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in bici Valchiavenna Il Tracciolino Val dei Ratti(SO) |
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L'ambiente
è quello della bassa Valchiavenna verso la
fine del lago di Mezzola. La
Valchiavenna è raggiungibile sia in auto che
in treno con stazioni a Colico-Dubino-Verceia. Da
Verceia, lasciata l'auto in un parcheggio, si
prende la via Serto seguendo il cartello turistico
marrone con indicazione Val Dei Ratti. Una
fontana si trova sul percorso verso Val
Codera Consigliabile
MTB front o meglio full suspended, buon cambio e
sospensioni e ottimi freni
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Il Tracciolino verso la Val Dei Ratti
In partenza
per questa nuova verifica di un percorso che doveva
dalle premesse risultare molto bello ed
interessante. Mi accompagnavano Giordano e Sergio,
che nella foto stava apprendendo che il display
della sua compatta era "defunto", dopo aver chiuso
inavvertitamente la portiera dell'auto con la
fotocamera in mezzo! Questa
è Verceia ed il lago di Mezzola. Sulla dx si
vede l'inizio della Val Codera, nostro punto di
arrivo. In centro la Valchiavenna . Questa
è invece la visuale verso l'imbocco della
Val Dei Ratti, nostra prima meta. Mancava poco alle
10 ed il sole incominciava a fare capolino dietro i
monti. In centro il Torrente Ratti che nasce sul
Pizzo Ligoncio e sfocia qui a Verceia nel Lago di
Mezzola, non prima di essere sbarrato a monte dalla
diga Moledana. In
periferia di Verceia parte la strada per la Valle
Dei Ratti, qui facciamo l'incontro con due ciclisti
che poco prima avevo superato sulla statale da
Colico a Verceia. Parlando abbiamo scoperto che
venivano in treno da Torino sino Milano per poi
prendere quello per Colico. Tutto
questo per pedalare sul Tracciolino! Ma il bello
è che si sono alzati alle 3,30'
!! Questo la
dice lunga su questo percorso se ci sono
appassionati disposti a balzare giù dal
letto ad orari antelucani per venire sin qui da
Torino, Parma, Bellinzona, Germania. Queste sono le
provenienze delle persone con cui abbiamo scambiato
qualche parola. Come avrete
notato nella foto precedente, sulla dx è
visibile un cartello che riporto qui sopra.
Naturalmente le bici e i pedoni sono
esclusi! La strada
sale subito e le pendenze saranno sempre oltre due
cifre. Per questo motivo per chi venisse in treno
suggerirei di scendere a Dubino e da li prendere la
ciclabile
accanto che porta a Chiavenna passando da Verceia,
giusto per scaldare un po' le gambe prima della
salita, (questo potrebbe valere anche per chi
arrivasse in auto). Questa sotto è Verceia
ed in centro è il Pian Di Spagna. La cima a
sx è il Legnoncino La pendenza
media e dell'11% con punte al 15% e qui si vede
bene che la strada in gergo "rampa" La strada
è panoramica sulla bassa e media
Valchiavenna, come nella foto. Questo
è Vico e fin qui le auto possono transitare
senza permesso
Un bel
cartello lo rammenta di nuovo che occorre munirsi
di permesso dopo Vico. Consiglio
per chi volesse salire quassù di farlo al
mattino per avere il favore della luce e godere di
migliori visuali
Uno dei
ciclisti Torinesi in piena azione, sullo sfondo il
monte Berlinghera Salendo i
panorami si allargano sempre di più facendo
scorgere anche il lago di Como Gli scorci
sono da favola, dal lago di Mezzola al Pian di
Spagna, dal fiume Mera al Lago di Como. A dx il
borgo di Dascio
. Sulla sponda del lago di Como si possono scorgere
Domaso, Gravedona e Dongo, luoghi di partenza per
un altro bel report che porta al Passo
Jorio Riparto con
un 15% su sterrato davanti a me
Il sole si
era alzato e la temperatura più accettabile
ci ha permesso di togliere i giubbini. Qui si sale
su sterrato fino al termine della carrabile.
