesso.




In breve ci si trova a dominare la valle sottostante



La montagna in fondo è quella che separa la Val Febbraro da San Sisto e dove si trova il Pian dei Cavalli


Sotto, Isola fa mostra di sé, come si vede le case sono ben poche


Un bel scorcio sulla media valle dello Spluga.
La montagna sopra a sx sono Gli Andossi, e più su la cima è del Monte Groppera

Spesso c'è da soffermarsi a scrutare il paesaggio attorno, del resto non avevamo appuntamenti con i ristoranti, visto che quassù non ce ne sono ed il tutto era a portata di mano negli zaini.


Salendo ancora, a dx del Monte Groppera spunta la cima del Pizzo Stella. Da Isola si vede anche la strada che con alcuni tornanti e poi in costa sulla montagna sale verso Pianazzo. Questa è la strada che obbligatoriamente devono percorre gli Autobus, i Camion ed i Camper per potere salire a Madesimo.

Poche case fanno una località, questa è Canto.




E da Canto questa è la visione sulla valle dello Spluga e parte degli Andossi che è l'altopiano che si vede sopra il margine dei boschi a sx


Da Canto ci si addentra decisamente nella Val Febbraro lasciando alle spalle la Valle Spluga

A circa 7 km dal punto di partenza si arriva a Ca Raseri posta a 1500m s.l.m.


Dove si incontrano le solite abitazioni in pietra e legno, o le più vecchie solo in pietra. Questa a sx però non ha la struttura simile a quella Walser vista a Mottaletta, che sono riconoscibili per il tipico intreccio delle travi visibili agli angoli delle pareti.


Qui ogni frazione è dotata della sua bella fontana d'acqua fresca e la mia gregaria ne ha approfittato. Nel punto dove si trova si vede una strada a sx . E' la strada che conduce alla cascata della Val Febbraro e che sarà oggetto di una nostra visita al termine del report.

Questo è un punto importante della Valle Febbraro, perché è l'unico punto dove esiste un ponte che attraversando il torrente Febbraro mette in comunicazione i due versanti: sud dove si sale verso l'Alpe Frondaglio e Alpe Zocana ed al Pian dei Cavalli mentre a nord si sale alle frazioni di Valle, a Stabisotto, I Tecciai e a Borghetto.


Questa volta mi son portato una squadra di gregarie! Abbiamo lasciato Ca Raseri e di nuovo la strada sale in modo significativo, mentre sullo sfondo si vedono i prati degli Andossi


La Località Ca Raseri e Gli Andossi sullo sfondo. Vi ricordo che Gli Andossi sono stati oggetto di un report invernale

A dir la verità non ci saremmo aspettati granché da questa valle ed invece ci ha sorpreso per l'ampia visuale che offre attorno, con ampi spazi aperti ove scrutare con lo sguardo ovunque. Quindi qualche sosta era d'obbligo farsi nei punti strategici e più belli.

La località Valle con in fondo la cima del Monte Bardan 2812m. Qui non si deve andare a Valle ma occorre proseguire sulla strada principale.

Qualche tornante e si arriva a Stabisotto. Un attento ed agguerrito cagnolino è corso in contro alla gregaria intimandogli l'alt ! La giovane padrona è accorsa subito per richiamare il cagnolino che aveva fatto il suo dovere sorvegliando il suo territorio.
Come si può osservare è un ambiente ad ampio respiro

In questa valle la copertura standard di un tetto è fatta con le caratteristiche Piode, affidabili e durature nel tempo! Anche qui i cartelli "Vendesi "non mancano. Chi volesse farsi avanti ..... io posso solo garantire che vi è una vista stupenda!

Forza ragazze c'è ancora molto da pedalare, diamoci una mossa! Con ambienti simili non c'è altro che guardarsi attorno in continuazione

Iniziano i tratti con il bosco con gli alti pini diritti come fusi che svettano verso il cielo. La pendenza si fa più severa e impone qualche pausa di respiro, meglio salire del proprio passo senza strafare, poi ce ne sarà di peggio anche su fondo sterrato, per cui prendetela con calma, la strada è ancora lunga da farsi.

