Un ritorno
in Valle Taleggio e ai Piani di Artavaggio con
l'aggiunta della traversata sud sotto il monte
Sodadura per raggiungere il Rifugio Gherardi e fare
ritorno a valle a Sottochiesa.
Cippo
confine Lombardo-Veneto
Fontana
verso i Piani d'Artavaggio - Piani d'Artavaggio -
Rif. Gherardi
Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend.
med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti
ristoro
mio
Voto
54,6
km
1634
m
Asfal/Sterr
Strad/Carr
4%-
30%
✩✩✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩✩
La
Mappa di Google Earth
Il percorso è situato per la maggior
parte nella Val Taleggio
L'altimetria
del percorso rivela sino al culmine del punto
più alto, continue salite intervallate da
discese o falsi piani. La parte in discesa invece
presenta pendenze più ripide fino a
Sottochiesa che si trova a circa metà
discesa..
Come
arrivarci
Si parte da
San Giovanni Bianco situato nella Valle Brembana
Il
percorso
Il percorso
risale tutta la Val Taleggio per poi dopo il
Culmine San Pietro deviare a dx su sterrata verso i
Piani di Artavaggio e da lì su single track
in costa sotto il Monte Sodadura proseguire verso
il Rifugio Gherardi. L'anello si chiude con la
discesa a Sottochiesa e da lì fare ritorno a
San Giovanni Bianco
Bici
consigliata
E'
preferibile una MTB con buona sospensione
anteriore, meglio ancora una biammortizzata, un
adeguato cambio con rapporti corti e soprattutto
buoni freni in ordine.
Valle Taleggio
Premessa
Per la Val
Taleggio avevo pubblicato tempo fa questo
report a
cui potete attingere le informazioni allo stesso
modo a riguardo della salita ai Piani
di Artavaggio
quello che mancava era invece il tratto dai Piani
d'Artavaggio a Sottochiesa passando per il Rifugio
Gherardi.
Avendo
avuto in passato notizie da alcuni ciclisti di
questa possibilità ed avendo letto anche un
blog in merito, mi son deciso ad effettuarlo, solo
che poi mi sono reso conto che le loro affermazioni
a riguardo della effettiva ciclabilità erano
distanti dalla realtà!
Ulteriori
immagini poi le potrete vedere nel filmato che
è stato girato lungo il percorso, anche se
fatto nei punti meno critici.
Come
scritto sopra, due report sul percorso sono
già stati pubblicati per cui qui
aggiungerò altre informazioni.
Qui ho
fotografato Sottochiesa e sopra di esso il nucleo
di case di Pizzino che visiteremo alla fine del
giro scendendo dal Rifugio Gherardi, posto dietro
la montagna che si vede a sx.
Sottochiesa
è anche il punto in cui l'anello si chiude
sulla strada della Val Taleggio per poi far ritorno
al punto di partenza di San Giovanni
Bianco.
Per chi
volesse accorciare il giro, può benissimo
farlo stabilendo punto di partenza e arrivo a
Sottochiesa. In tutto il risparmio sarebbe di 17,4
km e 320 m di dislivello in meno.
Vi
perdereste però la parte dell'Orrido della
Val Taleggio
Noi
l'abbiamo fatto di domenica pagando lo scotto dei
numerosi motociclisti che fanno questo percorso
oramai da tempo, stabilendo il ritrovo al Culmine
di San Pietro. Quindi mettete in conto che dovrete
annusare un bel po' di benzina incombusta. Qui
eravamo quasi al culmine di San Pietro.
Dal punto
del precedente scatto fotografico verso il Culmine
di San Pietro si aprono delle viste sull'alta valle
che termina alle pendici del Resegone
Su questo
tratto abbiamo trovato una discreta fioritura di
crocus
Un nuovo
spazio fra la vegetazione ha fatto vedere meglio il
profilo del Resegone e sotto di esso a sx il Passo
del Palio e La Costa del Palio visitati la
settimana prima e visibili in questo
report,
mentre poco distante dal centro della foto si trova
il Comune di Morterone
il
Comune
di Morterone
il più piccolo d'Italia come numero di
abitanti. A sx la chiesa e il municipio. Il Comune
conta 33 abitanti e ricade sotto la provincia di
Lecco
Raggiunto
il Culmine San Pietro 1258 m, una breve sosta per
uno spuntino e la vista panoramica sulla Valsassina
e su Moggio.