Il corso
della Mera lambisce il fianco del monte Berlinghera
gettandosi nel lago di Mezzola. Fra vecchi
castagni un'area di sosta con una cappelletta che
si trova a sx nel bosco Dopo un po'
di tornanti la strada termina in prossimità
del Tracciolino, distante poco meno di una trentina
di metri da qui. Per la ripida salita e il fondo
sconnesso il breve sentiero è meglio farlo a
piedi spingendo la bici, come stavano facendo
Giordano e Sergio. Al termine
della breve salita abbiamo intercettato i binari
del famoso Tracciolino, incontrando di nuovo i due
ciclisti di Torino. A dx si va
alla diga di Moledana nella Valle Dei Ratti, mentre
a sx si va in Val Codera. Qui ci si
trova a 912m s.l.m. ed il percorso è lungo
circa 10km Prima di
percorrere il Tracciolino val la pena leggersi il
Regolamento, se cliccate sopra lo potrete
leggere. Io da parte
mia dopo averlo fatto aggiungerei: 1)
Procuratevi una bici comoda con buone sospensioni e
ben frenata 2) E' un
percorso che richiede sempre la massima e costante
attenzione alla guida, gli spazi spesso sono
ristretti ed occorre stare attenti a non urtare le
rocce con il manubrio 3)
Indispensabile il casco, specie per le persone di
statura alta per evitare di farsi male nel caso di
"inzuccate" nelle gallerie, oltre a proteggersi da
eventuali detriti che potrebbero scendere dalla
montagna o da eventuali fortuite cadute. 4) Prestare
sempre lo sguardo in contemporanea dove metterete
le ruote, a dx verso la montagna e sopra la vostra
testa 5) Se
volete ammirare bene il panorama, non fatelo mentre
state pedalando ma fermatevi, e come detto dal
regolamento, in luoghi ben visibili agli
altri. 6)
Mantenete sempre una buona distanza con chi vi
precede che potrebbe sempre frenare all'improvviso
e se si fosse disattenti nel frenare prontamente,
non ci sarebbe la possibilità di scansarlo
per mancanza di spazi. 8) Se il
tempo è incerto con possibili previsioni di
piogge non andate, primo perchè non
ammirereste il paesaggio, secondo perchè il
sentiero diverrebbe poco sicuro, specie nei
canaloni dove potrebbe scorrere molta acqua, tanto
che hanno previsto delle catene di sicurezza nel
caso si sia costretti ad attraversare quei punti,
giusto per evitare di essere trascinati a
valle. 9)
Procuratevi una buona e potente torcia e
controllate che sia carica prima di partire, fate
attenzione nelle gallerie nelle quali vi possono
essere pozzanghere d'acqua. 10) Se non
avete dimestichezza con il fuoristrada in single
track , non avete sufficiente equilibrio, soffrite
di claustrofobia, soffrite di vertigini, non
è il percorso che fa per voi 11) Per
ultimo aggiungerei, possibilmente non andate da
soli, meglio accodarsi a qualcuno che farlo in
solitaria e preferibilmente non fatelo di
pomeriggio, non vi gustereste i
panorami.
Se durante
la salita si sono tenute le gomme gonfie per non
disperdere le energie, sulle traversine e sullo
sconnesso è meglio ridurre la
pressione. Il Torrente
Valle Codogno nasce dal Monte Brusada, un breve
corso di circa 2,5km per poi gettarsi nel Torrente
Ratti C'è
traffico lungo il Tracciolino ed occorre dare le
precedenze e non si potrebbe fare altrimenti con i
binari e le traversine Il lago di
Como appariva in lontananza, mentre il traffico
aumentava, buon segno per una riapertura fatta da
solo due settimane. Come in una
vera ferrovia anche qui ci sono gli scambi
rigorosamente con azionamento a mano Finisce lo
scambio ed il tracciato si fa più stretto e
l'unico spazio su cui pedalare è quello a
monte. In breve si
arriva all'imbocco della galleria che conduce alla
diga che si vede a dx Arriva
Giordano, ed il cartello di fronte a lui rammenta
che è vietato procedere in sella alla bici
che invece va accompagnata a piedi La diga sul
lago Moledana sbarra il Torrente Ratti
Una diga
costruita nel 36', ad arco di gravità, alta
37,3m, lunga 64m, sbarra un invaso di 105 mila
mc. La quota di
coronamento della diga è posta a 912,3m
s.l.m. mentre la quota max prevista per l'invaso
è di 911m s.l.m. Giordano e
Sergio li colgo da lontano con lo zoom Niente male
come ubicazione del manufatto in questa stretta
Valle Dei Ratti Dalla diga
uno sguardo verso la forra sottostante con un'altra
mini diga che penso serva per contenere una
eventuale tracimazione evitando che l'acqua con un
salto di trenta metri non scorra veloce a valle
facendo danni. Il punto a
monte dove il torrente Ratti si getta nel lago di
Moledana è ben visibile dalla
diga
Se si
guarda sopra l'invaso si possono scorgere alcune
case della località Frasnedo, naturalmente
raggiungibile solo a piedi. Per
costruire la diga hanno sfruttato la naturale
conformazione delle pareti della valle, ancorandosi
letteralmente negli anfratti della gola in modo
d'avere i punti naturali dove far scaricare la
pressione esercitata dalla diga.
Io e Sergio
i nostri "puledri" li abbiamo parcheggiati
all'ingresso della diga, era ora di riprendere il
Tracciolino verso la Val Codera, luci accese, casco
in testa, ed occhio sempre vigile!
SECONDA
PARTE
buone
pedalate a tutti,
Outside |
pagina creata:29-09-2015 ultimo aggiornamento: 29-09-2015 Percorsi Ciclabili- torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
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