|
|
|
|
|
|
Dal passo
di Cimabanche sino a Tai di Cadore é quasi
tutta discesa, si attraversa l'Ampezzano e la Valle
del Boite. Avevamo previsto di arrivare sino a
Calalzo di Cadore ma non abbiamo trovato posto nei
B&B, per cui previa assistenza da casa
(bellitaliainbici non abbandona i suoi giovani
inviati), ci hanno fatto trovare un B&B a Tai
di Cadore. Purtroppo
un malfunzionamento del GPS della Garmin non ha
permesso l'acquisizione dei dati. Questi sono dati
presi dal precedente report "La
Lunga Via Delle Dolomiti"
a cui potete fare ulteriore riferimento ad
integrazione di questo report, soprattutto per i
panorami in pieno sole! Il percorso
é quasi tutto in discesa o in falsopiano,
sono 1000m di dislivello in negativo. Si alternano
tratti sterrati a quelli asfaltati. Il percorso
è interamente su ciclabile e si attraversano
valli contornate dalle dolomiti Bellunesi, uno
spettacolo della natura. Purtroppo da Cimabanche a
Cortina d'Ampezzo il meteo non è stato
benevolo riservandoci un po' di pioggia. Questo
però fa parte del gioco e quando si passano
le giornate all'aria aperta può
succedere. |
|||
Seconda parte: dal passo di Cimabanche a Tai di Cadore Siamo
partiti al mattino con una splendida giornata di
sole ed ora ci tocca indossare le mantelline e
proteggere il nostro carico! Con questo tempo, in
ogni caso, serve sempre una protezione, soprattutto
dopo pranzo. Senza contare che siamo in discesa e
fra poco incontreremo un po' di gallerie che sono
abbastanza fresche. Usciti dal
bosco e dopo un repentino cambio di meteo si arriva
in località Ospitale formata da una chiesa
ed un albergo. OSPITALE di
nome e di fatto, un tempo era un ricovero per i
viandanti. Qui la vecchia stazione. Ci
infiliamo in mezzo al bosco, cataste di legna ai
bordi e un profumo di resina nell'aria, davanti a
noi un gruppo di ciclisti tedeschi. Il cielo si
fa grigio fra le vette dei monti Cosa
avrà mai da fotografare dal momento che
piove...! ... Ah!
Fotografa le gocce di poggia sul Lago
Nero! Il
paesaggio aspro delle montagne e le forre che ci
sono oltre lo steccato fanno coppia con il cielo
creando un'atmosfera dai toni cupi. Questa
é una delle zone più selvagge che
abbiamo incontrato fino ad ora, qui di baite o case
non se ne vedono, solo natura a perdita d'occhio.
Sento ululare un lupo! Ma no! è Alberto che
fa lo stupido dietro una curva! Oltre lo
steccato, sotto di noi scorre il Rio
Felizon Per
attraversare il Rio Felizon dovremo passare su quel
ponte sospeso nel vuoto. Toh! Arriva
Lupo Alberto! Hai finito di ululareee? Ma i nostri
fidi Indiana Jones dopo aver passato il fiume in
secca ed essersi impantanati, prima di passare sul
ponte Tibetano dovranno affrontare le buie
gallerie, ragazzi ora si va in miniera! Uscita!
Certo che se toglievo gli occhiali da sole era
meglio! Dopo il ponte ne troveremo ancora un'altra
di Galleria, un po' più lunga di
questa. Pensate che
d'inverno quelli che fanno fondo se la fanno con
gli sci! Ora penso
che la documentazione sia completa, non vi resta
che scegliere in quale periodo andarci. Le vette di
nuove montagne si stagliano sullo sfondo, ma sopra,
le nuvole non scherzano affatto! Questo pomeriggio
il tempo è proprio instabile! E che fa
Alberto? Vuole forse attirare qualche lampo?
Arriviamo finalmente nell'Ampezzano, sotto di noi
una valle piena di ghiaia. Sotto,
distese di pini e sul fondovalle il Rio Boite
circondato da un vasto letto di ghiaia, anche qui
l'ambiente é molto selvaggio. Sopra di
noi ghiaioni discendono dalle montagne bellitaliainbici
é arrivata anche quassù! Notare che
ho ancora le gomme piene di fango, che nemmeno un
successivo lavaggio col getto d'acqua al B&B
sono riusciti a toglierlo! Sulla dx si
staglia il Becco di Mezzodì (l'orologio
solare di Cortina), a sx il Nuvolau e dietro
seminascosto dalle nubi si scorge la sagoma del
Pelmo. Ripartiamo
in questo nuovo ambiente, nuova valle, nuove
vedute! La
ciclabile ora ha un fondo compatto ed è
abbastanza ampia, e anche i bambini se la spassano
alla grande, e vorrei vedere, fortunati loro ad
avere dei genitori che li portano a vedere questi
magnifici luoghi che ci invidiano da tutto il
mondo! Passiamo a
fianco della vecchia stazione di Fiammes, siamo
ormai vicini a Cortina d'Ampezzo. Siamo
arrivati nella conca Ampezzana, ed appaiono le
prime frazioni di Cortina d'Ampezzo. All'estrema
dx la base della Tofana di Rozes, al centro, dietro
il colle boscoso con la pista da sci, il Nuvolau.