Dalla
partenza abbiamo percorso 21,5 km e superati 936 m
di dislivello.
Dal Culmine
si scende in direzione Moggio deviando dopo 1,4 km
a dx, prendendo la carrabile sterrata che sale
verso i Piani di Artavaggio.
Al primo
spiazzo incontrato, breve sosta per uno
stiracchiamento
Sosta per
rifornimento idrico, a quanto pare con la vena
d'acqua un po' scarsa, ma basta avere pazienza! Per
questa salita valgono tutte le considerazioni
già pubblicate con il citato
report.
Questa
panoramica vi aiuterà a trovare la fontana,
in pratica quando finisce il bosco la troverete
sulla vs dx. Qui si è a quota 1540
m
Poco oltre
la fontana la carrabile giunge ad un bivio dove
alla sua dx sale il sentiero 151 già
pubblicato
in passato. In centro alla foto il Monte Sodadura e
a dx la montagna che dovremo aggirare.
Purtroppo a
differenza dalle previsioni meteo, abbiamo trovato
un po' di nuvole proprio sopra le montagne che
dovevamo aggirare.
In
lontananza potevamo vedere un puntino, era l'ex
Rif. Cesare Battisti
Sarebbe
stata una meta intermedia di passaggio per
proseguire poi verso il Rif. Gherardi
Arrivati
nei pressi dei Piani di Artavaggio, in alto a dx si
potevano scorgere le inconfondibili sagome dei
tetti del Rifugio Nicola (vedi precedenti report).
Tetti che richiamano il profilo del Monte Sodadura
qui nascosto dietro la pianta a dx
Ai Piani di
Artavaggio, Giordano si era soffermato a ritrarre
le mucche al pascolo, retaggio del passato da
ragazzino quando i suoi ne possedevano
alcune.
Indubbiamente
questo è un bel ambiente rilassante dove in
decenni passati con la presenza abituale di copiose
nevicate avevano fatto costruire strutture atte ad
ospitare gli sciatori. Poi successivamente il
cambio meteo dove per parecchi anni la neve
risultò assente, hanno posto in decadenza
questo luogo, tra l'altro ben servito dalla Funivia
che parte da Moggio.
La chiesa e
il Sodadura che domina la scena di questo
luogo
Anche la
chiesa richiama un po' col suo tetto il profilo del
monte Sodadura.
Questo
è l'interno della chiesa, sufficientemente
ampia per ospitare i villeggianti.
Giordano e
Debora li avevo mandati su un balcone naturale che
si trova a lato della chiesa per dare un'occhiata
alla sottostante Val Taleggio
Sul lato sx
della chiesa prosegue il sentiero che a sx sale al
Rif. Nicola, mentre andando diritti si imbocca il
sentiero per il Rif. Gherardi, nostra
meta
Stante alle
notizie su questo sentiero, da parte di chi ci era
stato, doveva essere una cosa facile invece si
è rivelato poco pedalabile con continui sali
scendi anche ripidi. In sostanza direi che un buon
40% ce lo siamo fatto con la bici a fianco con lo
"spintage" fratello del "portage" !
Del resto
il single track alle volte molto infossato e
stretto, lasciava poco margine alla pedalata. Nella
foto Giordano ci aveva anticipato andandosi a
posizionare sul promontorio in pietre a dx.
...
... eccolo
pronto allo scatto fotografico
Fotocamera
in mano al ritorno dal cocuzzolo, con le grigie
nubi che ci stavano sovrastando
La "stele
di Rosetta", erano in tre a decifrare le iscrizioni
sul cippo in pietra!
conoscendolo
per averlo letto, non era altro che il segno del
confine dei regni Lombardo/Veneto di storica
memoria.