 

Tratti di bosco sono stati soggetti al taglio programmato con cumuli di fronde ai lati della strada.

In una graziosa area di sosta aspetto l'arrivo della gregaria impegnata in piena salita.
Non preoccupatevi! Poi non c'è da salire a sx sullo sterrato!

Veramente bello e dal vero lo è di più e fa impressione salire con gli alti pini accanto

Tavolo con panche in legno massello e gigante fontana ricavata da tronchi completano l'area di sosta dove è impossibile non essere attratti dall'acqua fresca che sgorga

La carrabile che ora si è fatta sterrata salendo nel bosco, sbuca in un tratto che in effetti non è la Val Febbraro ma una piega di un'altra valle, la Valle Vamlera che porta al Pizzo Ferrè 3.103m s.l.m. , in linea d'aria sono 2.900m da qui

Sullo sfondo le malghe della Valle Vamlera

A quota 1700m s.l.m. si trova l'imbocco della strada Agrosilvopastorale della Val Vamlera

Da questo punto della Val Vamlera la strada salendo cambia versante e si porta ancora in Val Febbraro con il tratto forse più impegnativo, che in 13 tornati porta ai 2.069m s.l.m della prima colma.

Dietro lei si trova un'area di sosta

Tavolo con panche in legno massello e gigante fontana ricavata da tronchi, completano l'area di sosta come la precedente.

Con i tornanti si fa presto a salire in quota

ed infatti dietro è ben visibile il famoso Pian Dei Cavalli dove sono state trovate le tracce della presenza di cacciatori del Mesolitico fra le più vecchie dell'Arco Alpino

Proprio su quell'altopiano al termine della glaciazione attorno a 10-8 mila anni fa, i cacciatori del Mesolitico d'estate si spingevano sin lassù a caccia di prede. A sx il Pizzo Quadro

Ritornati sul versante della Val Febbraro, si apre anche la visuale sulla Valle Spluga, e dietro il tetto della casa anche sul lago d'Isola da dove abbiamo iniziato la nostra salita.

Da qui, Gli Andossi ora li si vede dall'alto verso il basso, mentre sullo sfondo il Monte Groppera mostra ai suoi piedi le tracce delle piste da sci ricavate nei boschi. A dx con ancora delle lingue di neve e ghiaccio la cima del Pizzo Stella.

Particolare del Monte Groppera e le sue piste da sci che si trovano sopra Madesimo. In particolare sono visibili la stazione di base e quella in cima al Monte Groppera fra le quali sono stesi i cavi della Funivia. Oltre la cresta del Groppera si scende sugli impianti della Val Di Lei e per i più temerari sempre dalla cima del Groppera è possibile tuffarsi nella pista nera del Canalone di Madesimo che scende nella gola a sx (fatta molti anni fa con sci da 2m, ma che non rifarei ora)


Questi invece sono Gli Andossi, qui nel report invernale

nel link del report invernale riuscirete ad individuare anche questa località degli Andossi

La strada a tratti presenta il fondo asfaltato, sterrato o cementato. Sullo sfondo; a dx la cresta dello Spadolazzo, mentre a sx si trova la cresta dello Innerschwarzhorn, a seguire il Piz Suretta e il Piz Por in territorio Svizzero.

Si prosegue e vista così sembra una salitella da nulla per la prospettiva fotografica, ma ...

.... Lei ha preferito ad un certo punto proseguire a piedi, tanto non sapeva cosa le aspettava dopo! Tant'è che gli ho detto: Se scendi li poi cosa farai? Occorre sempre dare uno stimolo alle persone per fargli superare le prime difficoltà, poi il resto verrà da sé.

Una giornata così limpida meritava veramente di fare un po' di fatica per salire quassù e dominare con lo sguardo tutt'attorno.