Sulla sua cima centrale si vede appena l'omonimo
rifugio, punto panoramico fantastico, quella
più a sx è la Gusela (che sovrasta il
Passo Giau). A sx della foto la Croda da Lago,
davanti alla quale in basso si vede bene l'Ossario
dei caduti della grande guerra, a Pocol. Dietro
alla Croda da Lago si vede il pianoro inclinato dei
Lastoni di Formìn. Ogni
frazione ha la sua chiesetta accanto Scendiamo
verso Cortina d'Ampezzo, vada come vada il tempo,
al massimo ci ripariamo e ci va anche di fortuna
perché fin qui di ripari non ce ne sarebbero
stati! Sulla
ciclabile, ora asfaltata, c'è una riga
gialla che divide i pedoni dai ciclisti, ma a
Cortina i pedoni molto spesso occupano anche tutta
la pista incuranti delle strisce; per cui fate
attenzione! La pista
ciclabile continua dentro il piazzale dell'ex
stazione ferroviaria, ora stazione dei BUS. Gli
automobilisti sono poco rispettosi e ci
parcheggiano anche sopra! Cosa pensate che
direbbero questi signori se in mezzo alle statali o
nelle autostrade si parcheggiassero delle bici per
traverso? Forse: Ah! Che bello! Ora possiamo fare
lo slalom!? Deviamo
verso il centro per una breve visita Facciamo
appena in tempo a scattare una foto in centro che
si mette a piovere! Quindi ci ripariamo sotto la
tettoia di un negozio, così fanno anche gli
altri turisti colti da questo acquazzone
improvviso! Sono le
quattro del pomeriggio, la pioggia non cala di
intensità...anche se ad un certo punto
sembra smettere! Così decidiamo di
rimetterci in viaggio, quanto mai!.... ...facciamo
appena in tempo ad uscire dal centro che ci
sorprende un forte acquazzone. Ci affrettiamo a
trovare un riparo per non inzupparci. Sulla destra
le Creste del Pomagagnon sembrano illuminate dal
sole... Smette di
piovere ed esce il sole, sullo sfondo l'Antelao Il
detto locale per il monte Antelao: Tradotto:
Quando l'Antelao si mette il cappello, si smette di
falciare e si prende il rastrello. Nota:
Questa é una delle tante informazioni che mi
ha passato il Prof. Bortolo Calligaro, profondo
conoscitore delle zone del Cadore, Bellunese,
Ampezzano nonché guida turistica e
presidente della sezione della FIAB di Belluno. E' tardi,
abbiamo ancora un po' di strada da fare, ne
approfittiamo che ritorna il sole per ripartire,
lasciando Cortina d'Ampezzo passiamo davanti a
quello che fu il trampolino delle Olimpiadi
invernali del 1956. Facciamo un
pezzo della vecchia via Regia nel bosco Uno dei
vecchi caselli della ex ferrovia, ora l'ex sedime
in questo punto è stato coperto dalla SS
Alemagna La
ciclabile in questo tratto corre accanto alla SS
Alemagna, arriviamo in località Dogana
Vecchia Si entra
nel Cadore nel territorio del comune di San Vito di
Cadore Mentre
scatto una foto, una canuta signora mi sfreccia
accanto. Qui la pista è ben utilizzata dalle
popolazioni locali. Sullo sfondo l'Antelao con il
caratteristico "Cappello di nubi" di cui i locali
vi dedicano un detto sulle previsioni
meteo. Massicci
imponenti di rocce attorniate da candide nubi che
ne nascondono le vette C'è
il sole ma fa fresco, per cui indossiamo il
giubbino anti-vento La stazione
della frazione di Chiappuzza con i caratteristici
tetti a punta. Anche l'ex
stazione di San Vito ha lo stesso caratteristico
tetto. E' tardi e non facciamo in tempo a fermarci
a San Vito di Cadore, così sfiliamo
via. La piazza
vicino alla chiesa di San Vito Noi siamo
sbucati da lì sotto... sulla dx La Croda
Marcora (gruppo Sorapis) Il gruppo
delle Marmarole sopra San Vito di Cadore Una
chiesetta all'uscita di San Vito di Cadore, con
dietro la sagoma del Pelmo Passiamo da
Borca di Cadore, stessa architettura per l'ex
stazione. Calano le
luci sul tardo pomeriggio, siamo nei pressi di
Peajo. In alto a sinistra la chiesetta di
Vìnigo, frazione dove si coltivano, in orti
al centro del paesino, degli ottimi cavoli cappucci
(W la rivalutazione dei prodotti locali...
) Alberto
è ancora fresco, io un po' meno! Vodo di
Cadore, qui l'ex stazione ha una architettura ben
differente dalle precedenti. A Valle di
Cadore ancora un altro stile Lasciamo
anche Valle di Cadore, per noi la tappa sta per
concludersi, ancora qualche km e a Tai di Cadore ci
fermeremo per la notte. E' stata una giornata
intensa ed ora la stanchezza si fa sentire. Questa
seconda parte fa apprezzare le grandiose viste sui
monti che circondano la Val Boite e l'Ampezzano.
Panorami da gustarsi senza particolari fatiche
pedalando in discesa. Una carrellata che poi
prosegue nel Cadore. Siamo nel cuore del nostro
viaggio, una tappa che nel suo complesso ci ha
fatto scoprire molti bellissimi luoghi, alle volte
selvaggi alle volte dolci e poetici o cupi per via
del meteo avverso. |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
pagina creata: 19-10-2012 ultimo aggiornamento: 08-06-2015 Percorsi ciclabili - torna su Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore. |
|