In questo caso Debora era sul territorio Veneto, io
nella terra di nessuno e Giordano in territorio
Lombardo, anche se Debora e Giordano avrebbero
dovuto cambiarsi di posizione! Intanto le nuvole
basse erano alle nostre spalle ad
attenderci
Avvolta
nelle nuvole è apparsa la Casera Aralalta,
debitori di una forma di formaggio a Giordano, in
quanto gli aveva trovato per caso la chiave del
fuoristrada persa fra l'erba lungo il sentiero!
Qui eravamo
vicini alla nostra Cima Coppi situata a 1746 m di
quota, poco dopo la Casera
Intanto
accarezzati dalle nuvole basse erano arrivati anche
i miei compagni d'avventura
La Casera
era oramai lontana dietro di noi e come si vede
nella foto abbiamo dovuto scendere per poi
riprendere di nuovo quota
Siamo
arrivati in vista dell'ex Rifugio Cesare Battisti e
ci attendeva ancora un erta salita!
Debora era
soddisfatta di aver raggiunto questa tappa
intermedia. Per arrivare fin qui di tratti
difficili ne abbiamo superati un bel po', alcuni
anche esposti verso valle.
Una buona
notizia è stata quella che parlando con il
proprietario della Casera, sembrava avesse il
desiderio di rendere pedalabile il tratto dai piani
d'Artavaggio alla sua Casera. Staremo a vedere in
futuro se la cosa gli riuscirà!
Visto che
l'ex Rif. Cesare Battisti è divenuto privato
non ci è rimasto altro che dirigerci al
Rifugio Gherardi per prendere un caffè
"corretto" dai cori degli alpini
L'esterno
del Rifugio Gherardi (1650m) situato nei Piani di
Alben lo abbiamo raggiunto dopo 35 km di salita e
1594 m di dislivello superati
I Piani
d'Alben, ampio spazio erboso dove trovavano posto
gli escursionisti saliti quassù dal
fondovalle o dagli ultimi parcheggi possibili lungo
la strada che sale da Sottochiesa
Scendendo
verso Sottochiesa la strada passa poco distante da
Pizzino, tanto valeva farci una
capatina.
Pizzino
è un agglomerato di poche case costruite
sulla Corna, una roccia che sovrasta Sottochiesa ed
un tempo sede di un castello fortificato.
Nell'angolo una curiosa fontanella
Fontanella
immagino dismessa ed ora reperto
storico!
L'ampio
spazio erboso dei Piani d'Alben dove ci trovavamo
è posto in alto a sx dietro i monti. La cosa
curiosa che ho notato durante la veloce discesa
sono state delle abitazioni rurali o malghe poste
nelle varie radure, come nel cerchio che ho
evidenziato.
Quello che mi ha stupito è stata la loro
forma che mi è parsa unica fino ad ora fra
quelle viste in questi oramai numerosi report,
fatti sia in Lombardia che nelle altre regioni o
nelle attigue valli.
Se si
clicca sull'immagine se ne può vedere una
ingrandita
Questo
è il nucleo abitativo più antico di
Pizzino
Dietro loro
l'abitazione dovrebbe risalire al 1200
Proseguendo
sulle scalinate poi si può arrivare ad un
punto panoramico
Ovvio che
una abitazione risalente al 1200 nel corso dei
secoli un po' di ristrutturazioni le avrà
avute per cui un tipico balcone in legno, sotto
è divenuto in ferro battuto
Giunti al
punto panoramico abbiamo trovato due tavole
sinottiche indicanti i monti attorno
Loro posano
soddisfatti per la giornata semi avventurosa che
abbiamo avuto, con il sole che si appresta a
scendere dietro il Resegone come la natura ci ha
sempre proposto e non come nell'ultima riga della
Poesia "Il Parlamento" di Giosuè Carducci,
con il sole fatto calare verso est del
Resegone
Ancora una
volta un lungo giro fra le valli Bergamasche e
Lecchesi questa volta un po' più difficile
del solito vista la scarsa pedalabilità del
tratto alpino in fuoristrada.
Senz'altro
potrà essere che a qualcuno piacerà
questo tipo di percorsi ed a altri no.
Non sempre
le cose possono andare bene a tutte le persone,
l'importante è essere preventivamente
informati delle eventuali difficoltà a cui
si potrebbe andare in contro