Guardate che spettacolo da quassù. In basso a dx si vede la carrabile che a tornanti sale fra i boschi verso l'Alpe Frondaglio e Alpe Zocana ed al Pian dei Cavalli

Finalmente un sorriso, eravamo vicino allo scollinamento dei 2000m

Giunti al primo apice della salita oltre i 2000m abbiamo fatto un accordo io e la gregaria; lei mi avrebbe aspettato qui mentre io mi sarei spinto verso Borghetto, se non altro per scattare qualche foto. Da qui la carrabile è abbastanza acciottolata con alcuni tratti dissestati. Tra l'altro si deve scendere di circa una trentina di metri per poi risalire per altri 50m da rifarsi poi all'inverso.

Disponendo di una bici dotata di forcella Rock Shox con sospensione pneumatica di quella a molle della gregaria, avrei fatto meno fatica nell'affrontare lo sterrato.

In effetti avevo chiesto in prestito una bella bici biammortizzata per affrontare al meglio gli sterrati del Chiavennasco, anche per salvaguardare la mia vecchia schiena, ma purtroppo non c'è stato verso di averla a disposizione.

Dato che dovevo scomparire dalla vista della mia compagna d'avventura, la prima cosa da farsi è stata quella di verificare la copertura telefonica con una chiamata, giusto per tranquillizzarci in caso tardassi al rientro.

La Carrabile seguendo il profilo della montagna ad un certo punto ha permesso la vista sulla località Borghetto, ma con un certo disappunto: Infatti osservando dove era ubicata nella valle, per raggiungerla il GPS mostrava un lungo giro sino alla testa della valle e poi ovviamente una bella discesa da una quota ancora più elevata da dove mi trovavo in questo punto!

Dopo la discesa, ancora salita sino ai 2085m con un'ampia visuale dalla Valle Spluga a tutta la Val Febbraro, che certamente non si fermava qui! ...

... ma proseguiva oltre, fin verso il passo Baldiscio, la sella a dx. Oltre le montagne che condividono il confine, si trova la Svizzera Mesolcina


e dopo il Passo Baldiscio lo sguardo prosegue verso nord con in centro il Pizzo dei Piani e a dx il Piana o Moncucco di Isola, il tutto contornato da mucche pezzate al pascolo

Alt! Di qui non si passa. Almeno per le mucche! Infatti questo cancello è stato posto proprio per delimitare gli spazi disponibili al pascolo. A dx come potete vedere c'è un torrente che forma una serie di ripidi salti d'acqua ed idem a valle. Quindi le mucche arrivate qui non possono proseguire oltre ed un cartello chiede gentilmente di richiudere il cancello dopo il transito.

E passato il ponte ecco di nuovo una vista su Borghetto che purtroppo è posta ben sotto


Di fatto avrei dovuto proseguire oltre la curva per poi con ampio giro scendere a Borghetto... ma uno squillo al telefono mi chiamava a rapporto: dove sei?

In effetti forse era il caso di tornare indietro, scendere avrebbe significato poi far aspettare non poco tempo la mia gregaria e dovevamo ancora pranzare, per cui alle volte occorre accontentarsi con una foto presa da lontano.

Sarà per una prossima volta quando mi sarà data la possibilità di salire con una bella biammortizzata, semmai da completarsi con il giro sopra al Pian dei Cavalli. Certo che se aspettiamo che le due amministrazioni si accordino per realizzare il percorso Isola-San Sisto, come si suol dire: Campa Cavallo! e forse mai come in questo contesto il termine cade a fagiolo!

Comunque se faranno l'accordo, fatemelo sapere, sarà un piacere ritornare quassù!



CONCLUSIONI

Un'altra valle da scoprire! Io ve ne ho mostrata molta, ma vi assicuro che c'è ancora tanto da vedere e le foto non potranno mai restituire ciò che si potrà vedere con i propri occhi nella realtà. Sta sempre a voi decidere se fare un po' di fatica per salire quassù in Val Febbraro ai confini con la Svizzera Mesolcina.



SECONDA PARTE

 

 

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2015
pagina creata:20-09-2015
ultimo aggiornamento: 28-01-2018
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